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 2010  marzo 22 Lunedì calendario

S’ ROTTO IL PC? NON TUTTO PERDUTO, PER VOCE ARANCIO


«Gli utenti di computer si dividono in due categorie: quelli che hanno perso tutti i loro dati e quelli che li perderanno entro breve tempo» (anonimo).

Documenti, musica, immagini, video. Ciò che una volta trovava posto negli scaffali o dentro cassetti e bauli (magari destinati ad essere riscoperti dai nipotini), ora è tutto nel computer di casa. Eppure raramente si pensa a quanto si potrebbe perdere, in alcuni casi anche per sempre, se qualcosa andasse storto. I sondaggi, in più, mostrano che per la maggioranza dei possessori di pc concetti come protezione o sicurezza dei dati sono riservati solo alle aziende.

Il fatto è che i pc si rompono, e non così raramente come molti credono. Uno dei componenti più esposti a guasti è il proprio disco rigido, il suo magazzino centrale. Secondo una statistica fatta da Google sulle proprie macchine, dopo due anni di vita la probabilità di rottura dell’hard disk sale del 7% per ogni anno successivo. Sono numeri in alcuni casi superiori rispetto a quanto viene ufficialmente dichiarato dalle case costruttrici, che comunque puntano in genere a una vita media di sette anni.

Altre cause della perdita di dati: l’errore umano (cancellare senza volerlo o senza accorgersene un file importante); un fulmine che colpisce le linee elettriche o telefoniche, e che non farà molta fatica a ”friggere” il computer. Se poi si tratta di un portatile, le statistiche mostrano che negli Stati Uniti viene rubato un computer ogni 53 secondi, e sono ben dodicimila i laptop persi negli aeroporti ogni settimana.

Bisogna anche considerare tutti quei casi in cui semplicemente il sistema operativo decide di non avviarsi per un qualche problema interno. In buona salute dal punto di vista hardware, il pc, con tutto ciò che contiene, diventa comunque inaccessibile.

La prevenzione si fa con quella che i tecnici chiamano ”strategia di backup”.

La prima domanda che bisogna porsi è: «Cosa realmente devo salvare?». In un disco rigido esistono due tipi di informazioni: il software (dal sistema operativo ai singoli programmi applicativi) e i dati personali veri e propri. Perdere il sistema operativo o gli altri programmi non è necessariamente una catastrofe. Nella maggior parte dei casi si tratterà di riprendere i cd o dvd originali e ripartire con l’installazione. Lavoro che spesso richiede ore, con tutti gli aggiornamenti da scaricare, la ricerca dei driver per la stampante o la webcam, la messa a punto delle preferenze. Snervante, ma non impossibile. Diverso il discorso dei dati personali. Quelli saranno persi per sempre.

Chi vuole evitarsi la fatica di una reinstallazione completa dovrà seguire una strada di protezione totale. Un metodo molto efficace e non molto costoso è il ”Raid 1”, la tecnologia che permette di scrivere gli stessi dati simultaneamente su due dischi. Anche se uno di essi si rompe, quasi non ce ne accorgeremmo perché l’altro continuerebbe a funzionare come ”gemello”. La maggior parte delle schede madri moderne supporta questo sistema. Solo che c’è bisogno di avere almeno due dischi rigidi, che peraltro si comporteranno come uno solo. E naturalmente ci vuole una buona competenza tecnica per mettere a punto la cosa se non vogliamo farla fare al negozio o al centro specializzato.

Questo livello semi professionale è rivolto soprattutto a chi non può permettersi interruzioni nel proprio lavoro. Ma chi intende comunque avere il proprio computer nuovamente in funzione in un tempo relativamente breve potrà cavarsela anche con un sistema più semplice: creare un’immagine completa dell’hard disk. Il sistema migliore è comprare un disco rigido esterno (intorno ai 100 euro, o anche meno), da collegare via porta usb al pc. A quel punto basterà usare uno dei tanti software di drive imaging disponibili, sia commerciali che gratuiti [SCHEDA SOFTWARE DI BACKUP]. Ciò che avremo è un clone del nostro disco. In caso di guai, magari dopo aver comprato un disco nuovo se l’originale è irrecuperabile, basterà ricollegare il disco esterno ed eseguire la procedura di restore. Poiché il sistema operativo è assente, l’avvio del computer dovrà prima essere garantito con un altro mezzo (in genere un cd creato per l’occasione). In pochi minuti sarà tutto come prima, naturalmente ”congelato” al momento in cui si era eseguita l’immagine. Quindi sarà bene tenere aggiornato il clone periodicamente. Molti dei software disponibili permettono il backup incrementale, cioè l’aggiornamento delle sole modifiche effettuate dall’ultima volta, con un notevole risparmio di tempo.

C’è poi un livello meno complesso, in cui ci si preoccupa fondamentalmente delle sole informazioni: documenti, immagini e quant’altro. In questo caso la soluzione del disco esterno è ancora valida, solo che vi copieremo unicamente le cartelle contenenti i nostri dati personali. Lo si può fare a mano, cartella per cartella (tipicamente limitandosi alla sola cartella documenti). Se si vuole automatizzare il tutto, gli stessi software di backup completo eseguiranno anche queste operazioni più limitate, ma impiegando tempi minori rispetto all’immagine del disco.

Sempre nel caso dei soli dati, una soluzione per tutte quelle informazioni che, una volta immagazzinate, sono destinate a rimanere stabili nel tempo, le foto ad esempio, è quella di masterizzarli su dvd. Questi supporti garantiscono un’ottima protezione nel tempo, anche se bisogna fare i conti con uno spazio di memorizzazione non grandissimo. Anche le chiavette usb possono svolgere un buon lavoro in questo senso.

Per avere una protezione totale occorrerà però portare il disco esterno o gli altri supporti in un luogo diverso da quello del pc. Oppure, eseguire il backup dei propri dati on line (un sistema sempre più diffuso). Sono molti i servizi che lo offrono, sia gratuitamente che a pagamento [SCHEDA SERVIZI DI BACKUP ON LINE]. Ci si registra e si ottiene un certo spazio, da due gigabyte in su fino a diverse centinaia. Non è utilizzabile per una clonazione completa del disco, ma è ottimo per le singole informazioni personali. I dati vengono copiati con sistemi automatici, se il servizio offre software specifici, o manualmente. In questo modo può veramente succedere di tutto, ma i dati saranno sempre disponibili, anche se ci troviamo in un’altra parte del mondo. Naturalmente, considerando che tutto viene fatto via Internet, è necessaria una connessione molto affidabile, e saranno processi piuttosto lenti.

La preoccupazione principale legata ai sistemi di archiviazione on line è però la sicurezza, sia in termini di privacy che di affidabilità. In fondo con questi metodi si affidano informazioni personali a un’entità remota. Qualcuno potrebbe accedere ai file? Oppure l’azienda potrebbe fallire di punto in bianco smantellando l’intera struttura? Per quanto riguarda il primo caso, i servizi più quotati offrono sistemi di criptazione ai più alti standard. In pratica, i dati vengono criptati al momento della ricezione, e solo dopo vengono immagazzinati nei server, garantendo un livello di protezione molto alto. Quanto al destino di un’azienda, l’esperienza insegna che tutto può succedere. E la scelta, anche quella tra un sistema gratuito e uno a pagamento, non potrà che essere guidata dall’importanza che quei dati rivestono per noi. Meglio investire un po’ di denaro piuttosto che scoprire che i nostri file semplicemente non esistono più.

Infine, lo scenario del disastro completo: il disco rigido è rotto, e non siamo stati abbastanza previdenti da farci un qualche tipo di backup. A quel punto non resta che una soluzione: tentare di recuperare i dati. Esistono decine di software che possono aiutarci, ma non sempre in modo indolore. In caso di guasto tecnico serio dell’hard disk, infatti, un tentativo di recupero con questi programmi potrebbe addirittura peggiorare la situazione. Molto quotato è iRecover della DIY Data recovery (dove DIY sta per ”do it yourself”: fatelo da soli): http://www.diydatarecovery.com/irecover.htm. Si parte da circa 40 dollari per la versione base.

Per i curiosi, si può tentare di capire se un disco rigido ha problemi tecnici molto seri ascoltando il rumore. Una serie di scatti continui e ripetuti molto regolari, come qualcosa che va a sbattere, potrebbe indicare un problema sulle testine di lettura/scrittura. Se poi il rumore è un vero stridore (come un gessetto su lavagna o addirittura simile a una mola) allora le testine potrebbero essere ”atterrate” sul disco, graffiandolo. Un ronzio intermittente che sale e scende di tono, infine, potrebbe avvertirci di un guasto al motore.

In questi casi sarà sicuramente meglio rivolgersi a centri specializzati in recupero dati. Non ce ne sono molti (Roma ad esempio ne ha tre), anche perché il recupero di un disco veramente danneggiato impone tecnologie complicate e costose. Una fra tutte: la camera bianca, una stanza dove l’aria è fino a 50.000 volte più pulita del normale. Qui il disco può essere aperto per i tentativi di recupero, operazione che lo danneggerebbe in modo irreparabile se fosse fatta in un ambiente normale.

Molte di queste aziende offrono preventivi gratuiti. Si smonta il disco, lo si impacchetta e lo si spedisce. A quel punto, dopo l’analisi, sapremo quanto ci vorrà e potremo scegliere se andare avanti. In questo caso riceveremo i dati recuperati (quasi mai riavremo il disco originale se c’era un problema tecnico). I prezzi sono però decisamente alti: da un minimo di 300 euro per un problema non strutturale ad un massimo di 1.200 se il guasto è nei meccanismi.