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 2012  aprile 26 Giovedì calendario

LA PRESSIONE FISCALE, IL PARADOSSO DEI BOSCHI E LE 82 SCADENZE DI MAGGIO

Non c’è nessuno che sia (davvero) contento di pagare le tasse. Proprio nessuno. E stabilire quale sia la soglia equa dell’imposizione fiscale è un esercizio quasi impossibile da tentare. Soprattutto in una fase di rallentamento dell’economia come quella attuale. Però qualche cosa vorrà pur dire se negli ultimi giorni si sono intensificate le voci (autorevoli) che indicano la necessità di una tregua. Davanti al Parlamento europeo il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, che fino ad ottobre guidava la Banca d’Italia, è stato molto esplicito: «Il consolidamento dei bilanci basato esclusivamente sull’aumento delle tasse è sicuramente recessivo. Idealmente dovrebbe essere fatto sulla base di una riduzione delle spese correnti, in particolare di quelle più improduttive». Qualche giorno fa la Corte dei Conti ha usato parole forti definendo quella fiscale «una pressione già fuori linea nel confronto europeo». L’obiettivo del risanamento dei conti resta prioritario ma tasse, tributi, acconti, versamenti che arrivano al 45% del reddito rappresentano una soglia che ormai ha raggiunto il livello di guardia. Se non lo ha già superato.
Tasse alte e complicate. Proviamo a leggere dentro il decreto (ormai diventato legge) sulla semplificazione fiscale. C’è persino la definizione di bosco e di arboricoltura da legno. C’era proprio il bisogno che parlamento e governo si esercitassero in questa attività? Vero che l’Italia è un Paese dove per fortuna le foreste hanno ripreso a crescere. Ed evidentemente non si vuole perdere l’occasione di inseguire gli alberi.
Ma sarà quella l’urgenza del Paese per favorirne la crescita? Mentre lo stesso provvedimento, cambia e complica, i versamenti dell’Imu. Più si legge e più ci si ingarbuglia. La legge sposta per la terza volta le scadenze del bollo sullo scudo fiscale, dimenticandosi però di estendere la proroga al 2011. I boschi sono importanti. Forse, per il Parlamento, lo è meno il fatto che le istruzioni per il modello Unico 2012 sono arrivate a 110 pagine fitte fitte, e solo per il fascicolo base. Un buon romanzo ha meno pagine. Mentre nel mese di maggio, e solo per il Fisco, si contano 82 scadenze. Un percorso che assomiglia più a un calvario che a un ordinato sistema che preveda il rispetto del dovere civico di essere degli onesti contribuenti.
Come di pari urgenza per favorire la crescita sembra essere l’istituzione — prevista sempre nel decreto semplificazioni — della Scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute.
Senza dimenticare la prima imposta che i cittadini conosceranno soltanto alla fine, come in un gioco (molto poco divertente). Il caso dell’Imu è proprio questo: si paga una tassa ma senza conoscere quali saranno le aliquote reali che saranno applicate. Parafrasando (immeritatamente) Luigi Einaudi qui non è conoscere per deliberare ma almeno conoscere per pagare. E a quattro mesi dal varo della patrimoniale sui depositi titoli le banche non sanno ancora come calcolarla. Al Fisco non manca la fantasia quanto a sigle: con l’occasione è nata l’Ivie, l’imposta sul valore degli immobili esteri. Come calcolarla? Complicato. Introdotta dal decreto salva Italia, corretta da un provvedimento successivo, applicata retroattivamente, e unicum nel mondo probabilmente, anche agli stranieri residenti in Italia sui beni posseduti a casa loro.
Vista così, la pressione fiscale va ben oltre la soglia del 45%. Certo i sacrifici vanno fatti per rimettere l’Italia in sesto, forse è anche necessario l’incremento delle imposte ma almeno se non le aliquote, il Fisco potrebbe almeno ridurre la tassa sulla complicazione. Un’imposta che tutti, a ragione, vorrebbero evadere.
Massimo Fracaro
Nicola Saldutti