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Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il governo dà una mano a settori in difficoltà «sostenendo la domanda», come si dice in gergo, dando cioè un incentivo a chi acquista cucine, case ecologiche, motociclette elettriche eccetera. Non sono molti soldi, appena 300 milioni, «un piccolo contributo» secondo la definizione della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, messi insieme da Tremonti e Scajola. Tremonti metterà 200 milioni che conta di ricavare da un recupero più celere di somme dovute da evasori (in particolare da gente che è in debito col fisco per l’Iva o che ha evaso le tasse rifugiandosi fintamente in un paradiso fiscale). Scajola ha trovato gli altri cento milioni pigliandoli da fondi che aveva già a disposizione. I ministri assicurano che il decreto non crea assolutamente deficit. Tutti hanno notato inoltre che questi piccoli incentivi arrivano a settori diversi da quello automobilistico, rimasto quest’anno a bocca asciutta.
• In definitiva di che si tratta?
E’ un elenco abbastanza lungo, spezzettato a seconda dei comparti. Cucine: i negozianti praticheranno un 10 per cento di sconto, fino a un massimo di mille euro, «per la sostituzione dei mobili per cucina in uso con cucine componibili ed elettrodomestici da incasso ad alta efficienza».
• Che significa “alta efficienza”?
E’ il tratto comune di tutti questi incentivi: si incoraggiano l’acquisto di prodotti che consumano poco e non inquinano e la rottamazione dei vecchi oggetti a «bassa efficienza» (appunto). Così anche per le lavastoviglie e i forni: sono previsti sconti del 20% (fino a 130 euro) per le lavastoviglie, del 20% (fino a 80 euro) per i forni elettrici e i piani cottura, ancora del 20% (tetto di 500 euro) per la cappa elettrica. Idem per i motocicli: se si cambia un vecchio euro 0 o euro 1 con «un motociclo fino a 400 cc di cilindrata ovvero con potenza non superiore a 70 kw nuovo di categoria euro 3» si potrà avere uno sconto «per il 10% del costo e nel limite massimo di singolo contributo pari a 750 euro». Lo sconto raddoppia se si acquista un motociclo dotato di alimentazione elettrica doppia o esclusiva: vale il 20% fino a un massimo di 1.500 euro. Degno di nota è anche il contributo per l’acquisto di eco-case, cioè di immobili che consentano un risparmio consistente di energia. Più in particolare: 83 euro per metro quadrato di superficie utile per gli immobili che garantiscono un risparmio di energia del 30% e 116 euro per quelli che migliorano l’efficienza del 50%. Nel primo caso il contributo non potrà superare i 5.000 euro, nel secondo i 7.000.
• Non c’è altro?
Sì, sono previsti incentivi anche per l’acquisto di trattori, motori nautici, rimorchi, gru edili, motori ad alta efficienza energetica. Ci sono due limiti: l’erogazione degli incentivi terminerà in ogni caso il 31 dicembre di quest’anno. E gli incentivi affluiranno sul mercato fino ad esaurimento. Cioè, per esempio, per l’acquisto di eco-case il governo ha messo a disposizione 85 milioni: finiti gli 85 milioni, non ci saranno più soldi per nessuno. La ristrettezza di questi aiuti ha fatto dire all’opposizione: «Sono briciole».
• Quando si potranno cominciare a incassare?
Ci vorrà un secondo decreto, “attuativo”, che dovrebbe essere emanato entro una decina di giorni.
• Strana procedura.
Abbia pazienza, ci sono le elezioni e il governo aveva bisogno di annunciare qualcosa prima del voto. I dettagli verranno dopo. Non è un caso che si sia data notizia proprio l’altro giorno anche della costituzione di un fondo da un miliardo per ricapitalizzare le piccole e medie imprese (15 mila imprenditori ineteressati). Anche così non sono mancati i mugugni. I costruttori s’aspettavano l’attuazione delle delibere del Cipe che prevedevano investimenti infrastrutturali finanziati dallo Stato per 11 miliardi. In parole povere: le istruzioni per attuare finalmente il piano caso, vincendo le resistenze degli enti locali. Il presidente dell’Ance – l’Associazione Nazionale dei Construttori Edili che con il governo è ormai ai ferri corti (il suo presidente, Paolo Buzzetti, è stato tra i critici più forti del “sistema Bertolaso”) – ha annunciato «massicce iniziative di protesta su tutto il territorio nazionale» a partire dalle prossime settimane. Si aspetterà il voto delle Regionali «per evitare strumentalizzazioni politiche». Non si è neanche trovata – per ora – la prima tranche degli 800 milioni destinati alla banda larga, un’infrastruttura che tutti giudicano essenziale. Ma c’è la crisi, e i soldi non ci sono e, a quanto si capisce, non ci saranno troppo presto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/3/2010]
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