Andrea Greco la Repubblica 26/4/2012, 26 aprile 2012
Eni e Rosneft insieme per il petrolio nell´Artico – MILANO - Eni fa l´en plein in Russia. A pochi giorni dall´avvio della produzione di gas in Siberia Occidentale, con Gazprom, il gruppo firma con Rosneft un accordo di collaborazione strategica che darà vita ad alcune società compartecipate (di cui gli italiani avranno il 33,3%) per valorizzare insieme giacimenti di gas e petrolio nel mare di Barents e nel Mar Nero che hanno riserve recuperabili da 36 miliardi di barili equivalenti, pari al triplo del maxi giacimento di Kashagan in cui Eni è partner, o a 14 mesi di consumi del mondo
Eni e Rosneft insieme per il petrolio nell´Artico – MILANO - Eni fa l´en plein in Russia. A pochi giorni dall´avvio della produzione di gas in Siberia Occidentale, con Gazprom, il gruppo firma con Rosneft un accordo di collaborazione strategica che darà vita ad alcune società compartecipate (di cui gli italiani avranno il 33,3%) per valorizzare insieme giacimenti di gas e petrolio nel mare di Barents e nel Mar Nero che hanno riserve recuperabili da 36 miliardi di barili equivalenti, pari al triplo del maxi giacimento di Kashagan in cui Eni è partner, o a 14 mesi di consumi del mondo. Serviranno circa 10 anni e fino a 100 miliardi di dollari per vedere sgorgare gli idrocarburi – si tratta di zone "costose" – ma come ha detto Vladimir Putin, «parliamo di un progetto su vasta scala e a lungo termine, che permette a Eni un salto di qualità in Russia». L´Artico, mare ghiacciato e impervio sede di due dei tre blocchi interessati, è l´Eldorado dei petrolieri, con riserve potenziali di decine di miliardi di barili. Rosneft lo domina, lì attinge buona parte dei suoi 18 miliardi di barili di riserve certe (record mondiale). Il titolo Eni ha guadagnato lo 0,98% a 16,48 euro, con lo Stoxx 600 energia salito dello 0,3%. L´accordo è sulla falsariga di quello siglato da Exxon nei giorni scorsi, prevede anche lo scambio di tecnologie e personale, e l´acquisizione di Rosneft di partecipazioni Eni in progetti internazionali da rintracciare. A Eni toccheranno gli investimenti di ricerca, stimati fino a 1,2 miliardi di dollari in sette anni (circa quanto il gruppo spende ogni anno per le sole esplorazioni); ma in caso di effettivi ritrovamenti quelle spese saranno divise secondo le quote delle joint venture: due terzi il leader petrolifero russo, un terzo l´Eni. L´accordo è stato siglato a Mosca nella sede del governo, dagli ad delle due società, Paolo Scaroni ed Eduard Khudainatov davanti al premier Putin, che dopo la rielezione ha spinto molto sulle intese di stranieri nell´energia russa (lo dimostra l´annuncio che la Federazione alleggerirà il carico fiscale sugli idrocarburi, che pesa fino al 90% del margine per ogni barile esportato). «L´accordo è per noi davvero strategico: marcherà la nostra attività esplorativa per molti anni - ha detto Scaroni -. Ci siamo guadagnati l´accesso a due aree vaste ed estremamente promettenti. Il successo è il risultato dei nostri rapporti di lungo corso con la Russia e delle scoperte che Eni ha fatto, per prima, nel mare di Barents norvegese». Il manager vicentino ha aggiunto: «Nessun accordo sarebbe stato possibile senza la riforma di Putin al sistema fiscale». E sulle attività nel paese: «Eni punta a diventare il primo partner della Russia nella produzione di idrocarburi. Negli ultimi mesi la nostra collaborazione con la Russia è cresciuta di livello. Due settimane fa c´è stato il primo board di South Stream, progetto che va avanti a piena velocità e sul quale decideremo a novembre. Settimana scorsa abbiamo lanciato la produzione di gas a Yamal e oggi firmiamo questo grande accordo strategico». L´intesa riguarda tre licenze esplorative, due nel Mar di Barents verso il confine norvegese su 26 miliardi di riserve, una sul Mar Nero da 10 miliardi. In base alla legislazione russa, Rosneft resterà titolare delle licenze. Ma per valorizzare quei giacimenti l´ad di Rosneft stima che serviranno tra 50 e 70 miliardi in opere nell´Artico, e 50-55 miliardi nel Mar Nero.