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 2009  maggio 21 Giovedì calendario

POKER, ORA I MARCHI GIOCANO SUL SERIO


Il decreto Abruzzo introduce in Italia le scommesse in contanti. Mercato da oltre 2 miliardi di euro


Vip e passaparola per promuovere le nuove puntate con soldi veri

Mancano pochi giorni, e pure in Italia sarà possibile sedersi a un tavolo di poker on-line puntando soldi liquidi, contanti, e non solo fanta-fiches che ricordavano tanto i fagioli o le lenticchie delle tombole di Natale. E questa novità comporterà lo sbarco, in Italia, di tante società straniere, che dovranno aprire una filiale tricolore per gestire il gioco con soldi cash e indurrà pure una crescita degli investimenti pubblicitari per comunicare con i giocatori della Penisola. Finora il poker su internet si poteva giocare solo nella forma del torneo: un tot di euro per iscriversi, l’ammontare delle iscrizioni andava poi a formare il montepremi, ogni giocatore iniziava con lo stesso numero di fiches, e poi i vincitori si spartivano i premi.

Il decreto Abruzzo cambia le carte in tavola. Adesso tutto cambierà a seguito di una postilla inserita nell’art. 12, comma 1, lettera f) del decreto 39 del 2009, il cosiddetto decreto Abruzzo. In quelle righe, infatti, al fine di assicurare maggiori entrate all’erario, non inferiori ai 500 milioni di euro annui, si dice che l’amministrazione autonoma dei monopoli di stato può adeguare le norme di carattere fiscale in materia di giochi, prevedendo «la raccolta a distanza di giochi di sorte a quota fissa e di giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo». Ora, nel linguaggio normativo questo significa che i giochi on-line (chiamati giochi a distanza) possono comprendere non solo i tornei di poker (quelli dove si paga una quota di iscrizione, e in cui, al massimo, si perde quell’importo) ma anche i giochi «in forma diversa dal torneo», cioè con pagamento cash, in contanti.

Quali sono le novità? Tanto per dare un’idea, le poker room on line di tutto il mondo fanno circa il 70% del loro fatturato proprio con il poker cash. Modalità che finora era vietata in Italia, per una sorta di tutela del giocatore. Col torneo, infatti, chi gioca perde solo il costo dell’iscrizione al torneo (anche se poi uno potrebbe giocare 100 tornei al giorno e i suoi soldi li spende comunque). Col gioco cash, invece, ci sarà un’unità di gioco da 50 centesimi di euro, con un massimo di chips sul tavolo di 100 euro. Ma diventa un gioco no limits, poiché quando il giocatore scende sotto quota 100 euro può continuamente ricaricare la sua dotazione di chips fino a un massimo di 100 euro. «Una room on-line guadagna molto di più dal gioco cash che da quello nella forma del torneo. Col torneo, una room si mette in tasca circa il 10% della quota d’iscrizione. Nel cash incassa il 4% di ogni piatto», spiega Marco Trucco, responsabile eventi Italia di Everest Poker, una delle più frequentate poker room del mondo.

Società di gioco straniere in arrivo. Per giocare cash on-line, tuttavia, bisognerà accedere a room con sede in Italia. E questo costringerà tante room internazionali, che operavano on-line con estensioni .com, ad aprire società in Italia e ad adottare pure una estensione .it. Ci vorranno un paio di mesi per ottenere la concessione, e i montepremi saranno tassati al 3%.

«Certo, a livello internazionale», racconta Trucco, «il cash pesa per il 70% del fatturato. In Italia c’è un pubblico di giocatori più affezionato alla formula del torneo, l’impatto sarà importante, ma magari gli incassi peseranno un po’ meno, diciamo attorno al 50% del fatturato». Che comunque è una grande cifra. E che potrebbe andare a sommarsi a quello che già attualmente è il fatturato del poker on-line in Italia: la stima è attorno ai 2 miliardi di euro per fine 2009 per i giochi di abilità a distanza gestiti da società italiane. Circa 156 milioni di euro per il solo mese di aprile.

Il governo, certo, vuole raccogliere soldi per i terremotati di Abruzzo. Ma giocare a poker su internet con pagamenti in contanti potrebbe essere pericoloso e indurre a forti perdite? «Sicuramente con la formula cash si perdono cifre in maniera maggiore, più immediata», prosegue Trucco. «Una soluzione avrebbe potuto essere quella di mettere un limite per i depositi che un giocatore fa su una poker room, per esempio un tetto di 2 mila euro al mese. Poi, però, si tratterebbe di capire perché un giocatore di poker vada tutelato, quasi non fosse capace di intendere e di volere, mentre per altri giochi non c’è nessun limite e nessuna forma di tutela».

 tempo di comunicare il fascino del tavolo verde. In Italia ci sono oltre un milione di persone che giocano a poker on-line con continuità.

Chiunque si può iscrivere ai tornei e alle room, non c’è differenza tra dilettanti e professionisti. Ma è buona regola creare dei team perché, sottolinea Trucco, «servono testimonial. Noi di Everest Poker abbiamo, per esempio, un campione come Cristiano Blanco. Ovvio, con l’apertura al cash molte grandi poker room e società di gaming avranno una sede in Italia e dovranno farsi conoscere. Arriveranno pure budget di pubblicità. Al momento, tuttavia, il grosso della comunicazione del poker on-line usa il passaparola, cioè le room creano community, danno ai giocatori dei bonus, degli sconti da regalare ad amici, spingendo sull’affiliazione on-line».

L’Italia, per Everest Poker, è il terzo mercato dopo Francia e Germania. La società fa parte del gruppo GigaMedia, quotato al Nasdaq, che nel 2008 ha fatturato 190 milioni di dollari (+25%), con 44 milioni di utile (+14%).

Sulla Penisola, infine, la raccolta giochi, nel 2008, ha raggiunto i 47,5 miliardi di euro (+12,7%). Quasi la metà, incredibile a dirsi, arriva dalle tristi slot machines seminate nei bar (21,6 miliardi, a +15,2%), davanti alle lotterie (9,2 miliardi) e al lotto (5,8 miliardi).