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 2010  marzo 22 Lunedì calendario

CASA A PROVA DI SCOSSE, PER VOCE ARANCIO


Costruire un’abitazione antisismica costa solo il 10% in più. Anche mettere in sicurezza un edificio non a norma è possibile. Leggi, materiali e verifiche per non correre rischi

Case antisismiche in Italia: in media il 27% delle nuove costruzioni. Dal I luglio 2009 con l’entrata in vigore delle Ntc, Norme tecniche per le costruzioni, tutti gli immobili (quelli il cui progetto è stato depositato dopo il 30 giugno) devono rispettare i criteri di sicurezza antisismica. La percentuale di case di nuova costruzione con dichiarazione antisismica cambia di regione in regione: dal 39% dell’Abruzzo all’11% della Sardegna.

La casa di Onna (foto d’apertura, ndr) il paese a pochi chilometri dall’Aquila quasi distrutto dal terremoto del 6 aprile 2009, nel cui sottosuolo passano tre faglie. stata ricavata da un’antica fornace. Ristrutturata nel 1998 con criteri antisismici, rinforzando i muri in pietra con catene e tondini di ferro, durante il sisma che ha sconvolto l’Abruzzo non ha subito alcun danno.

Le Ntc stabiliscono i criteri antisismici da applicare su tutto il territorio nazionale, definiscono l’azione sismica, i modelli strutturali, i metodi di analisi, le verifiche da effettuare ecc. Deroghe alle norme antisismiche sono previste solo nella zona a sismicità molto bassa.
Classificazione sismica dei comuni italiani della Protezione civile:

1. Zona uno: è la più pericolosa, dove si possono verificare terremoti molto forti. Comprende 725 comuni.
2. Zona due: qui si possono verificare terremoti abbastanza forti. Comprende 2.344 comuni.
3. Zona tre: i comuni di questa zona sono soggetti a scuotimenti modesti. Comprende 1.544 comuni.
4. Zona quattro: è la meno pericolosa, comprende 3.488 comuni in cui le possibilità di danni sismici sono basse.

Edifici privati in Italia: 11,2 milioni. Di questi 7,5 milioni si trovano nelle zone a rischio sismico: 860mila nella zona uno (266mila non sono antisismici); 4,2 milioni nella zona due (2.872.000 non sono antisismici); 2,5 milioni nella zona tre (2.350mila non sono antisismici). In totale 5,5 milioni di edifici privati non sono stati costruiti con criteri antisismici.

Caratteristica principale di un edificio antisismico: la capacità di assorbire l’energia rilasciata da un terremoto. Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano e ingegnere strutturista: «Di fronte a un sisma distruttivo una struttura antisismica ben progettata deve essere in grado di deformarsi o al limite di fratturarsi (in quanto è proprio attraverso le fratture che si dissipa energia) in un lasso di tempo che deve permettere a tutte le persone di uscire dall’edificio. Poi, al limite, può anche crollare». Qual è la differenza tra un edificio antisismico e uno normale? «La differenza sta soprattutto nel modo con cui si costruiscono i pilastri, che devono essere più massicci, così come le travi, le quali devono essere legate ai primi con metodologie in grado di dissipare l’energia del sisma, perché è proprio nelle giunture che quest’ultima agisce fortemente».

In media costruire una casa secondo i criteri antisismici costa il 10% in più. Se in un immobile tradizionale la struttura incide sul costo totale per circa il 30% del valore, attenendosi alle regole imposte dalle Ntc si passa al 33%. Se per un immobile tradizionale servivano 100mila euro, per uno identico dal punto di vista estetico ma antisismico se ne spendono 110mila (NuoveCostruzioni.it).

Per costruire una casa completamente antisismica serve il 30% di tempo in più (NuoveCostruzioni.it).

Rendere antisismica una costruzione esistente è possibile. Per prima cosa bisogna valutare le sue condizioni. Il progetto della casa, se si escludono modifiche e variazioni, dà già informazioni importanti sulla sua resistenza ai terremoti. Per fare indagini più approfondite sullo stato dei punti più delicati (pilastri, giunzioni tra pareti, commissioni tra tetto e struttura ecc.) servono piccole demolizioni. Le prove sui materiali consistono nel prelievo di campioni (di calcestruzzo e acciaio se si tratta di un edificio in cemento armato, di pietra e malta per costruzioni in muratura) e in successive analisi di laboratorio per verificarne composizione e resistenza. La legge non dà specifiche sulle figure autorizzate a eseguire le verifiche antisismiche, richiede solo che siano ingegneri, architetti o geometri iscritti da almeno dieci anni ai rispettivi albi professionali.

Alcuni interventi per la messa in sicurezza di edifici esistenti:

1. Incatenamento: legare tra loro i muri per evitare che si aprano;
2. Il cordolo: in cemento armato può essere usato, oltre all’incatenamento, per collegare il tetto dell’edificio con le pareti;
3. Soletta: il collegamento tra le pareti e i solai è uno dei problemi tipici degli edifici in muratura. Si possono posare tiranti in acciaio all’altezza di ciascun solaio oppure posare una soletta in cemento armato sotto il solaio in muratura.
4. Finestre: deve essere controllata la loro disposizione originale. Se sono state spostate si deve verificare che l’originaria apertura nel muro sia stata riempita correttamente.
5. Pilastri: la loro resistenza può essere migliorata rivestendoli con speciali camicie in materiali leggeri, acciaio o cemento armato.
6. Pareti: quelle divisorie possono essere rivestite con retine di contenimento che ne evitano il crollo, quelle portanti, quando presentano crepe, devono essere consolidate.

Per quanto riguarda i costi, alcune indicazioni si trovano nell’Ordinanza 3362 del 2004 con cui è stato varato il programma di valutazione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio e infrastrutturale pubblico e d’intervento di adeguamento sismico. Per la valutazione di vulnerabilità i costi oscillano fra i 3 euro al metro cubo per fabbricati di piccole dimensioni ai 0,50 per fabbricati di grandi dimensioni. Per l’adeguamento sismico si spendono al massimo 150 euro al metro cubo. Questi costi in totale vanno dal 50% fino al 70-80% del costo di costruzione, soglia rispetto alla quale diventa più conveniente demolire e ricostruire.

Passaggi previsti dalle Ntc per la costruzione di una casa antisismica: valutazione del rischio sismico, caratteristiche degli edifici, criteri di costruzione, verifiche.

1. Valutazione del rischio sismico. Attraverso l’analisi del sottosuolo e delle caratteristiche topografiche del posto in cui s’intende costruire si verifica come esso reagisce a un terremoto.
2. Caratteristiche degli edifici. Gli edifici di nuova costruzione, per essere antisismici, devono essere in grado di evitare crolli, perdite di equilibrio o dissesti gravi, totali e parziali. Materiali da usare: cemento armato o cemento precompresso, più resistente perché al suo interno ha un’armatura fatta di barre d’acciaio legate tra loro. Altro materiale che può essere usato per la costruzione di case antisismiche è il legno, flessibile e resistente, che però deve essere assemblato con appositi adesivi o con giunti meccanici. Materiali per la saldatura, bulloni e chiodi devono essere conformi alle normative europee.
3. Criteri di costruzione. Per fare in modo che l’edificio non crolli sotto le scosse di un terremoto deve esserci equilibrio fra le travi e i pilastri portanti. I pilastri devono avere uno spessore compreso tra i 15 e i 50 cm. Nella zona uno le case in muratura ordinaria non devono superare i due piani d’altezza, i tre se sono costruite in muratura armata.
4. Verifiche. L’edificio antisismico deve resistere a torsioni, flessioni, deformazioni, tagli, vibrazioni, fessurazioni, tensioni, corrosioni ecc. Bisogna anche verificare l’aderenza delle barre d’acciaio con il calcestruzzo. Anche le costruzioni in legno vanno sottoposte a prove di robustezza e staticità.
Nel caso di costruzioni nuove si può anche ricorrere all’isolamento sismico e alla dissipazione d’energia. Alessandro Martelli, ingegnere dell’Enea di Bologna esperto di costruzioni in zone sismiche: «Il primo isola la struttura dal sisma, inserendo tra il terreno e la base dell’edificio dei dispositivi flessibili che in caso di terremoto permettono alla costruzione di muoversi senza deformazioni significative e lentamente sul piano orizzontale, senza danni e senza provocare il panico negli abitanti. I dissipatori di energia, invece, sono dispositivi che ”attraggono” e concentrano su di sé gran parte dell’energia trasmessa dal sisma all’edificio, trasformandola in calore. In questo modo minimizzano il danneggiamento e impediscono il crollo delle strutture cui sono collegati. Però, dato che il loro funzionamento si basa su deformazioni della struttura, proteggono l’edificio in misura minore rispetto all’isolamento sismico e non azzerano il panico». Queste tecnologie possono essere usate anche per sistemare edifici giù esistenti. Per procedere con l’isolamento l’edificio deve avere intorno uno spazio libero (tra i dieci e i quaranta centimetri) in cui potersi muovere in caso di sisma. L’applicazione dei dissipatori è invece sempre possibile, almeno quando l’edificio presenti una deformabilità sufficiente.

In Italia le case, come le automobili, non sono assicurate per i terremoti. In caso di sisma gli unici a essere risarciti sono enti pubblici e aziende, espressamente coperti anche per questi eventi.

In Giappone i criteri di costruzione antisismica cambiano dopo ogni terremoto. L’adeguamento è partito da edifici pubblici e grattacieli: l’Opera City di Tokyo, 200 metri di altezza, è stata realizzata in modo da poter ondeggiare di un metro in entrambe le direzioni; il municipio può resistere anche a un terremoto dell’ottavo grado della scala Richter. I punti fermi: strutture in acciaio e cemento, cuscinetti in gomma armata con piastre d’acciaio per sostenere le fondamenta. In Giappone le spese di adeguamento di una singola casa sono elevate, costruirne una nuova, rispettosa delle norme antisismiche costa solo il 5% in più.

«Se mia moglie non mi avesse svegliato, avrei continuato a dormire. Siamo a Okinawa… normale» (così un giapponese sul sito della CNN dopo la scossa di terremoto del 6.9 grado avvenuta alle 5.30 del mattino del 27 febbraio. Nessuna vittima e pochi danni registrati).

Negli Stati Uniti gli scienziati della Us Geological Survey (Usgs) a ogni terremoto verificano la tenuta di abitazioni e palazzi. Le informazioni raccolte confluiscono nello Uniform Building Code. In California al momento dell’acquisto di case costruite prima del 1960 i proprietari devono consegnare la guida alla sicurezza in caso di terremoto stilata dalla California Seismic Safety Commission. Il venditore è inoltre obbligato a informare l’acquirente sui punti deboli della casa e sulla sua posizione rispetto alla faglia. Altro paese molto attento al rispetto delle norme antisismiche è la Nuova Zelanda: cuscinetti isolanti in acciaio, gomme speciali, neoprene armato sono sempre più diffusi per garantire la resistenza degli edifici anche a terremoti molto intensi.