dagospia 22/3/2010, 22 marzo 2010
Il Fatto Su "Libero" di ieri, 19 marzo, è comparso un articolo di Fosca Bincher dal titolo: "Nella mini-procura dei veleni non vogliono trovare la talpa", nel quale s’invitano i magistrati a indagare il giornalista de "il Fatto Quotidiano", Antonio Massari, che per primo ha pubblicato le notizie dell’inchiesta di Trani su Berlusconi, Innocenzi e Minzolini
Il Fatto Su "Libero" di ieri, 19 marzo, è comparso un articolo di Fosca Bincher dal titolo: "Nella mini-procura dei veleni non vogliono trovare la talpa", nel quale s’invitano i magistrati a indagare il giornalista de "il Fatto Quotidiano", Antonio Massari, che per primo ha pubblicato le notizie dell’inchiesta di Trani su Berlusconi, Innocenzi e Minzolini. Un pezzo nauseante perché mai su un giornale si era vista una delazione così esplicita nei confronti di un altro giornalista ("Basterebbe un preside con un minimo di esperienza sulle spalle", "Ha ragione Berlusconi, sarebbe un gioco da ragazzi scoprire il colpevole", e così via). Visto che l’autore si nasconde dietro l’anagramma del suo vero nome (Franco Bechis, ndD), veda un po’ di anagrammare la parola spia. il direttore Padellaro GLI IPETTORI SOSPETTANO UN " METODO DE MAGISTRIS" da Il Giornale Bisognava spegnere i riflettori, per far luce sulla vera storia dell’inchiesta di Trani. Nella caccia alla «talpa» responsabile della fuga di notizie sull’inchiesta Rai-Agcom che ha coinvolto il premier Silvio Berlusconi, gli ispettori del ministero della Giustizia sospettano un «modello De Magistris»: sentendosi scaricato dal suo superiore, uno dei sostituti procuratori avrebbe attirato l’attenzione mediatica, passando le carte al Fatto Quotidiano. bechis27 x bechis L’inchiesta era partita a settembre da un presunto caso di usura a danno dei titolari della carte di credito revolving American Express. Un paio di mesi dopo il pm titolare dell’inchiesta Michele Ruggiero aveva ottenuto dal procuratore capo Carlo Maria Capristo l’autorizzazione alle intercettazioni telefoniche, quelle che hanno portato alle telefonate tra Berlusconi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, il commissario Agcom Giancarlo Innocenzi. La tessera che manca al mosaico è lo scontro che per mesi si protrae fra Capristo, Ruggiero e i suoi collaboratori. A metà dicembre Capristo segnala al sostituto che quell’inchiesta che nessuna attinenza ha con le indagini sulle carte di credito né con le competenze di una procura periferica come quella di Trani, non può proseguire. FELTRICarlo Maria Capristo procuratore di Trani L’ufficio di Ruggiero si impunta, Capristo non cede. E il 18 dicembre nega la proroga alle intercettazioni. allora che inizia il braccio di ferro di cui gli ispettori in questi giorni hanno preso atto ufficialmente. Perché Ruggiero spinge per continuare le indagini, tanto che Capristo decide di approfittare della rotazione già prevista per spostarlo dall’ufficio indagini sulla pubblica amministrazione. Sono i primi di marzo quando il consiglio interno firma la destinazione ad altro incarico del pm. Il 12 i dettagli dell’indagine sono sul Fatto e il premier risulta iscritto nel registro degli indagati.