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 2010  marzo 22 Lunedì calendario

Anno VII - Trecentoquattordicesima settimanaDal 15 al 22 marzo 2010Regionali Domenica e lunedì si vota per rinnovare tredici consigli regionali ed eleggere altrettanti governatori

Anno VII - Trecentoquattordicesima settimana
Dal 15 al 22 marzo 2010

Regionali Domenica e lunedì si vota per rinnovare tredici consigli regionali ed eleggere altrettanti governatori. Abbiamo già spiegato un paio di numeri fa i meccanismi della strana legge elettorale, detta Tatarellum, che sarà adottata in questo caso. I pronostici sono grosso modo questi: Berlusconi perderà qualcosa, il Pd guadagnerà qualcosa, la Lega trionferà al Nord, Di Pietro non otterrà un risultato significativo. Questo in termini generali, cioè trattando questo voto come se si trattasse delle politiche. Ma si tratta delle regionali e quindi conterà alla fine quante regioni saranno governate dagli uni e quante dagli altri. Qui il pronostico dice: quattro regioni andranno al centro-destra e nove al centro-sinistra. Siccome in questo momento il centro-sinistra governa in undici regioni su tredici, un risultato simile dovrebbe suonare come una vittoria del centro-destra. Ma poiché, appena poche settimane fa, le aspettative di Berlusconi e dei suoi erano tutt’altre (si sperava addirittura in un sorpasso, 7 a 6 per il centro-destra), un risultato simile sarà di fatto letto come un recupero di Bersani e un calo di simpatie per il Cavaliere. Vi sarà quindi il regolamento di conti tra Fini e Berlusconi, l’affondo di Bossi per l’attuazione del federalismo (con molti ammiccamenti al Pd), l’ulteriore diluvio del Cav sulla giustizia, con nuove leggi o pezzi di legge varate per neutralizzare giudici sempre più inveleniti e politicizzati, ecc.

Comizi Negli ultimi due sabati, sia il centro-sinistra che il centro-destra si sono esibiti in manifestazioni di piazza a Roma. Prima il centro-sinistra (sabato 13), convocato a piazza del Popolo per mettere sotto accusa Napolitano e il decreto interpretativo, e poi protagonista di un raduno tranquillo, dove Napolitano non è stato praticamente nominato e si è confusamente parlato della necessità di tornare uniti come ai bei tempi di Prodi. Dopo lo spettacolo, gli organizzatori hanno sparato: «Eravamo duecentomila». Ora, geometricamente parlando, piazza del Popolo non può contenere più di 60 mila persone e guardando i vuoti tra gli uni e gli altri la polizia ha infatti valutato che Bersani, Di Pietro e i loro compagni non fossero più di 25 mila. Il sabato successivo (20 febbraio) ecco Berlusconi e i suoi a San Giovanni, reclamano per il diritto di voto (non avendo presentato la lista a Roma il Pdl è stato escluso dalla Capitale), imprecano contro i giudici persecutori, Berlusconi è il solito show, fa salire i candidati-governatori sul palco e gli fa leggere un giuramento, Bossi c’è ma senza troppo impegno («i nostri non li abbiamo portati, erano decine di milioni»), Fini è rimasto a casa, eccetera. Alla fine, anche il centro-destra – per bocca dello stesso Berlusconi - spara il suo numerone: «Siamo un milione!». La piazza San Giovanni però, misurata da molto tempo, non può contenere fisicamente più di duecentomila persone. La polizia dice ”centocinquantamila” e si assiste così allo spettacolo del ministro Gasparri e del senatore Cicchitto che, non potendo destituire la geometria, si infuriano con il questore della città, giudicato per le vie brevi un incapace o addirittura un ubriacone, e vanno a cercarsi quindi una baruffa politica con Maroni, ministro dell’Interno e leghista, che invece difende a spada tratta la questura di Roma e le sue valutazioni. Lo si racconta anche per dar testimonianza del forte nervosismo di cui soffre in questo momento il centro-destra.

Pedofili Il Papa ha scritto una lettera ai cattolici irlandesi per farli partecipi del proprio dolore relativamente alle storie dei preti pedofili scoperte in quel Paese, per condannare senza appello il fenomeno («dovrete rispondere davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti») e annunciare che la Chiesa non coprirà più i colpevoli, ma lascerà che la giustizia dello Stato faccia il suo corso, fornendo agli inquirenti tutto quello che loro serve per accertare la verità. Il documento di Benedetto XVI non ha precedenti nella storia. Papa Ratzinger è intervenuto al termine di una lunga sequenza di giorni in cui la Chiesa cattolica è stata messa sotto accusa particolarmente in Irlanda (migliaia di casi denunciati da ex allievi delle scuole religiose) e in Germania, dove gli ex cantori del celebre coro infantile di Ratisbona, fattisi adulti, hanno denunciato ogni sorta di violenze da parte dei loro maestri. Il coro di ratisbona è il più antico del mondo e per una trentina d’anni lo ha diretto il fratello del Pontefice.

Obama Lunedì all’alba (ora italiana, in America era mezzanotte) la Camera ha approvato la riforma sanitaria di Obama, molto diversa da quella che il Presidente aveva tentato di far passare 14 mesi fa, ma comunque assai significativa: alla fine del 2014 32 milioni di americani godranno dell’assistenza, un obiettivo che nessun presidente degli Stati Uniti era riuscito a raggiungere in passato. Barack ce l’ha fatta grazie alla promessa di vietare l’uso di fondi pubblici per le interruzioni di gravidanza, norma che ha spostato dalla sua parte un nutrito gruppo di deputati anti-abortisti. La firma alla legge dovrebbe arrivare in pochi giorni, dopo l’approvazione del Senato.

Francia I ballottaggi in Francia (elezioni regionali anche qui) hanno confermato che il carisma di Sarkozy è in crisi. andata a votare un po’ più gente del primo turno, ma l’astensionismo è rimasto molto alto (49.3% contro il 53,6 di una settimana prima). La sinistra, stavolta unita, ha ottenuto il 54,3% dei voti, conquistando 21 regioni su 22 (una in più). Sarkozy, tenendo l’Alsazia e perdendo la Corsica, ha preso il 36,1%. il più grande scarto tra destra e sinistra nella storia delle elezioni francesi. La ”sinistra” è in questo caso un’alleanza tra socialisti, comunisti e verdi, tre formazioni guidate da tre donne: Martine Aubry, che punta alla presidenza della Repubblica, Marie-George Buffet e la giovane Cécile Duflot. Segolene Royal, vincitrice nella sua regione col 60% dei voti, è socialista, sì, ma viene considerata un battitore libero. Darà fastidio alla Aubry quando il Ps dovrà scegliere chi opporre a Sarkozy nella corsa all’Eliseo.

Elisa Il corpo mummificato di Elisa Claps, sedici anni, scomparsa intorno a mezzogiorno del 12 settembre 1993, era stato murato in un’intercapedine nell’angolo del sottotetto della chiesa della Santissima Trinità a Potenza. Lo hanno ritrovato per caso, giovedì della settimana scorsa, dei muratori che stavano eseguendo un restauro. L’ultimo a vedere Elisa, proprio in chiesa, fu Danilo Restivo, suo fidanzatino di allora, poi emigrato in Inghilterra. Quel giorno il ragazzo si presentò anche al Pronto soccorso per farsi medicare un taglietto insignificante. La polizia ha sempre pensato che avesse cercato di costruirsi un alibi, dato che non aveva saputo spiegare in modo convincente che cosa avesse fatto tra le 12 e le 13.45 di quel giorno. In Inghilterra, Restivo è stato coinvolto in un altro fatto di sangue: il 12 novembre del 2002, a Bournemouth nel Dorset, Heather Barnet, 48 anni, venne seviziata e uccisa da un assassino rimasto sconosciuto. La polizia inglese sospettò Restivo, che era un suo vicino di casa, al punto da metterlo in cella due volte. Gli agenti del Dorset vennero anche a Potenza per cercare collegamenti tra i due casi. Tutto invano. Finora la prova decisiva per inchiodare Restivo, che si proclama innocente in tutti e due i casi, non c’è.

Busi Aldo Busi, lo scrittore che adora andare in tv e che partecipava adesso all’Isola dei famosi, è stato escluso da tutte le trasmissioni Rai per aver pronunciato queste parole: «Il vero problema della società non sono gli omosessuali ma gli omofobi, quelli sono i malati e pervertiti da curare, siano essi politici o preti […] Se anche il Papa si scaglia contro gli omosessuali… Ormai è risaputo: l’omofobo è un omosessuale represso, lo dovrebbero avvisare, lo dovrebbero sapere, si scoprono da sé, queste persone sono un danno per la società. Chi rinnega se stesso è capace di rinnegare anche la propria madre». I vertici di viale Mazzini hanno ritenuto che questa dichiarazione fosse offensiva per Benedetto XVI. Busi in quell’occasione s’era espresso anche su Berlusconi: «Io pago le tasse e sono orgoglioso di farlo, ma la prima legge che dovrebbe fare un governo di destra come il nostro è quella sulle aliquote al 23 e al 33 per cento. Se non fanno questa legge del meno tasse ma per tutti a cosa è servito Berlusconi? Cosa ha fatto in 15 anni?». Lo scrittore aveva già manifestato l’intenzione di lasciare il programma con queste parole: «Non vorrei dimenticarmi di un dettaglio. Questo capriccio estetizzante, decadente, quasi di rassegnata malinconia che mi ha portato a partecipare all’Isola si è concluso. La parabola è arrivata al suo fine. Mi sento esautorato, superfluo, inutile, non c’è più racconto. Temo anche che se restassi finirei per vincere».