Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’arcivescovo di Friburgo, Robert Zollitsch, è intervenuto ieri sulla faccenda dei preti pedofili ammettendo che le diocesi tedesche hanno intenzionalmente taciuto per anni i casi di violenza dei sacerdoti sui bambini. Il monsignore ha parlato con il settimanale Focus (niente a che fare con il nostro Focus): «Sì, questo è successo, ma da anni, tuttavia, abbiamo imboccato la strada opposta…»
• Sarebbe?
Prima la Chiesa nascondeva questi episodi nella speranza di esser capace di risolverli da sé e di mantenere intatto il proprio prestigio. Come ha scritto il Papa nella lettera ai cattolici irlandesi (vedi l’articolo di Carlo Angioni sulla Gazzetta di ieri) questo ha creato delle grandi ingiustizie. Adesso Zollitsch conferma che la Chiesa è pronta ad abbandonare quella strada e a far giudicare questi suoi pastori dalla giustizia penale, la giustizia degli Stati. Zollitsch nell’intervista dice ancora: «Mi vergogno e mi spaventa enormemente il fatto che gli abusi si siano verificati in modo così elevato nelle nostre istituzioni». Ha aggiunto però che la prassi di nascondere questi casi non era tipica solo della Chiesa, ma di tutta la società.
• E’ vero?
Sì, è vero. La vergogna, la paura hanno trattenuto tante persone dal confessare le violenze subite, nell’infanzia, ad opera di adulti, preti ma non solo. Lei saprà che l’ambito nel quale l’abuso sui minori è più frequente è proprio la famiglia. E a questo proposito è assai interessante un’osservazione di Sergio Romano, il quale attribuisce l’emergere di tanti casi dolorosi a un “cambiamento dello statuto della vittima”: «La situazione accenna a cambiare nel momento in cui la persona offesa si accorge che lo statuto della vittima è stato “emancipato” e per certi aspetti nobilitato. Anziché essere guardata con il misto di compassione e sospetto con cui si guarda un appestato, la persona offesa diventa l’eroe di una sacrosanta battaglia contro la tirannia del clero, dei padri stupratori, dei maschi brutali. questo il momento in cui si sente sollecitata a parlare in pubblico, magari talvolta con qualche coloratura e qualche ritocco». Romano nota un altro dettaglio importante: l’80% delle denunce relative alla Chiesa arriva dagli Stati Uniti, vale a dire dal paese degli avvocati. Cioè: c’è una forte speranza da parte degli studi legali di quel paese di incassare risarcimenti colossali. La Chiesa americana ha già speso più di un miliardo di dollari, per questo.
• Sta cercando di attenuare le responsabilità del clero?
No, cerco di esaminare la situazione con un minimo di equilibrio. Zolltisch ha dichiarato che tante volte sono le vittime degli abusi a non voler ricorrere ai tribunali dello Stato. E ha aggiunto che c’è un aspetto da non sottovalutare, quello delle accuse false. Basta niente per rovinare a vita una persona. Da noi in Italia è già successo e, vista la solidità delle accuse di certi processi in corso, potrebbe succedere di nuovo.
• Ma come è nato adesso tutto questo putiferio?
Lo scorso 5 marzo, sul sito web della diocesi di Ratisbona, è apparsa una lettera ai genitori dei bambini del coro di quella città (il più antico del mondo) in cui si raccontava che tra il 1958 e il 1973 erano stati commessi una quantità di abusi sui piccoli. Per un periodo a dirigere quel coro c’era stato anche il fratello di Benedetto XVI, Georg Ratzinger. La lettera veniva dopo uno scandalo scoppiato in gennaio: ex alunni del collegio dei gesuiti Canisius, il ginnasio più prestigioso di Berlino, denunciavano di essere stati seviziati dai loro professori-religiosi. Decine di casi, che hanno dato la stura a una specie di confessione generale, uomini che erano stati allievi delle scuole cattoliche di Amburgo, Hannover Göttingen, Hildesheim hanno raccontato a un tratto di essere stati stuprati dai loro insegnanti. Per esempio: «Allo Aloisiuskolleg un giovane negli anni Sessanta fu violentato da un sacerdote. Altri furono costretti a masturbarsi davanti agli occhi dei presuli, o a carezzare i genitali dei sacerdoti mentre costoro si masturbavano guardando i giovani. Altri ancora furono brutalmente violentati. L’attuale rettore, padre Theo Schneider, ha garantito l’anonimato a chiunque aiuti nelle indagini. Indagini che ormai sono seguite dalla stessa Conferenza episcopale tedesca». Così i giornali di quel paese. Le denunce finora arrivate sono 150.
• E il caso irlandese?
Il rapporto Ryan dell’anno scorso ha documentato migliaia di vittime, tra gli anni Trenta e Novanta, e abusi in 250 istituti cattolici. A novembre il rapporto Murphy ha certificato 320 casi di violenze sessuali da parte di 46 preti pedofili nella sola diocesi di Dublino tra il 1974 e il 2004. Questa arcidiocesi ha ossessivamente nascosto quello che succedeva per trent’anni. Un prete ammise di aver violentato cento bambini, un altro di averne stuprato uno a settimana per venticinque anni. Almeno tredici vescovi sapevano tutto e non parlarono mai. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/3/2010]
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