Varie, 22 marzo 2010
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Mannarini Alessandro
• Lecce 1971 (~) Noto inquanto ex collaboratore di Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore barese inquisito per aver accompagnato ragazze a pagamento a casa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Coinvolto in un’indagine sulla cessione di cocaina durante le feste organizzate nell’estate 2008 in Sardegna, il 16 ottobre 2009 finì agli arresti domiciliari • «[...] detto ”Papi” dagli amici; perché assomiglia al presentatore televisivo Enrico Papi [...] per quattro mesi è stato il più stretto collaboratore di ”Gianpy” [...] A inizio settembre 2008 [...] chiusa la casa di Porto Cervo in Sardegna, i due si sono separati: ”Mi ha proposto di trasferirmi a Roma e Milano, per seguirlo nella sua nuova avventura imprenditoriale, ma a me non interessava”. Avventura che aveva la sua ”ragione sociale” nell’amicizia tra Tarantini e Berlusconi [...] Nell’inchiesta della Procura di Bari Mannarini è indagato per detenzione e spaccio di stupefacenti; reato commesso, secondo gli inquirenti, tra Puglia e Sardegna da fine luglio a fine agosto 2008. [...] Gli indizi sulla droga derivano da intercettazioni sulla linea telefonica di Tarantini, quando i due parlavano delle cose da trasportare da Bari alla Costa Smeralda: mozzarelle, vestiti, bottiglie, candelabri e molto altro. Tutti elementi di un viavai infinito perché Tarantini aveva deciso di fare le cose in grande: ”La villa era arredata, ma noi abbiamo portato un’altra cucina, un altro frigorifero, un congelatore, un fabbricatore di ghiaccio, centinaia di casse di acqua, vini e champagne. E Gianpaolo ha fatto arrivare grandi valige con lenzuola, asciugamani, tovaglie, piatti, bicchieri, posate”. Il sospetto degli investigatori è che in quei discorsi si alludesse alla cocaina. Mannarini nega [...]» (Giovanni Bianconi, ”Corriere della Sera” 26/6/2009) • «[...] dopo due mesi di detenzione, ha chiesto di essere ascoltato e ha raccontato un inedito Gianpi Tarantini. A partire dall’uso della cocaina, in quell’estate indimenticabile del 2008 in Sardegna: ”Lo stupefacente veniva distribuito in casa durante le ore dell’aperitivo, dopo la cena e al ritorno dalla discoteca, alle sette del mattino. Anche persone che non erano ospiti della villa venivano in quelle occasioni a condividere quei momenti; senza voler giustificare nulla, credo che il contesto che si era creato induceva persone che a mio avviso nel quotidiano si comportavano diversamente a utilizzare cocaina. La cocaina veniva distribuita anche durante le gita in barca, preciso sul suo gommone [...] Sono stato testimone di un incontro tra Tarantini e circa quaranta primari ospedalieri baresi e leccesi tra i quali ricordo vi era il professor Patella; in quell’occasione, pur non avendo partecipato al pranzo, che si tenne alla Taberna, appresi che Gianpaolo usava organizzare questi incontri a sue spese per promuovere i prodotti, farsi pubblicità e prendere accordi; arrivai alla fine dell’incontro e prendendo il caffè mi resi conto che tutti erano d’accordo con Gianpaolo [...] In alcune occasioni ho constatato che Tarantini ha effettuato dazioni di danaro; dico questo perché ci sono state occasioni in cui lui con la borsa che conteneva danaro prelevato in banca si recava nei posti (ospedali, prefettura, comune, presidenza della regione, policlinico...) e alla fine della giornata avevo modo di riscontrare che il danaro non c’era più [...] Il primo appuntamento della mattinata era la banca; poi andavamo negli ospedali e a fine giornata la mazzetta di denaro che aveva prelevato era sparita. Posso con quasi assoluta certezza dire che il danaro finiva negli ospedali [...] So che Gianpaolo effettuava regalie ai medici: casse di champagne Krug, buoni di benzina, biglietti aerei, viaggi” [...]» (’La Stampa” 20/3/2010).