Paolo Del Bufalo, Il Sole-24 Ore 22/3/2010;, 22 marzo 2010
NON SI FERMA LA SPESA PER PERSONALE E SERVIZI
Sprint di spesa in cinque anni per personale e beni e servizi. In aumento anche i costi di medicina generale, specialistica delle Asl, assistenza integrativa e protesica e la cosiddetta "altra assistenza" (cure termali, comunità terapeutiche, assistenza psichiatrica e ad anziani, tossicodipendenti, alcolisti, disabili). In netto calo la farmaceutica e in frenata anche la riabilitativa e l’ospedaliera accreditata (le case di cura). La spesa sanitaria si differenzia così nelle regioni, dove le politiche locali privilegiano o tagliano a macchia di leopardo le varie voci.
Nel periodo 2004-2008 (il 2004-2005 rappresentano gli anni di maggior incremento percentuale sia di spesa sia di finanziamento, mentre il 2008 è l’ultimo anno di cui sono disponibili i bilanci a consuntivo) la spesa per il personale, che assorbe la maggior parte (circa il 35%) dei bilanci locali, è aumentata di 87 euro per cittadino italiano (valore medio confrontabile su tutto il territorio nazionale). Una crescita cioè di 5 miliardi.
Peggio è andata per i beni e servizi, aumentati di oltre 157 euro pro capite per un totale di 9,4 miliardi. E così via per tutte le altre voci di spesa, cresciute comunque a ritmi inferiori (il massimo sono i 25 euro procapite dell’"altra assistenza" che valgono circa 147 milioni).
Farmaceutica, riabilitativa e ospedaliera accreditata, invece, sono in calo. Per le medicine si sono spesi quasi 19 euro (1,1 miliardi) in meno e di 2,5 euro ( circa 150 milioni) si sono ridotte le altre due voci, sottoposte a politiche di razionalizzazione soprattutto nelle regioni con piani di rientro.
Per quanto riguarda le singole regioni, nel periodo 2004-2008 l’aumento boom per il personale l’hanno registrato Bolzano (+236 euro procapite), Friuli (+160) e Basilicata (+ 147). In Veneto la stessa voce ha frenato anche rispetto alla media italiana e, nonostante i rinnovi contrattuali, si è limitata a una crescita di 25 euro procapite. Così come in Umbria (+56 euro) e in Abruzzo (+64 euro).Con l’aumento procapite è cambiata anche l’incidenza di queste voci sui bilanci locali. Il personale ha pesato meno o è rimasto costante in tutte le regioni tranne in quelle con il record di aumento procapite e in Sicilia.
Per beni e servizi l’incidenza sulla spesa locale è aumentata ovunque tranne che a Bolzano. E i record di aumento procapite si registrano in Valle d’Aosta (+358 euro), Friuli (+267) e Lazio (+224), mentre la spesa è cresciuta meno proprio a Bolzano (+37 euro), Trento (+103) e Calabria (+112).
Le altre voci in crescita hanno registrato aumenti massimi tra i 40 e gli 80 euro procapite e minimi tra i -8 e i 15 euro procapite: sostanzialmente aumenti fisiologici legati all’inflazione. Unico caso che si differenzia è l’ospedaliera accreditata in Piemonte che registra un picco di +120 euro procapite nei cinque anni, anche se nella stessa regione si riduce l’impatto di questa voce sulla spesa complessiva.
Per quanto riguarda infine le voci in diminuzione, chi ha ridotto di più la farmaceutica è stata la Sardegna (- 36 euro procapite, ma il segno meno si registra pressoché in tutte le regioni), che ha il record di riduzione anche per riabilitativa (-32) e ospedaliera accreditata (-42). Queste tre voci sono stabili o hanno ridotto la loro incidenza sulla spesa di quasi tutte le regioni, tranne la riabilitativa in Valle d’Aosta e Friuli, doveè lievemente aumentata, e l’ospedaliera accreditata in Molise che invece ha fatto registrare un aumento del 4,14% di incidenza sulla spesa e un aumento relativo di 110,7 euro procapite.