Notizie tratte da: Jean-Claude Schmitt # L’invenzione del compleanno # Laterza 2012 # pp. 110, 18 euro., 26 aprile 2012
Notizie tratte da: Jean-Claude Schmitt, L’invenzione del compleanno, Laterza 2012, pp. 110, 18 euro
Notizie tratte da: Jean-Claude Schmitt, L’invenzione del compleanno, Laterza 2012, pp. 110, 18 euro.
Gran Khan Kublai La più antica attestazione medievale della celebrazione del compleanno si trova nel Milione, scritto verso il 1298. Marco Polo racconta stupito (segno che non aveva osservato nulla di simile in patria, a Venezia) che i sudditi del Gran Khan Kublai avevano la bizzarra abitudine di festeggiare con banchetti, regali e luminarie il genetliaco dell’imperatore. Marco Polo precisa che il Gran Khan è nato «il giorno 28 della luna del mese di settembre»: quel giorno, ogni anno, «tutti li tartari del mondo lo dì fanno grande festa» e rivolgono preghiere «agli loro dii, che gli salvino lo loro signore e che gli doni lunga vita e gioia e salute».
Faraoni e re persiani Ancor prima del Gran Khan, solennizzavano fastosamente anni e compleanni i faraoni e gli antichi re persiani.
Candeline Anche nella civiltà greco-romana gli anniversari erano ampiamente diffusi sia sotto forma di riti religiosi che commemoravano la nascita delle divinità maggiori (come la dea della luna Artemide, che veniva festeggiata con una torta di farina e miele con tanto di fiammelle a mo’ di candele che simboleggiavano la luce dell’astro notturno) sia sotto forma di solennità civili come quelle che a Roma e in altri paesi del mediterraneo celebravano la nascita dei sovrani e dei grandi uomini di Stato (e tutti quelli che potevano permetterselo imitavano i vip regalandosi dolci e luminarie, che servivano a rischiarare il cammino del nuovo anno; da qui, l’origine delle nostre candeline).
Eredità pagana Proprio in quanto eredità pagana, il compleanno viene rifiutato dal cristianesimo.
Onomastico Il compleanno scandisce anno dopo anno il nostro tempo individuale, mentre nel cristianesimo dei secoli passati il tempo che contava davvero era quello del calendario liturgico: collettivo e circolare, ritmato dalle feste dei santi dei quali si ricordava ogni anno il martirio. Non a caso ai nuovi nati si dava tradizionalmente il nome del santo del giorno ed era questo a essere celebrato con l’onomastico. E dunque era il giorno e non l’anno della nascita a ritmare l’esistenza delle persone.
Dies natalis Durante tutto il “lungo medioevo” (e fino a oggi nella lingua liturgica), anniversarium e spesso anche dies natalis non designano il compleanno, bensì il giorno della morte. Era, questo, l’unico giorno che avesse importanza, quello della “vera nascita”, quello dell’ingresso attraverso la morte nella “vera vita” dell’aldilà e della salvezza. Da qui le pratiche di commemorazione dei morti (memoria) che consistono in primo luogo nel registrare il nome del defunto nel giorno del suo trapasso (obitus) in un necrologio, od obituario, affinché i monaci o i chierici assegnati a questo servizio possano negli anni futuri, mediante retribuzione, pregare quello stesso giorno per il defunto e celebrare messe prescritte per testamento o per volontà degli eredi.
Battesimo Il cristianesimo considera la vera nascita il giorno del battesimo, quando cioè si rinasce alla vera vita. Da questo derivano nomi come Renato, volgarizzazione di Rinato.
Oroscopo A partire dal XIV secolo, le classi ricche e nobili iniziano a dimostrare attenzione per la data di nascita per farsi compilare un oroscopo basato sulla posizione delle stelle al momento esatto della venuta al mondo (e determinarlo non doveva essere compito da poco, considerata la fluttuazione dei calendari in uso all’epoca, quando l’inizio dell’anno poteva variare anche a seconda del luogo).
Anagrafe È possibile calcolare con esattezza l’età anagrafica solo da quando esiste l’anagrafe, figlia della rivoluzione francese. Fino ad allora erano in pochissimi a sapere con certezza il giorno e l’anno in cui erano venuti al mondo. Nemmeno i documenti ufficiali, infatti, registravano l’età delle persone, fatta eccezione per i reali e i personaggi pubblici. «Nel medioevo, la conoscenza approssimativa della propria età era la regola in tutti gli strati della società, donde la formula consacrata, molto nota ai medievisti: tale età “o circa».
Opicino de Canistris Nel Medioevo è «il pensiero della morte e dei morti, e non quello della nascita, che ha ispirato agli uomini l’attenzione per il ciclo ricorrente degli anni». Ma ci sono alcune interessanti eccezioni. Ad esempio il prelato avignonese Opicino de Canistris nella sua autobiografia trecentesca ingloba un diagramma circolare della sua esistenza suddivisa per anni.
Il libro degli abiti Il caso di Matthäus Schwarz, mercante e banchiere di Augusta, nato il 20 febbraio 1497, che e a un certo punto della sua vita decise di far illustrare con un diverso abito, ma a volte anche due, tre o quattro, ogni anno della sua esistenza. Commissionò le illustrazioni a un pittore, ricostruì con filologica pazienza l’abbigliamento dei suoi primi 22 anni, e dal ventitreesimo in avanti a ogni compleanno si fece ritrarre con un abito nuovo. Risultato: un libro con 137 tavole, tutte accompagnate da una descrizione minuziosa di foggia e tessuti: «20 febbraio 1528: farsetto grigio damascato di rosso, sopra gilet corto damascato di nero con velluto verde. Il resto foderato di velluto rosso. Avevo 31 anni»; «I quattro abiti che ho fatto fare il 20 febbraio 1530: il primo in damasco nero, le calze damascate color carne, il secondo e il terzo pure di damasco [...]. Avevo 33 anni»; «20 febbraio 1552. Quel giorno ho cominciato a farmi crescere i capelli, che facevo tagliare corti dal 1528. Abito di broccato. 55 anni precisi»; ecc.
Tempo lineare Il compleanno torna a galla con la società moderna che si secolarizza emancipandosi dalla tradizione cristiana. Solo allora «al tempo circolare delle feste religiose e della memoria dei defunti» fa seguito «un tempo lineare, che capitalizza gli anni anziché riprodurli uno uguale all’altro».
Versi e fiori In Francia, nel XVII secolo, la celebrazione del compleanno è attestata episodicamente in ambito aristocratico. In una lettera a sua figlia, nel 1680, Madame de Sévigné cita bouquets di fiori e versi offerti a un anziano abate nel giorno del suo settantaquattresimo compleanno.
Luigi Filippo Nel Journal d’education des principes d’Orléans il cavaliere Bernard de Bonnard, il 6 ottobre 1779, scrive: «Gran giorno. Il signor duca di Valois (futuro Luigi Filippo, ndr) ha 6 anni. Ci aveva sempre detto che quel giorno voleva svegliarsi alle quattro del mattino per avvertirci che aveva sei anni e in effetti si svegliò...». Il 5 ottobre 1780, la vicegovernante Madame Desroys «canta e fa cantare delle strofe» per il compleanno del duca di Valois «che domani compie 7 anni»: «Suo fratello minore gli recita dei versi e li ripete l’indomani mattina, al risveglio. La festa prosegue ancora il giorno seguente. Si canta e si balla una carola composta da Madame Beau... Anche il buon priore, travestito da vecchietta del paese, viene a cantare delle strofe che ha composto lui». Nel 1781 il duca di Valois compie otto anni e si ripetono gli stessi riti. Il bambino dice ancora una volta «di essersi svegliato alle 4 del mattino, nel momento in cui è nato».
Fuochi d’artificio Nel 1795 un Otto van Eck, allora ragazzino, prende l’iniziativa di accendere i fuochi d’artificio per il compleanno della madre, che si spaventa moltissimo.
Goethe 1 Goethe, per tutta la vita, fu un appassionato cultore dei suoi anniversari di nascita. Lo scrittore, è lui stesso a dircelo, è nato il 28 agosto 1749 «a mezzogiorno, al 12° rintocco, sotto una congiunzione astrale fortunata [...]».
Goethe 2 I compleanni di Goethe avranno una risonanza pubblica che andrà crescendo in proporzione della sua celebrità ma le prime citazioni si trovano nel registro dei conti di suo padre: nel 1754 (quando ha 5 anni) il padre gli regala una “chiocciola” (dolce lievitato a forma di spirale) che vale 20 kreutzer; nel 1755 un bretzel (altro dolcetto) dello stesso prezzo; nel 1762 (ha 13 anni) un bretzel da 24 kreutzer; eccetera. Successivamente è lo stesso Goethe che prende la penna: ad esempio nel 1767 scrive alla sorella che tutti gli anni coglie l’occasione del proprio compleanno per fare il bilancio dell’anno trascorso; nel 1768, studente a Lipsia, nota che per la prima volta non trascorre a casa dei genitori il giorno del compleanno; eccetera.
Goethe 3 Nel 1815 Goethe riceve per il suo compleanno una corona d’alloro, nel 1818 la Legion d’onore, nel 1819 lo celebra la Germania intera. I suoi 75 anni sono festeggiati al Grand Hotel di Weimar nel 1824. Nel 1826, il re di Prussia Federico Gugliemo III ordina che il compleanno di Goethe non venga celebrato con maggior fasto di quello dei membri della famiglia regnante.
Torta La torta attuale fu inventata per Goethe: il 28 agosto del 1802, infatti, in occasione dei suoi cinquantatré anni, si vide regalare un dolce con su piazzate cinquantatré candeline.
Riti Il «lento costituirsi della pratica del compleanno, dei suoi riti - auguri, canzoncina, dolcetti, regali, candeline» avviene «soprattutto negli ambienti aristocratici dell’epoca moderna, nella borghesia del XIX secolo e infine, ma non prima del XX secolo, negli ambienti popolari».
Happy Birthday to you Testo e musica di Happy Birthday to you sono stati composti da due sorelle, Milldred J. Hill e Patty Smith Hill, maestre d’asilo nel Kentucky, tra il XIX e il XX secolo (per la precisione, il ritornello risale appena al 1924 per le parole e al 1893 per la musica). In Francia, il ritornello «Buon compleanno, i nostri auguri più sinceri / Che questi fiori le rechino felicità», ecc. - spesso descritto come un «canto tradizionale» - è stato composto solo nel 1951.