VERA SCHIAVAZZI, la Repubblica 22/3/2010; v. s. la Repubblica 22/3/2010, 22 marzo 2010
2 articoli - CENSIMENTO VIA WEB IL TEST VA A VUOTO L´ITALIA NON ONLINE - ROMA - Misurare via Internet le famiglie italiane, sapere dove e come abitano e quali sono i loro legami è ancora un sogno
2 articoli - CENSIMENTO VIA WEB IL TEST VA A VUOTO L´ITALIA NON ONLINE - ROMA - Misurare via Internet le famiglie italiane, sapere dove e come abitano e quali sono i loro legami è ancora un sogno. Solo il 9 per cento delle 61 mila famiglie che hanno risposto all´indagine-pilota voluta dall´Istat per preparare il censimento generale del 2011 ha reinviato il questionario attraverso il computer. Per la prima volta l´Istituto italiano di statistica ha abbandonato, almeno in parte, il tradizionale sistema dei "rilevatori", intervistatori ingaggiati con un contratto a termine che nel 2001 erano stati ben 100 mila. Ma il test dei mesi scorsi è stato deludente. I questionari sono stati spediti per posta a 72 mila nuclei familiari di 31 comuni, da Roma a Genova, da Alba a Scandicci. E ai destinatari è stata data l´opportunità di scegliere come restituirlo: via Internet, grazie a una password contenuta nella lettera di accompagnamento, per posta, con una busta preaffrancata dall´Istat, oppure consegnato direttamente al Comune o ai rilevatori, intervenuti solo in fase di raccolta. Il risultato non è incoraggiante: meno di una famiglia su dieci ha scelto il web. Il 12,6 per cento ha preferito portarlo a mano allo sportello del suo Comune, il 40,8 ha optato per la spedizione postale, tutti gli altri hanno aspettato che il rilevatore bussasse a casa loro. A spingere l´Istat a sperimentare nuove modalità d´indagine c´è la necessità di avere i risultati in tempi più rapidi (l´elaborazione di dati informatici sarebbe certamente più veloce), rispondendo alle critiche di quei sociologi che ritengono ormai superate rilevazioni di proporzioni così "elefantiache". Ma all´orizzonte c´è anche un´altra preoccupazione: dove trovare i 590 milioni di euro necessari a raggiungere casa per casa oltre 60 milioni di italiani? All´Istat non lo sanno, e a quanto pare non lo sa neppure il governo, che non ha ancora previsto norme e finanziamenti, e dovrà farlo nei prossimi mesi. Ma in via Balbo, sede centrale dell´Istituto di statistica, mostrano un cauto ottimismo. «L´indagine pilota, in ogni caso, ha dimostrato che si possono utilizzare metodi diversi - spiega Giuseppe Stassi, dirigente del servizio censimenti dell´Istat - oltre il 62 per cento del campione intervistato ha utilizzato la posta, gli sportelli o il computer. Per noi è stato un test fondamentale, che ci consentirà di decidere le modalità del censimento generale del 2011 e che ci ha permesso anche di sperimentare formule diverse di questionari, con tre modelli: uno breve, uno medio e uno lungo». La percentuale di risposte non è cambiata, malgrado le domande variassero da 13 a 71. «Segno che le persone non si fanno scoraggiare dalla lunghezza - sottolinea Stassi - e che il censimento continua a essere percepito dagli italiani per quello che è, un momento fondamentale della vita pubblica». Lo scarso appeal del "censimento online" ha in parte una giustificazione: soltanto il 42 per cento delle famiglie italiane ha la possibilità di collegarsi a internet (e spesso sono i più giovani a farlo, mentre a compilare i questionari Istat sono gli adulti a rispondere) a fronte di una media europea del 60 per cento. Resta il fatto che il sistema dei rilevatori appare, oltre che costoso, difficile da gestire. «Nel 2001 - ricordano all´Istat - ne utilizzammo 100 mila. Sono numeri da esercito, e spesso è difficile perfino reclutarli». Intanto negli Stati Uniti, dove il censimento si fa quest´anno, a 120 milioni di persone stanno arrivando i questionari via e-mail: se tutti rispondessero con lo stesso sistema, ha calcolato il governo, si potrebbe risparmiare fino a un miliardo e mezzo di dollari. VERA SCHIAVAZZI, la Repubblica 22/3/2010 "STRUMENTO ANCORA UTILE IN UN PAESE PARCELLIZZATO" - «Il censimento è ancora uno strumento indispensabile. Anzi, lo è più di prima in un Paese come l´Italia, così parcellizzato, dove nessun campione per quanto costruito scientificamente rappresenta davvero la realtà». Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, difende il "vecchio metodo". Anzi, mette in guardia da chi vorrebbe ridimensionarlo. Il censimento generale è molto costoso… «Ma la ragione per cambiarlo non può essere quella che non ci sono i soldi. Con gli altri metodi, da Internet alla posta, alla fine non si andrebbe oltre il 30% di risposte: del tutto insufficiente. vero che i dati vengono pubblicati anni dopo, ma consentono una profondità che nessuna indagine veloce può dare». Una rivelazione fondamentale emersa da un censimento? «Nel 1981 il censimento degli edifici industriali mostrò che, rispetto al ´71, erano raddoppiati passando da 500 a 980 mila. E questo in un momento in cui si discuteva di tutt´altro e si decretava la fine della fabbrica». Che cosa si aspetta dalla prossima indagine? «Le tendenze più interessanti da misurare oggi sono il ritorno al bisogno di comunità, ovvero il declino dell´individualismo, e la ristrutturazione in atto nel terziario, dove convivono attività diversissime». v. s. la Repubblica 22/3/2010