Simone Di Meo, Il Sole-24 Ore 20/3/2010;, 20 marzo 2010
ROMEO CONDANNATO A DUE ANNI
Il sistema-Romeo non esiste e non c’è stato alcun appalto pilotato al Comune di Napoli. Il gup del Tribunale partenopeo, Enrico Campoli, chiude con una raffica di assoluzioni il tribolato capitolo giudiziario sul "Global service", il maxi-appalto da 400 milioni di euro per la manutenzione delle strade cittadine che, secondo la procura, era stato cucito addosso all’immobiliarista Alfredo Romeo, grazie alla connivenza di politici e amministratori locali.
Sono tutti innocenti i sedici indagati che hanno scelto il rito abbreviato. Le uniche condanne in-flitte (due anni di reclusione con pena sospesa allo stesso Romeo e all’ex provveditore alle Opere pubbliche di Campania e Molise, Mario Mautone) sono state decise per un presunto caso di promessa raccomandazione per posti di lavoro e, dunque, per vicende non legate ad appalti pubblici. Assolti anche i quattro ex assessori comunali finiti agli arresti domiciliari nel dicembre 2008 (Enrico Cardillo, Ferdinando Di Mezza, Giuseppe Gambale e Felice Laudadio), l’ex vicepresidente della Provincia di Napoli, Antonio Pugliese, e dirigenti comunali e collaboratori di Romeo.
Le richieste dei pm in sede di requisitoria erano state particolarmente dure: dieci anni di carcere per l’immobiliarista, sei anni e otto mesi per Pugliese, sei anni a testa per Cardillo, Di Mezza e Gambale, cinque anni e otto mesi per Laudadio e tre anni per Mautone.
Nell’udienza di ieri, il gup ha altresì deciso il proscioglimento degli indagati che hanno, invece, optato per il rito ordinario: il tenente colonnello della Guardia di Finanza Vincenzo Mazzucco, accusato di essere la "talpa" che aveva avvisato gli indagati dell’inchiesta in corso, il parlamentare del Pdl Amedeo Laboccetta, accusato di turbativa d’asta, e due collaboratori di Mautone. Per tutti loro, i pm avevano invocato il rinvio a giudizio.
Il gup ha inoltre disposto il dissequestro dei beni e delle aziende di Romeo sottoposti ad amministrazione giudiziaria, applicando però nei suoi confronti la pena accessoria del divieto di contrattare per due anni con la pubblica amministrazione.
Il quadro accusatorio della procura è letteralmente franato nel momento in cui il giudice ha escluso l’esistenza dell’associazione per delinquere, perché gli avvocati difensori hanno avuto gioco facile a dimostrare che, malgrado la mole di intercettazioni telefoniche a sostegno dell’accusa, non c’erano tracce di episodi di corruzione e, soprattutto, mancava quella che i legali hanno definito la "prova principe" dell’inchiesta: il bando di gara. L’appalto sul "Global service", infatti, non è mai stato realizzato, ufficialmente per mancanza di copertura finanziaria. In realtà, sospettavano i magistrati, per la fuga di notizie che aveva messo in allarme i politici e l’immobiliarista.
«Mi attendevo la sentenza di assoluzione nei miei confronti, ma questo non diminuisce la mia gioia e la mia soddisfazione», ha commentato Alfredo Romeo, assistito dagli avvocati Bruno Von Arx e Francesco Carotenuto. «Anzitutto per le imprese del mio gruppo, che mi sono state re-stituite, ma anche perché si è riconosciuto che la mia condotta è sempre stata lecita e portata avanti secondo i criteri che animano e determinano lo sviluppo e la produttività nazionali. Ora torno al lavoro».
«Noi rispettiamo il lavoro della magistratura, ma rispetto un po’ di meno chi ha strumentalizzato questa vicenda politicamente » ha commentato invece il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, che ha parlato anche di «cattiveria» nel suo partito. Un pensiero poi all’ex assessore Giorgio Nugnes, morto suicida pochi giorni prima che scattassero gli arresti: «Lui sarebbe stato il quinto assolto» ha detto il sindaco.
A poche ore dalla lettura della sentenza, il capo della procura, Giovandomenico Lepore, ha avuto un lungo colloquio con i pm titolari dell’indagine, ai quali ha ribadito «piena fiducia, nel pieno rispetto delle decisioni del giudice », per studiare la praticabilità di un ricorso in appello.
Il filone investigativo sui maxi- appalti a Napoli non è comunque concluso, perché – proprio dal troncone del "Global service" – è stato aperto un nuovo fascicolo sulla costruzione della Cittadella della polizia e sul piano Napoli varato nel 2006 dall’allora governo Prodi, nel quale sarebbe coinvolto proprio l’ex provveditore Mautone per turbativa d’asta.