dagospia 22/3/2010, 22 marzo 2010
1- DIETRO LE MOSSE DI DIEGUITO E DI SUO FRATELLO C’ LA MANO DEL MONTEZEMOLONE QUESTA SAREBBE SOLTANTO LA PRIMA MOSSA PER METTERE LE MANI INDUSTRIALI E POLITICHE SU ALTRI PACCHETTI DI AZIONI DI RIFFESER E DI POLIGRAFICI EDITORIALE
Gli uscieri di via Solferino dove si trova il "Corriere della Sera" si sono interrogati a lungo durante il weekend.
BAZOLI
Ciò che è avvenuto venerdì nel Consiglio di amministrazione dove a piedi giunti sono entrati i pesi massimi dei poteri forti, li ha lasciati molto perplessi. L’ingresso di Geronzi, Bazoli, Pesenti, Tronchetti Provera, Montezemolo e Della Valle in Rcs Quotidiani non è roba di tutti i giorni che si può liquidare con la certezza ostentata dall’Ostellino delle Libertà che "sul fronte della linea editoriale non cambierà nulla".
La conferma è arrivata puntuale ieri mattina quando gli uscieri hanno aperto il primo quotidiano italiano che sparava il titolo: "La piazza rilancia Berlusconi e Pdl", quasi un atto di fede che Flebuccio De Bortoli e la proprietà del giornale esprimono nei confronti di un Cavaliere terribilmente debole ma utile per assicurare stabilità nei prossimi mesi.
geronzi - Copyright Pizzi
Sono troppe infatti le partite che interessano i "magnifici 6" maggiori azionisti del Patto; a cominciare dalla battaglia Mediobanca-Generali e da quelle che si profilano per Tronchetti Provera al quale Franchino Bernabè attribuisce le colpe nella gestione di TelecomItalia.
Gli azionisti forti hanno deciso di metterci la faccia, ma non lo hanno fatto di certo per la crisi dell’editoria, bensì per salvaguardare i propri interessi e non compromettere il futuro. questa la logica che ha ispirato anche Luchino di Montezemolo che ha già un piede nella "Stampa" di Torino di proprietà Fiat, ma che a differenza degli altri soci, banchieri e industriali, ha un’autentica passione per la carta stampata.
Secondo gli uscieri di via Solferino questa passione è alla base dell’operazione che ha indotto Rcs Mediagroup a cedere la quota del 9,9% detenuta in Poligrafici Editoriale (la società che pubblica varie testate tra cui "Il Resto del Carlino") allo scarparo marchigiano Dieguito Della Valle. Costui ha 30 giorni di tempo per esercitare l’opzione che gli consentirà di piantare una bandierina a Bologna e anche a Firenze dove Poligrafici Editoriale controlla "La Nazione".
Tronchetti Provera
L’idea che Della Valle e suo fratello Andrea vogliano mettere le mani sul giornale toscano per ragioni legate alla proprietà della Fiorentina, fa sorridere perché si capisce benissimo che dietro le intenzioni di Dieguito e di suo fratello c’è la mano del presidente di Fiat, Ferrari, Ntv, Fondo Charme e Luiss (quest’ultima carica ormai al tramonto). Il ragazzo dei Parioli è nato 63 anni fa a Bologna e fin da piccolo il padre Massimo, un eccellente agronomo, gli metteva sotto il naso "Il Resto del Carlino", uno dei più antichi giornali italiani.
de bortoli
Per Montezemolone i soldi, le donne, il potere e i giornali hanno sempre rappresentato la schiuma dei sentimenti, e non a caso nella collezione infinita delle sue cariche si trova la presidenza della Fieg (la Federazione degli editori). A dimostrare che non ha mai dimenticato la sua città si sono aggiunte la presidenza per quattro anni della Fiera di Bologna, e l’intensa frequentazione con i direttori del "Carlino" (in particolare con Marco Leonelli, uno degli amici più intimi).
Sono almeno 20 anni che Montezemolo accarezza il sogno di diventare azionista di riferimento del "Carlino" e della "Nazione", e questa convinzione non è legata solo a ragioni emotive, ma a un calcolo industriale perché ha sempre creduto che la casa editrice guidata da Andrea Riffeser potrebbe essere fonte di grandi soddisfazioni economiche.
DELLA VALLE
Detto fra parentesi, Luchino non ha mai condiviso la linea politica impressa dal genero di Attilio Monti ai suoi giornali, e in alcuni colloqui gli ha contestato di aver spinto il "Carlino" troppo a destra quando il vecchio petroliere (certamente non comunista) cercava di destreggiarsi tra il Psi e il Psdi pur senza tralasciare i contatti con gli esponenti del vecchio Msi e di An. Allo stesso modo Luchino è sempre stato perplesso sulle strategie di marketing che hanno indotto Riffeser a imporre sulle due testate storiche del "Carlino" e della "Nazione", il brand "QN" ("Quotidiano Nazionale").
Con la mossa di venerdì scorso portata avanti dall’amico-socio Dieguito Della Valle che siede accanto a lui in Ferrari, Ntv e nel società del lusso, Montezemolone si trova con i piedi dentro il terzo polo editoriale italiano. E secondo gli uscieri di via Solferino questa sarebbe soltanto la prima mossa per mettere le mani industriali e politiche su altri pacchetti di azioni di Riffeser e di Poligrafici Editoriale.
Oggi a Bologna si riunisce il Consiglio di amministrazione di questa società che sembrava far gola a Caltagirone, dove è noto che la situazione finanziaria non è brillante e che le banche hanno in pegno una buona dose di azioni. La coppia Luchino-Dieguito è pronta a fare altre mosse.