Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Nel marzo del 2010 la AgustaWestland, società italiana, vendette al governo indiano dodici elicotteri AW101, già comprati tre anni prima dagli algerini. Un bel contratto, che dovrebbe portarci soldi e prestigio.
• Elicotteri militari o civili?
Militari, ma che possono anche essere adibiti ad uso civile. Quindici tonnellate, tre turbine… Proprio il progetto di costruire questa macchina antisommergibili favorì l’alleanza tra la nostra Agusta e l’inglese Westland, allenaza sfociata poi in una fusione e finita con l’acquisizione del pacchetto azionario da parte di Finmeccanica. Per 560 milioni diamo agli indiani gli elicotteri, cinque anni di supporto logistico, l’addestramento di piloti e di personale tecnico. C’è anche un’opzione per l’acquisto di altri tre esemplari.
• Molto interessante. Come mai ce ne stiamo occupando?
Potrebbe esserci una tangente dietro. I giudici di Napoli (Woodcock eccetera) indagano. Giuseppe Orsi, amministratore delegato e presidente di Finmeccanica, che all’epoca era capo di AgustaWestland, è accusato di corruzione internazionale e riciclaggio. Nega tutto. La tangente – dieci milioni di euro – sarebbe stata girata alla Lega. In nero. Con quei soldi Orsi si sarebbe guadagnato la promozione in Finmeccanica, di cui è diventato amministratore delegato nel maggio dell’anno scorso e presidente in dicembre. Maroni, che ha una moglie dirigente in Aermacchi (altra azienda di Finmeccanica, la moglie di Maroni fa di cognome Macchi, che è solo una coincidenza), nega tutto. Se questa vicenda, ammesso che sia vera, non mettesse nei guai fino al collo tutto il partito, si potrebbe pensare a un colpo del famoso cerchio magico.
• Andiamo con ordine e cerchiamo di capire che cosa è successo.
Le riferisco i sospetti dei giudici di Napoli e la prego di non credere a una parola di quello che sto per dire fino alla sentenza del terzo grado di giudizio. Woodcock, Piscitelli e Francesco Curcio pensano che l’affare degli elicotteri all’India sia stato portato a termine grazie alla mediazione di due personaggi. Uno di questi è per ora ignoto. L’altro si chiamerebbe Christian Mitchell, un nome che agli inquirenti risulta falso. La tangente, detta in questi casi anche “provvista”, non sarebbe però stata gestita da nessuno di questi due, bensì da un ingegnere svizzero specializzato, Guido Ralph Haschke, il cui nome non è falso e i cui uffici di Lugano sono stati perquisiti dalla guardia di finanza tre giorni fa. Haschke, la cui famiglia è molto amica della famiglia di Maroni, avrebbe fatturato ad AgustaWestland una parcella da 51 milioni di euro e all’interno di questa parcella sarebbero nascosti i dieci milioni di euro finiti alla Lega. Si chiama “sovrafatturazione”, cioè ti pago di più con l’intesa che girerai una parte dei soldi a chi dico io senza farlo risultare da nessuna parte, cioè in nero. Secondo i napoletani, Haschke avrebbe distribuito denaro anche a politici indiani, insinuazione che ha suscitato lo sdegno del governo di Delhi e un comunicato risentito in cui ci fanno sapere che laggiù la legge proibisce il ricorso ai mediatori.
• Se nulla risulta da nessuna parte come fanno i magistrati napoletani a sapere o a credere di sapere che una tangente è stata pagata?
Gliel’ha detto un tizio che si chiama Lorenzo Borgogni e faceva il pi.erre, cioè le pubbliche relazioni, per Finmeccanica. Buttato fuori all’arrivo di Orsi, dato che era l’uomo dell’ex presidente Guarguaglini (a cui Orsi ha fatto una guerra senza quartiere). Borgogni avrebbe detto a Woodcock di aver sentito dire che sull’affare degli elicotteri era stata pagata una tangente finita alla Lega.
• Come si fa, in cose come questa, a parlare per sentito dire?
Infatti Maroni e Bossi, ieri, hanno avuto buon gioco a irridere questo testimone. Maroni era furibondo soprattutto con i giornali, che sapendo quello che le ho appena raccontato, sono usciti con grossi titoli del genere «Tangente alla Lega». Eccole la dichiarazione di Maroni: «Qui abbiamo un tizio che sostiene di aver sentito dire che è stata pagata una tangente per i partiti. "Anche per la Lega?" gli chiedono, e lui conferma. Per i giornali, diventa la tangente della Lega. Ma perché?». E poi avrebbe aggiunto: «Adesso sembra che Orsi lo abbia designato io. Noi eravamo d’accordo, certo: era un esponente del nostro territorio che andava alla testa di una multinazionale. Ma non dimentichiamo che lui è sempre stato assai più vicino a Casini e all’Udc. Per tacer di Bersani, piacentino come lui e suo buon amico». In realtà, Orsi in cima a Finmeccanica l’ha voluto proprio la Lega, impuntandosi a suo tempo come solo il Carroccio sa fare (ci fu su questo uno scontro Letta-Tremonti). Quanto al testimone-chiave della vicenda, cioè Borgogni, ieri s’è fatto intervistare dalla “Stampa” e ha detto questo: «Per il sostegno alla nomina di Orsi ai vertici di Finmeccanica sono stati dati 10 milioni di euro alla Lega. Questo è quanto ho appreso da fonti la cui identità ho rivelato ai magistrati di Napoli. Se dopo cinque, sei mesi di tempo, Orsi è stato indagato per riciclaggio e corruzione internazionale, vuol dire che sono state fatte delle verifiche. E il loro esito è stato positivo, evidentemente».
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 26 aprile 2012]