Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  marzo 20 Sabato calendario

SREBRENICA, I GAY E LA CATTIVA COSCIENZA AMERICANA

Quindici anni dopo, ci si batte ancora per Srebrenica, la città bosniaca teatro di uno degli episodi più atroci delle guerre dei Balcani. Adesso, però, lo scontro non e’ armato, ma di civiltà. Per dire no ai gay in uniforme, John Sheehan, generale Usa in congedo, ex comandante delle forze Nato, dichiara, di fronte alla commissione difesa del Senato di Washington, che il contingente olandese dei caschi blu in Bosnia non riuscì a proteggere la popolazione di Srebrenica anche per la presenza nelle sue fila di soldati omosessuali. Nel luglio del 1995, i soldati olandesi, che erano equipaggiati in modo inadeguato e non avevano il mandato di intervenire, furono sopraffatti dalle unità serbo-bosniache, che poi massacrarono quasi 8.000 uomini e ragazzi musulmani. , La singolare lettura storica del tragico episodio, classificato come genocidio dal Tribunale dell’Aja, non trova riscontro – notano fonti olandesi - nelle moltissime indagini e ricerche condotte sulla strage. invece emerso che i caschi blu non poterono prevenire il massacro perché le risoluzioni del consiglio di Sicurezza dell’Onu fino a quel momento votate, non li autorizzavano ad agire. Più che con gli olandesi, il generale, che viene dai marines, il corpo più ”m a s ch i o – delle forze armate Usa, ce l’ha con i gay. Il Senato di Washington sta infatti discutendo in questi giorni la possibilità che i gay Usa indossino la divisa dichiarando apertamente la propria omosessualità. Finora vige, invece, la prassi, introdotta dall’Amministra - zione Clinton, del ”don’t ask, don’t tell’, cioé io non ti chiedo se sei gay all’atto dell’ar r uolamento e tu non me lo dici, e neppure me ne fai accorgere ”sul lavoro’. Il presidente Obama vuole cancellare questa ipocrisia, ma, evidentemente, non tutti nelle forze armate sono convinti che sia una buona cosa. E, infatti, il generale Sheehan è fortemente contrario a superare la norma. Nella sua audizione, il generale c’è andato giù pesante. Il contingente olandese – ha detto - era gravemente impreparato a difendere i musulmani bosniaci dall’aggressione delle forze serbe, in parte perché alcuni soldati impegnati in combattimento erano gay. ”Il crollo dell’Unione Sovietica - ha aggiunto – aveva spinto gli eserciti europei, compreso quello olandese, a credere che non ci fosse più bisogno di persone dalla forte capacità di combattimento. Quindi s’è cominciato ad allargare le maglie del reclutamento, ammettendo anche i gay dich i a ra t i ”. La levata di scudi provocata dalle dichiarazioni di Sheehan è stata duplice: contro l’omofo - bia del generale, hanno reagito i movimenti gay, negli Stati Uniti e altrove; e contro la denigrazione del valore militare olandese, s’è levato il governo dell’Aja, dopo che l’ambasciatrice olandese a Washington Renee Jones Bos aveva affermato: ”Vorrei ricordare con orgoglio il contributo che gay e lesbiche hanno dato e danno quotidianamente alle nostre forze armate, apertamente e senza discriminazioni ormai da decenni, distinguendosi in tanti teatri di guerra e oggi in Afghanistan”. Su twitter, il ministro degli esteri Maxime Vergahen s’e’ detto ”s b a l o rd i t o ” dalle parole di Sheehan, attribuendole al dibattito sulla presenza degli omosessuali nell’esercito statunitense. Per il ministro della Difesa Eimert van Middelkoop, le accuse del generale sono ”asso - lutamente insensate, scandalose e sconvenienti”. Il responsabile del sindacato dei militari olandesi, Wim van den Burg, ha definito i commenti di Sheehan sono ”ridicoli”. Durante la guerra in Bosnia (1992-’95) Srebrenica era una enclave bosniaca in territorio serbo-bosniaco e costituiva un’area di sicurezza affidata alla forza di protezione dell’O nu . L’11 luglio 1995, la città venne occupata: le truppe serbo-bosniache deportarono la popolazione e compirono il massacro, con crudele sistematicità. Per il coraggio dimostrato in quella circostanza, i caschi blu olandesi ricevettero dal ministero della Difesa dell’Aja una medaglia al valore. E la comunità internazionale, così come i serbo-bosniaci, hanno poi riconosciuto le loro diverse responsa bilita’ per quanto avvenuto. Il Memoriale di Potocari che commemora la strage, fu inaugurato nel 2003 dall’ex presidente Usa Bill Clinton.