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 2010  marzo 22 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BAGGIO, ROBERTO"


A 12 anni e mezzo, Roberto Baggio ricevette due milioni e 200 mila lire per passare dal Caldonio al Vicenza.
Oggi 10/02/1999

Roberto Baggio è più popolare in Giappone, Cina, Thailandia che in Italia.
Cesare Lanza, Il Messaggero, 12/08/1997

Roberto Baggio. «Ripensate a Platini. Io proporrei a Baggio di cambiare cognome, Roberto Troppo Tardi. Troppi traslochi. Si doveva ritirare».
(Carmelo Bene a Tony Damascelli Il Giornale, 29/08/1997)

Roberto Baggio ha segnato (e tirato) il maggior numero di rigori nel campionato italiano di serie A: 60 gol su 68 tentativi, con una percentuale di realizzazione dell’88,23%.
Massimo Perrone, La Macchina del Tempo, n.10, ottobre 2001 pag. 102-109

[Gianni Agnelli] Ha sempre amato il calciatore: colui che accende la fantasia e spalanca i mondi dell’impossibile. A volte ci ha giocato come un nonno con i nipoti, inventando definizioni caustiche e abrasive, per esempio Baggio coniglio bagnato, ”il più grande giocatorino che io abbia mai visto”. Ma quel coniglio lo appassionava: gli telefonò in America prima della finale contro il Brasile, ”mi ha detto di essere a posto, si stava facendo il codino: ci mette ogni volta venti minuti, così si rilassa”.
Maurizio Crosetti, ”la Repubblica” 25/1/2003 (ma varie)

Maifredi: «[...] Baggio era appena arrivato dalla Fiorentina, senza molto entusiasmo. Il mio primo obiettivo fu quello di dargli gli stimoli giusti. Mi ripagò con una grande stagione [...] Lui parla sempre bene di me».
Vincenzo Cito, ”La Gazzetta dello Sport” 20/2/2003 (ma varie)

Poi tocca a Roberto Baggio: Nigeria, Spagna, Bulgaria. L’Italia è in finale [Mondiali 1994 negli Stati Uniti] il coniglio bagnato si è asciugato. Non serve l’uomo della provvidenza, se hai una stella vera, uno che tocca la palla e la fa diventare magica. Però quell’uomo il 17 luglio è infortunato. Roby gioca con una fascia, Baresi con due fori nel ginocchio. [...] Supplementari. Rigori [...]Baggio: alto. La croce dell’Italia su Roberto: il destino, l’infortunio, le stelle.
(Beppe Di Corrado, ”Il Foglio” 27/5/2006 - varie).

Roberto Mancini: «Di sette partite [Italia 90], non ne giocai neanche una. Neanche mezza!”. E pensare che, sulla sua strada, non era ancora apparso - se non come timida alternativa - l’allora giovanissimo Roberto Baggio, la sua futura dannazione. ”So benissimo perché Baggio giocò e io no: ma so anche che avremmo potuto tranquillamente giocare assieme essendo le nostre caratteristiche fondamentalmente diverse. Peccato che nessuno lo abbia mai capito: né in quell’occasione, né più tardi”.
Marino Bartoletti, ”Corriere della Sera” 29/5/2002 - varie

Autore di un libro su Roberto Baggio (Mario Sconcerti)
Roberto Beccantini, ”La Stampa” 6/3/2001 - varie

[’Ciccio”, Roberto] il factotum di Rosso. lui che fa aggiustare l’impianto elettrico di casa o che rintraccia al volo Jovanotti per organizzare un week end a Formentera o Roberto Baggio per andare a caccia in Romania
Maurizio Maggi, ”L’Espresso” 13/9/2001 - varie

Raffaele Ranucci: «In America [Usa 94] il mio ricordo non è il pianto di Baresi e nemmeno le lacrime di Baggio dopo la finale. Ho ancora davanti agli occhi, invece, Baggio, piccolo piccolo negli spogliatoi, seduto dentro un armadio gigantesco dei giocatori del football americano, dopo la semifinale vinta contro la Bulgaria. Continuava a ripetere, desolato: ”Ho sognato tutta la vita la finale di un campionato del mondo”. Aveva il terrore di non giocarla. Mi dispiace molto che non sarà con noi. uno dei calciatori più amati al mondo
Ugo Trani, ”Il Messaggero” 1/3/2002 - varie

Due, come i ruoli che ha occupato [Platini]: centravanti e regista, numero nove e numero dieci, non un ”nove e mezzo” alla Roberto Baggio (battuta sua), ma uno che se marcavi con un difensore, arretrava; e se lo affidavi a un mediano, avanzava.
Roberto Beccantini, ”La Stampa” 21/6/2005 - varie

Ma allora è più famoso lei [Girolamo Panzetta] o Baggio? ”Io, ma Baggio qui piace molto, per il buddismo, meno per la sua setta che invece non è amata”.
Roberto Perrone, ”Corriere della Sera” 30/5/2002 - varie

prezioso ”uomo assist” per i compagni di reparto[Kennet Andersson], tanto che Roberto Baggio, al suo fianco, stabilisce nel Bologna il primato personale di reti (22 nel 1997/98).
(A.Po, Enciclopedia dello Sport Treccani, Treccani 2002 - varie)

Roberto Baggio, invece, ricorda con nostalgia un prato vicino a un laghetto, in Lomellina, dove tirò i primi calci al pallone.
Antonio Cianciullo, "la Repubblica" 12/2/2003

i "salutisti" (7,7), attenti all’alimentazione e allo stile di vita, che si identificano in Roberto Baggio (ricerca Demoskopea)
Giovanna Cavalli, "Corriere della Sera" 23/4/2003

"Ho visto il disegno del gol sulla ”Gazzetta”. Deve essere stato bello" (Roberto Baggio a chi gli chiedeva se avesse visto il trio Totti-Vieri-Del Piero contro la Germania).
Pierfrancesco Archetti, ”La Gazzetta dello Sport” 27/8/2003

Secondo un sondaggio della Gazzetta.it (con Expogoal e l’università di Tor Vergata), Alessandro Del Piero è il testimonial sportivo più gradito al pubblico: il capitano bianconero ha ottenuto il 21 per cento dei consensi, seguito da Pierluigi Collina (18 per cento) e Roberto Baggio (13 per cento).
’La Gazzetta dello Sport” 13/10/2003;

Stefano Della Villa, presidente del gruppo medico Isokinetic di Bologna, che tra i suoi 7.000 pazienti annuali ha avuto Roberto Baggio
Giusy Cinardi e Fabio Sclosa Macchina del Tempo, agosto 2003 (n.8)

1993 Roberto Baggio conquista il Pallone d’Oro.
Massimo Parrini Macchina del Tempo, gennaio - febbraio 2003 (n.1)

Roberto Baggio ha segnato il gol n. 200 in serie A (meglio di lui solo Nordhal, Meazza, Piola e Altafini).
varie

Sabato prossimo, con Chievo-Inter, comincia il 74esimo campionato di calcio. Dopo 18 anni, manca per la prima volta Roberto Baggio, l’unico pallone d’oro italiano fino a ieri in attività. Baggio debuttò infatti nella Fiorentina il 21 settembre 1986, contro la Sampdoria. Il primo gol arrivò alla fine di quel campionato, a Napoli, una punizione tirata sotto gli occhi di Maradona (il Napoli quel giorno perse e fu campione d’Italia).
varie

RIGORI. Roberto Baggio ne ha segnati 68 (su 83 tirati): 25 con la Juve, 17 con la Fiorentina, 11 con il Bologna, 11 con il Brescia, 3 con il Milan, 1 con l’Inter.
Macchina del tempo, settembre 2005

Formia ricostruiva anche. Roberto Baggio ci arrivò a vent´anni nell´87, tra fine marzo e inizio di aprile. Reduce da due operazioni al ginocchio destro: nell´85 i legamenti, nell´86 il menisco. Lo accompagnava Baretti, presidente della Fiorentina, che disse a Vittori: «Professore, questo è un campione, ma purtoppo oggi vale 50 milioni». Vittori visitò Baggio e chiamò un fotografo con un apparecchio che potesse stampare, sopra la foto, ora giorno e mese. Voleva un documento ufficiale. La gamba del ginocchio infortunato aveva sette centimetri in meno, all´altezza del terzo inferiore. Il deficit era nel fissatore della rotula. Vittori con Locatelli fecero un programma di rieducazione duro, durissimo. Baggio non fiatò, né sgarrò. Chiese solo di avere un giovane portiere a disposizione per tirare le punizioni. Così Baggio ricominciò e prendere le misure della porta, ricucendo la distanza fra campo e vita. E dopo tre settimane con il ginocchio più stabile ritrovò anche autonomia nella corsa.
Emanuela Audisio, la Repubblica 19/11/2005

Finché guardi Roberto Baggio e capisci. L’anno dei Mondiali di Francia (quando Vieri era re e Toni uno "sfigato"), Baggio si conquistò la convocazione giocando nel Bologna, nella città dove Vieri è nato, in una piccola squadra.
Gabriele Romagnoli, Vanity Fair 26/01/2006

E qui arriviamo a Usa ’94, Italia-Brasile: la schioppettata al cielo di Baggio, le lacrime di Baresi e, secondo la fisiologia del rigore, gli errori di Sacchi. Disse poi Baggio: «Non sentivo più le gambe». E Baresi rientrava dopo un’ operazione al menisco, non tirava da due anni, avendo sbagliato l’ultimo e decisivo in finale di coppa Italia contro la Juventus. Sacchi li mise nei punti chiave della sequenza: primo e ultimo. Dove andrebbero, dati alla mano, non solo i più precisi (e Baresi non lo era), ma quelli in migliori condizioni fisiche (nessuno dei due). Bastano pochi secondi per valutare l’acido lattico, nessuno lo fa. Baggio era sotto stress da settimane, stanco e imballato. Dagli studi di Ranvaud l’ultimo tiratore dev’essere un cinico, una iena. Non esattamente il Codino.
Gabriele Romagnoli la Repubblica, 30/01/2005

Roberto Baggio, amatissimo in Giappone
Michele Avitabile Io Donna 12/01/2002

Roberto Baggio giocò a Bologna il suo miglior campionato, ma depresse gli altri dieci della formazione. Perché se Nervo segnava il pubblico applaudiva, ma se Baggio andava a battere un corner delirava. E questo, all’allenatore Ulivieri, non è mai andato giù. D’altronde, la colpa fu anche sua: aveva distribuito il mansionario a tutti, fuorché a Baggio. Lo schema era 4-3-2 e 1 fa quel che gli pare
Gabriele Romagnoli, Vanity Fair 11/05/2006

il Conte Pontello ha ceduto Baggio alla Juve per Buso e un pugno di miliardi. La Fiorentina di Baggino, con Eriksson in panchina e Dunga in mezzo al campo, aveva acceso la passione di Firenze. Ma è un’illusione. Roby se ne va, con lui finisce l’era - controversa - dei Pontello. Comincia la saga dei Cecchi Gori, ma questa è un’altra storia» (Chiara Basevi, ”La Stampa” 1/6/2006).
Acquistò un sogno, Roberto Baggio. Poi finirà che molti (magari non tutti) ricorderanno Flavio Pontello solo per la cessione di Roberto Baggio. ”E io invece voglio ricordare quando acquistammo Baggio dal Vicenza”, racconta Claudio Nassi, che del club di Pontello fu direttore generale. Il racconto, allora: ”Era un lunedì, avevamo appena comprato Nicola Berti. Avvertii il conte che bisognava prendere Baggio dal Vicenza e bisognava fare in fretta, perché altrimenti il Torino di Luciano Moggi ce l’avrebbe soffiato...”. Pontello domandò a Nassi: ”Chi è il presidente del Vicenza?” Il presidente era Maraschin. ”L’industriale del ferro, lo conosco, stiamo facendo insieme un’autostrada, lo chiamo io”, disse il conte. Una telefonata, una manciata di ore. ”Il venerdì dopo eravamo in sede a firmare, Baggio era della Fiorentina per 2 miliardi e 800 milioni di lire”. Il sogno incantò Firenze. [...]Cinque anni dopo, nell’estate del Novanta, decise di vendere Roberto Baggio alla Juventus. Era il tempo delle Notti Magiche, per Firenze furono notti di fuoco. Ma il conte aveva già deciso di cedere la società. Mario Cecchi Gori aveva deciso di acquistarla, a condizione che Baggio restasse in viola. Pontello incontrò i dirigenti bianconeri, al Relais Certosa, l’albergo dove la sua squadra andava in ritiro. Fu l’ultimo blitz del Conte. Prima vendette Robi Baggio alla Juventus, poi la Fiorentina a Cecchi Gori. (Giampiero Timossi, ”La Gazzetta dello Sport” 1/6/2006)

Roberto Baggio ha un’impresa immobiliare che parteciperà al restyling di Caldogno, suo paese natale.
Andrea Sorrentino, la Repubblica 16/6/2006

Quando a scuola la maestra dava una punizione a Roberto Baggio, lui chiedeva sempre se era di prima o di seconda.
Onda n.29 2006

Sebastian Frey: «Baggio il giorno che ricevette il Gohonzon [la pergamena con cui si abbraccia ufficialmente il Buddismo] venne convocato per la prima volta dall’Italia. Era il 16 novembre 1988, me lo ha raccontato lui».
Giampiero Timossi, ”La Gazzetta dello Sport” 9/10/2006

Il cantante Zucchero è grande amico di Roberto Baggio: « la più bella persona che io conosca. Vera. Schietta. Ci piacciono le stesse cose: mangiate e bevute con gli amici, la caccia, il buddismo, la vita vissuta con sensibilità e rispetto».
Gabriella Mancini, "La Gazzetta dello Sport" 15/10/2006

Un’anonimo promotore finanziario che gestisce gli investimenti di quindici calciatori di serie A ha raccontato alla Gazzetta che i giocatori hanno una gran paura delle fregature: «La storia del marmo nero del Perù, il bidone che costò miliardi a Roberto Baggio, gira ancora nei ritiri di tutta Italia».
Sebastiano Vernazza, "La Gazzetta dello Sport" 10/11/2006

Invece Roberto Baggio, 40 anni fra due settimane, non ha conosciuto lo stesso strepitoso successo ottenuto sui campi di calcio quando si è trattato di fare investimenti: puntò su una miniera di rame in Perù, sbagliò il tiro e perse molti soldi.
Leonardo Stella, Libero 04/02/2007

[Antonio Caliendo] l’uomo che ha inventato la figura del procuratore di calciatori, che con il passaggio di Roberto Baggio dalla Fiorentina alla Juventus dicono abbia guadagnato 2 miliardi di lire datati anni ”80. (Emilio Piervincenzi, ”L’espresso” 2/2/2006) [...] grandi campioni, che entrano nella scuderia di Caliendo. Il più famoso è Roberto Baggio, che porta dal Vicenza alla Fiorentina (’85) e poi alla Juve (’90), prima del traumatico divorzio del ”91, quando Caliendo viene arrestato per reati finanziari e condannato a dieci mesi con la condizionale. (Corriere della Sera” 27/5/2006)

[Ivan Zazzaroni] E il suo nuovo giornale ”Dieci” (cinquanta centesimi e Roberto Baggio accanto alla testata)... Roberto Baggio (di cui ha scritto una lunga biografia)
Il Foglio” 16/3/2007

eBay.it ha stilato la classifica delle aste di calcio di maggior successo. [...]Al secondo posto Roberto Baggio: le scarpe usate nella sua ultima partita in nazionale sono state aggiudicate per 7.551 euro.
Libero 22/8/2007

Sui calciatori, basta considerare il successo raccolto proprio in questi giorni da Baggio in Laos, dove è andato a fare il testimonial della Fao. [...] Moggiopoli ci ha fatto molto male e ci fa male giocare in un modo che deprime i campioni-simbolo. Non aver fatto di Baggio una bandiera, un campione nazionale nel mondo, è stato un male per il paese.
Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 7/9/2007

La tecnica di Platini è riemersa quando Roberto Baggio, superati i problemi fisici, ha cominciato a diventare implacabile anche su punizione. La sua caratteristica era quella di riuscire a mettere il pallone all’incrocio, per togliere le «ragnatele», con un accentuato arretramento del busto.
Fabio Monti, Corriere della Sera 14/10/2007

L’Association of Football Statisticians ha stilato una classifica dei cento più grandi calciatori di tutti i tempi basata su gol segnati, trofei vinti, partite disputate da capitano, stagioni da professionista ecc. Roberto Baggio (79°).
Tuttosport 7/11/2007

Nella rete dei truffatori made in Italy è finito anche qualche bel nome del calcio di casa nostra, vittima di Capitano Nemo e del marmo nero del Perù. L´eroe di Verne, al secolo, è un promotore finanziario che a inizio anni Novanta - vestito come il comandate del Nautilus - batte con un gruppo di colleghi la costa Adriatica vendendo azioni della Imisa, titolare dei diritti di estrazione dalla miniera di Los Dos Paisanos, non lontano da Lima. Presentano perizie di geologi, studi di fattibilità di note aziende nel settore. Ci cascano circa millecinquecento persone tra cui Roberto Baggio, Billy Costacurta e il portiere Sebastiano Rossi. Naturalmente di marmo nero dalla cava peruviana non ne è mai stato estratto un grammo.
Ettore Livini, La Repubblica 3/2/2008

Se fosse un calciatore chi le piacerebbe essere? «Il più grande di sempre: Roberto Baggio». (Danilo Di Luca al Corriere della Sera 9/5/2008)

Ci fu la traumatica cessione di Roberto Baggio, la rabbia dei tifosi invase i viali di Firenze. Pontello spiega: ”All’epoca il calcio era diverso.
Giampiero Timossi, Corriere della Sera 7/10/2005

Carlo Vittori, ex coach di Pietro Mennea che alla Fiorentina curò la rieducazione di Roberto Baggio
Carlo Santi, Il Messaggero 23/9/2008

il quotidiano spagnolo "Marca" ha stilato una lista dei 20 traditori più famosi. Al primo posto c´è Luis Figo. [...] "Traditore" memorabile anche Roberto Baggio, che infatti è al secondo posto della graduatoria: nel 1990 passò per 18 miliardi dalla Fiorentina agli arcirivali della Juventus. A Firenze furono incidenti di piazza, e feriti in strada, mentre Baggio non doveva essere così convinto perché alla presentazione ufficiale in maglia bianconera gettò via una sciarpa della Juve che gli avevano messo al collo, e più tardi, nell´aprile del 1991, rifiutò di calciare un rigore in Fiorentina-Juventus.
Andrea Sorrentino, la Repubblica 12/12/2008

«Agli inizi ero troppo sacchiano, vedevo solo il 4-4-2. [...] Ho rifiutato Roberto Baggio perché, trequartista, non rientrava negli schemi. Discorso quasi uguale per Zola, messo in concorrenza con Crespo e Chiesa. Oggi non farei partire Zola e a Baggio direi: ti aspetto». (Ancelotti)
Gianni Mura, la Repubblica 19/3/2009

Robert Reinmiller, camionista della Pennsylvania, dopo aver cercato e trovato Caldogno nella mappa geografica, spese nell’estate del 2002 tutti i suoi risparmi per inginocchiarsi sulla ghiaia davanti al cancello della casa di Roberto Baggio e consolarlo dalle sevizie del bruto che lo aveva escluso dai mondiali. Solo per dirgli, in quel poco d’italiano appreso per l’occasione: «Il calcio non m’interessa, solo tu Baggio mi interessi, tu sei l’unico che gioca con il cuore, lo sento….fanculo Trapattoni!». [Trapattoni, che] Solo su Roberto Baggio, chissà perché, fece muro, lasciando milioni di cuori spezzati.
Giancarlo Dotto, la Stampa 17/03/2009

In Italia la conquista dei diritti di immagine ha una data precisa: 1 ottobre 1974, quando l’Associazione calciatori vinse la battaglia della pubblicità da far gestire in proprio ai giocatori. All’inizio furono soltanto piccole apparizioni. Si pensava che i prodotti che gli atleti potessero garantire in modo credibile fossero relativamente pochi e strettamente associati alle loro specialità sportive. A rompere il fronte furono Roberto Baggio - intrepido mungitore di mucche per il latte Granarolo alla fine degli anni novanta
Gianluca Agata, Il Riformista 24/07/2009

Roberto Baggio arrivò al casone negli Anni 90, reduce dai Mondiali, e da allora ritorna stagione dopo stagione per andare a caccia col suo labrador. Dalla testimonianza sull’albo d’oro si direbbe che ormai abbia imparato benissimo il graisan, il dialetto gradese più simile al veneziano che al triestino, lingua ufficiale sull’isola di Witige Gaddi: «Co’ tempo de caligo, co’ tempo de nevera, vegnemo catate», con la nebbia o con la neve, veniamo a trovarti.
Stefano Lorenzetto, il Giornale, 20/9/09

Bisognerebbe ricordare che in tempi molto più ideologici di questi, nei quali l’obbligo erano gli schemi e l’intensità, ci fu un giocatore che portò l’Italia alla finale di Pasadena nel ’94 perché prese una palla da un fallo laterale, saltò in dribbling metà della squadra avversaria e marcò un gol decisivo. Nei tornei in cui si giocano molte partite in pochi giorni. Arriva la fatica, la prima a far saltare gli schemi. Rimane solo la genialità individuale. (Il giocatore era Roberto Baggio, il gol contro la Bulgaria nel primo tempo, nella semifinale del Mondiale Usa.
Corrado Sannucci, repubblica.it, 15/10/09

Roberto Baggio in ERCOLANI Simona - Sfide. Lo sport come non l’avete mai letto. Rizzoli, Milano 2006.