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 2010  marzo 22 Lunedì calendario

IL PARLAMENTO SOGNA PERCORSI BIPARTISAN PER LE LEGGI SULLA SALUTE - «Sì

certo, ma, forse, però... ». Domanda: ma la salute può essere bipartisan? Ovvero, fatta a maggioranza una volta tanto bulgara la legge sulle cure palliative – una rara bella pagina parlamentare – è possibile replicare in Parlamento con tutte quelle leggi sulla salute che i cittadini vorrebbero e che servono assolutamente senza invece inciampare in veti bipartisan? Una domanda non esattamente retorica: tutti sappiamo che le politiche sanitarie sono una cosa, e coinvolgono schieramenti e scelte di fondo. Per non parlare di temi eticamente sensibili come la bioetica. Eppure la voglia di superare gli steccati ci sarebbe, eccome, in Parlamento. Per non dire del pressing dei più diretti interessati: le rappresentanze di cittadini e anche delle imprese. Ma si può fare?
Ferruccio Fazio, ministro della Salute, è ottimista: «La soddisfazione più grande da quando sono a Roma è stata vedere il tabellone della Camera tutto verde per la legge contro il dolore. In un mondo ideale la salute non deve avere colori politici: è di tutti i cittadini». Anche se «è chiaro che temi etici e problemi che coinvolgono esigenze economiche, fatalmente attingono ad altri fattori». E per il futuro? «Le leggi contro il fumo, per le malattie rare, per evitare la medicina difensiva». Chissà.
Livia Turco (Pd), ex ministro della Salute, non ha dubbi: «La salute è un bene comune per eccellenza. Efficienza, qualità, equità, non sono di destrao di sinistra». Già: ma fare sempre scelte bipartisan? «Nel merito delle politiche è inevitabile essere diversi, servono politiche di convergenza ». Per esempio? «Tutti diciamo "fuori la politica dalla gestione del Ssn": facciamolo, entriamo nel merito. Ma sia chiaro: le politiche si finanziano e la destra non aiuta, dal Patto ai Lea alla stessa legge sulle palliative».
Incalza Ignazio Marino (Pd), presidente della commissione d’inchiesta del Senato sul Ssn: «Le stelle polari devono essere gli aspetti tecnici e scientifici, i diritti e la solidarietà come dice l’articolo 32 della Costituzione». Bella pagina la legge contro il do-lore, ma carente sul finanziamento come troppo spesso capita col centrodestra. E la prossima legge bipartisan? «Quella sul fumo, spero già entro fine aprile almeno al Senato». Vede rosa Antonio Tomassini (Pdl), presidente della commissione Sanità del senato: «La salute non ha colori politici. chiaro che l’impostazione sulle politiche può dividerci, ma non i problemi. E i problemi di salute sono di tutti, sono per tutti». E anche Tomassini pronostica: «Le prossime leggi bipartisan saranno quella sul fumo e, speriamo, quella sulle malattie rare».
Molti condizionali usa un ex ministro storico, Rosy Bindi (Pd): «La salute potrebbe essere bipartisan. Ma è fuor di dubbio la differenza tra i due schieramenti. E le differenze su welfare e politiche sanitarie sono tra le più forti. Spesso troppe per poter sperare sempre in scelte bipartisan. Prendiamo i temi bioetici: il bio-giacobinismo etico è una sciagura per il Paese». E attenzione, aggiunge la Bindi: «C’è la tendenza della destra a normare materie che non sono più di sua competenza. Altro che federalismo».
E le imprese che dicono? Sergio Dompé, presidente di Farmindustria: «Sarebbe fondamentale arrivare a leggi condivise e ponderate. La solidarietà, la salute in genere, richiedono soluzioni concrete e veloci. Anche per le imprese sarebbe un bene avere certezze applicative e soluzioni rapide ai problemi degli assistiti».
Già: gli assistiti, l’anello finale, il più debole, della catena. Leggi bipartisan sulla salute? «Con noi si sfonda una porta aperta. Quella contro il dolore è una nostra battaglia storica», afferma Francesca Moccia, coordinatrice del Tribunale dei diritti del malato. Ma perché non accade più spesso? «Forse incidono interessi e lobby, chissà. Certo ”incalza ”la politica non fa in genere una bella figura. La legge sul dolore non basta. Per non dire dei diritti negati per le differenze tra regioni sull’accesso alle prestazioni. Stiamo attenti al federalismo: di questo adesso deve farsi carico urgentemente la politica».
Appunto: «Sì, certo, ma, forse, però...».