Rassegna, 26 aprile 2012
Murdcoh: «I miei tè a Downing Street»
• Rupert Murdoch si è presentato davanti alla commissione Leveson che indaga sulle deviazioni spionistiche dei tabloid e , senza mostrare mai imbarazzo, ha raccontato dei suoi rapporti con i primi ministri inglesi negli ultimi trent’anni. Cene, tè, inviti a Downing Strett. «Non ero io a chiedere di incontrare i premier. Erano loro a invitarmi, io sono di natura curioso, li ascoltavo e dicevo la mia». Già la sua qual era? «Basta leggere gli editoriali del Sun. La penso così». Murdoch deve anche spiegare (oggi la seconda testimonianza) le coperture politiche che gli hanno garantito impunità e stavano per portargli in dote la piattaforma satellitare BSkyB (8 miliardi di sterline). Nel governo aveva una spia, il ministro della Cultura Jeremy Hunt, che lo informava di tutti gli affari più interessanti. Hunt per ora non si dimette (ha lasciato il suo consigliere) ed è stato difeso anche da Cameron: «Ha fatto un ottimo lavoro». [Cavalera, Cds]
• Rupert Murdoch e i premi ministri inglesi: la Thatcher? «Non era di molte parole, per lei ho sempre avuto grande ammirazione, condividevo ogni virgola del suo operato». Tony Blair? «Era un entusiasta, andavo da lui almeno tre volte all’anno, gli confidai che se il nostro flirt fosse continuato saremmo finiti a fare l’amore come porcospini». John Mayor e Gordon Brown? «Con il primo diversi scambi di vedute, col secondo ci siamo lasciati male, mi telefonò per dirmi che noi gli avevamo dichiarato guerra e che ai laburisti non restava che ripagarci con la stessa moneta». David Cameron? «Lo frequento dal 2005, il giorno che è stato eletto mi ha invitato a Downing Street per un tè e per ringraziarmi dell’aiuto che i miei giornali gli avevano dato». [Cavalera, Cds]
• «Vediamo di finirla in giornata questa fottuta cosa» (Rupert Murdoch, scendendo da una Range Rover argentata prima della deposizione). [Malaguti, Sta]