Donato Carrisi, Corriere della Sera 26/4/2012, 26 aprile 2012
ROMA —
Cifra tonda: un miliardo di vecchie lire. Ora che Vaticano e Stato italiano hanno trovato l’intesa per lo spostamento (entro maggio) della tomba del boss «Renatino» De Pedis dalla basilica, emergono dettagli sul «prezzo» pagato dalla vedova del capo della banda della Magliana, Carla Di Giovanni, per l’augusta sepoltura. Una fonte vicina alla Santa Sede (interpellata dall’Ansa) ha spiegato che davanti alle insistenze del rettore di Sant’Apollinare, Piero Vergari, «il cardinale Ugo Poletti, inizialmente reticente ad approvare la concessione, di fronte a una cifra così cospicua diede la sua benedizione». D’altronde quel fiume di danaro «fu usato per le missioni e in parte per lavori di restauro della basilica», è la salomonica conclusione. Secco il commento di monsignor Vergari, che conobbe e apprezzò «lo spirito cristiano» di De Pedis nelle sue visite a Regina Coeli: «Parce sepulto. Dei morti non si deve dire che bene». E intanto la Procura (in attesa dell’apertura della tomba) riesamina gli atti relativi sia a Emanuela Orlandi sia a Mirella Gregori, una sedicenne sparita sempre nel 1983 a Roma. Ieri è spuntata un’intercettazione del 1993 nella quale l’allora vicecapo della vigilanza vaticana, Raoul Bonarelli, parla della Gregori ipotizzando un adescamento da parte di personaggi vicini al parroco del quartiere («Quei praticoni del prete»).