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Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri il centro-destra ha tenuto la sua grande manifestazione in piazza San Giovanni. Berlusconi l’aveva convocata quindici giorni fa per protestare contro l’esclusione della lista Pdl da Roma e ieri ha poi ampliato il raggio della protesta anche alle intercettazioni. Nessun incidente, grande entusiasmo.
• Un milione di persone, come ho sentito dire alla tv?
No, 150 mila al massimo. Un milione l’hanno detto Berlusconi, La Russa e gli altri. La solita, patetica bugia, nella quale insistono tutti, destra e sinistra, dimenticando che ormai le piazze sono state misurate e i numeri si possono calcolare obiettivamente con una certa accuratezza. Sabato della settimana scorsa il centro-sinistra si radunò in piazza del Popolo per protestare contro l’ormai dimenticato “decreto interpretativo” e disse di aver messo insieme duecentomila persone. A misura non potevano essercene più di sessantamila, e anzi la questura disse che erano 25 mila. Ieri Berlusconi ha detto un milione e non può essere vero: piazza San Giovanni ha una base di 270 metri e un’altezza massima di 700, ha più o meno la forma di un triangolo equilatero e misura all’incirca 94.500 metri quadrati. Calcolando due persone a metro quadro, fa duecentomila circa. Le foto dall’alto hanno mostrato però che le vie adiacenti erano vuote e che i manifestanti stavano piuttosto comodi. 150 mila è la cifra più probabile. Del resto nel 2006 ai suoi convocati sempre in piazza San Giovanni per dare dare l’ultima spallata al governo Prodi, il Cavaliere gridò: «Siamo due milioni!». Se pigliamo quel riferimento, il preteso milione di ieri è già un brutto numero. Ora domando io a lei: perché i politici, su una cosa tanto banale, insistono a gridar balle?
• Qui le domande le faccio io. E perciò glielo chiedo io.
Perché sono sicuri che nessuno ci fa più caso, che tanto qualunque numero o discorso entra da un orecchio ed esce dall’altro, perché la consapevolezza di non essere ormai più credibili in nessun modo li spinge a gridare qualunque cosa pur di attrarre in qualche modo l’attenzione degli elettori almeno per qualche secondo. La cifra “un milione”, per di più urlata, è solo un numero ad effetto, un fuoco artificiale.
• Altri fuochi artificiali di ieri?
La Mussolini in abito tricolore. La Santanché e la Polverini che ballavano e cantavano sulle note di Lucio Battisti. I dodici candidati governatori…
• Non erano tredici?
Zaia, che corre in Veneto, ha avuto un lutto in famiglia e ha disertato la manifestazione. Ma gli altri dodici sono saliti sul palco uno a uno e Berlusconi li ha presentati alla folla come un vero anchor-man. Per esempio, quando è stato il turno di Erminio Marinelli, un medico candidato nelle Marche, Berlusconi gli ha detto: «Dottore, ho un dolore alla spalla che devo fare?» e l’altro gli ha risposto subito: «Niente, devi continuare così». Un piccolo sketch. E quando è stato il turno di Formigoni: «Aspettate che devo leggere il nome…». Questa leggerezza di approccio non è andata a discapito del messaggio politico che il Cavaliere voleva lanciare: è stato letto un ”patto per l’Italia”, un giuramento corale che prevede «l’attuazione immediata del piano casa finora ostacolato dalla sinistra, lo snellimento significativo di tutte le procedure burocratiche, tagliando le tasse e dando la possibilità di creare imprese in un solo giorno», il «dimezzamento delle liste d’attesa per gli esami medici e più zone verdi». Alla fine del comizio, Berlusconi ha anche promesso di vincere il cancro, impegno che fa il paio con quello preso pochi giorni fa di far campare gli italiani 120 anni.
• Secondo lei ha guadagnato voti?
Chi sa. Ha preteso che i militanti rispondessero in coro a sue domande tipiche: «Volete le intercettazioni su tutto e su tutti, essere spiati anche a casa vostra?», «Volete una sinistra che spalancherebbe le porte anche a tutti gli extracomunitari?», «Volete le risse e i pollai sulle tv pubbliche pagate con i soldi di tutti?». I militanti hanno risposto in corso «No» e Berlusconi ha commentato «Bravi, avete studiato bene». Possono sembrare giochini, ma il Cav ha dimostrato molte volte un fenomenale sesto senso e non è detto che questo modo di leggere gli ultimi fatti della cronaca politica non giochi a suo favore. La tesi che Berlusconi ha ribadito ieri è che la lista del Pdl è stata esclusa da Roma per un complotto della sinistra, che i democratici si sono ammanettati a un alleato peggiore di loro (Di Pietro), che i giudici lo perseguitano. Insomma lui e i suoi sono il partito dell’amore e della concordia, e la sinistra è il partito dell’odio. Bersani l’ha presa a ridere e ha risposto: «Il premier parla d’amore, ma digrignando i denti». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/3/2010]
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