Chiara Buoncristiani, Libero 26/4/2012, 26 aprile 2012
C’È CHI TRASFORMA LO SPRECO IN ORO
Nell’Italia degli sprechi c’è qualcuno che ha costruito un’impresa riciclando le auto blu della casta. E se ancora non si sa chi guiderà il governo dopo Monti, si sa dove si potrà acquistare l’auto di servizio dell’attuale premier. Entro il 2013 le Lancia Thesis di Giorgio Napolitano e di Mario Monti finiranno probabilmente in via del Quadraro 35, zona Tuscolana, periferia sud di Roma. Qui, presso un piccolo rivenditore, arrivano auto blu e di servizio. Dismesse da politici e amministratori, deputati e consiglieri comunali, ministri e sindaci, magistrati e vertici delle forze dell’ordine. A centinaia. Queste macchine sono state regolarmente comprate – tramite bando e partecipazione a un’asta pubblica – da Davide Toderi.
Faccia da ragazzino a quarantacinque anni, quattro figli e un cane. L’azienda costruita poco a poco per l’uomo che ha trasformato in un business fiorente il “riciclo” di quelli che lui stesso definisce «sprechi della pubblica amministrazione». Nel suo ufficetto prefabbricato a due passi dall’acquedotto romano si racconta come un uomo di «sinistra che apprezza i tecnici» e che compra (e vende) auto blu «da una quindicina d’anni». Ma si arrabbia quando vede come «hanno buttato i soldi nostri» e che «continuano a farlo». Perché Stato ed enti locali da una parte vendono i mezzi vecchi e dall’altra li ricomprano nuovi. «Dovrebbero vietare di comprare auto blu nuove e rimettere in circuito quelle vecchie, anziché venderle ai privati», si infervora contro i suoi interessi.
Toderi conosce a menadito la legge che regola le aste per la vendita dei veicoli pubblici: niente meno che un regio decreto del 1924. Secondo il quale se l’asta va deserta il prezzo base del mezzo pubblico deve scendere del venti-trenta per cento. Così può finire che una Maserati parta da 4 mila euro e arrivi a costarne mille, per dire. Toderi ricorda che le auto blu in Italia, secondo il censimento 2011, sono 64 mila. Ma precisa che, più in generale, i mezzi pubblici da dismettere sono almeno centomila. «Il più delle volte si tratta di veicoli di grossa cilindrata », spiega indicando una Thesis rivestita in pelle e superaccessoriata, «spesso in buone condizioni perché hanno fatto ogni anno una manutenzione da 5-6 mila euro e perché i chilometri percorsi di solito non sono molti». Parliamo di veicoli che allo Stato sono costati, se va bene, non meno di cinquanta-sessantamila euro l’uno. E che ora sono ricomprabili all’asta, in media, per 2.500 euro. A quanto si rivendono? «Tra i cinque e i seimila euro, perché spesso sono macchine fuori moda».
Dalle otto auto della regione Friuli Venezia Giulia, alle due del sindaco di Parma, dal parco auto dell’università di Catania, alle sei auto elettriche del comune di Como «usate pochissimo e poi abbandonate al primo problema tecnico, ma una volta sistemate sono state vendute benissimo», il rivenditore del Quadraro è inarrestabile. Ha partecipato a circa trecento aste, vincendone la maggior parte. L’ultima asta aggiudicata è quella per il parco auto della regione Lazio. Ma come ci riesce? «Niente che non sia trasparente. Solo un’abitudine quotidiana: la lettura della Gazzetta Ufficiale». Grazie al monitoraggio capillare di tutti i bandi pubblicati da Comuni, Province, forze dell’ordine, ministeri, ma anche altri enti pubblici come le camere di commercio e perfino gli ospedali, Toderi individua le aste cui partecipare. Poi procede come una macchina da guerra.
Mentre parla, continua a lavorare. Una telefonata da Perugia, un’altra da Tivoli. Due clienti in cerca di affari. Solo il tempo per un’ultima battuta. Qual è il suo segreto? «Vinco spesso perché ho analizzato il mercato e ho scelto di trattare questo tipo di auto. Sono in pochi a partecipare alle aste. Ma forse dopo questo articolo mi ruberanno l’idea», ride.
Chiara Buoncristiani