Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  marzo 20 Sabato calendario

RISTRUTTURARE CASA SENZA BUROCRAZIA

Via libera alle opere di manutenzione straordinaria tramite una semplice comunicazione al Comune, anche via Internet. questa la novità introdotta ieri dal Consiglio dei ministri nel decreto incentivi, con l’ intento dichiarato di rilanciare il piano casa. Dall’ installazione di un pannello solare alla pavimentazione di uno spazio esterno, ognuno potrà fare i lavori extra di manutenzione senza bisogno della Dia (dichiarazione d’ inizio attività) e di tutte le costose pratiche collegate, finora affidate a professionisti. «Il nostro motto è "tutti padroni in casa propria" - ha spiegato il premier Silvio Berlusconi -: questa è l’ attuazione di quel concetto». Si tratta di un «tonico per le nostre aziende edilizie» ha precisato. Ma architetti e ingegneri insorgono sostenendo che, senza l’ ausilio di un tecnico che individui quali siano le parti strutturali di un edificio su cui è pericoloso mettere le mani, possono determinarsi problemi di «pubblica incolumità». Tutto senza Dia Il provvedimento non è nuovo: era contenuto nel disegno di legge di semplificazione Brunetta-Calderoli e aveva già suscitato polemiche. Ora è stato stralciato e introdotto nel decreto incentivi, ma il testo è rimasto lo stesso. In pratica si allarga la definizione di «attività edilizia libera», contenuta nel Testo unico sull’ edilizia, cioè di quelle attività per svolgere le quali non è necessario presentare la Dia e attendere 30 giorni prima d’ iniziare i lavori, magari correndo il rischio che, nel frattempo, l’ amministrazione chieda ulteriori documenti facendo ripartire il conteggio dei 30 giorni. Diventano «attività di edilizia libera» e dunque si possono fare previa una semplice comunicazione al Comune, anche telematica, gli interventi di manutenzione straordinaria che non riguardino le parti strutturali dell’ edificio, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento degli standard urbanistici. Sono sottoposti alla stessa semplificazione le opere temporanee di ricerca del sottosuolo, i movimenti terra pertinenti all’ esercizio di attività agricola, le serre mobili stagionali, le opere di pavimentazione e di finitura esterne, la posa di pannelli solari, fotovoltaici e termici, la realizzazione di aree ludiche senza fini di lucro e di arredo delle aree pertinenziali degli edifici. Il veto delle Regioni Inoltre, per semplificare l’ ottenimento del certificato di prevenzione incendi, questo viene rilasciato con l’ esame a vista. Tutte queste norme potranno essere applicate nel rispetto delle leggi antincendio, sulla sicurezza e la sanità e sempre che non contrastino con la disciplina regionale e gli strumenti urbanistici comunali. Circostanza che ha fatto dire al ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti: «Sarà il buon governo delle Regioni a consentire almeno le opere interne. Sarà così un buon motivo cambiare le amministrazioni regionali che non lo consentiranno...». Una battuta polemica con le Regioni, soprattutto del centrosinistra, ma non solo, che hanno bloccato il piano casa, al quale il governo teneva molto per rilanciare l’ economia: «Ci hanno detto che era una cosa giusta ma non si poteva fare perché di competenza regionale» ha ironizzato il ministro. Ora, ha concluso, «con l’ articolo che abbiamo messo, le opere interne alla casa o la casetta per i bambini si potranno fare, a meno che non ci sia una legge regionale che le vieta». Il ruolo del Parlamento Ma sarà davvero così? La maggioranza terrà il punto sulla norma o la cambierà in Parlamento, accogliendo la protesta dei professionisti la cui opera, eliminato il passaggio della Dia che li vedeva protagonisti, diventa superflua? Il dialogo dietro le quinte è già in corso. La Federarchitetti di Roma ha inviato ai ministri Brunetta e Calderoli un emendamento che affida a un professionista, il quale non abbia nulla a che vedere con l’ impresa appaltatrice dei lavori, la certificazione che i lavori programmati non tocchino parti strutturali, insomma che rientrino a pieno titolo tra quelli per i quali non occorre la Dia. «Io vorrei sapere - attacca il presidente Giancarlo Maussier - che abbiamo studiato a fare se poi la legge autorizza i lavori di manutenzione straordinaria fidandosi della valutazione di un semplice capomastro». Lo stesso ufficio legislativo di Calderoli fa sapere che «non ci sono preclusioni particolari all’ accoglimento dell’ emendamento degli architetti», ma che sarà il Parlamento eventualmente a discuterne. «Questo provvedimento così com’ è ora, cioè senza la nostra modifica - suggerisce Maussier - sembra uno spot elettorale. Speriamo che dopo le elezioni torni il buon senso». No di ingegneri e ambientalisti Anche il Consiglio nazionale degli ingegneri è sul piede di guerra: «Questa norma - dice il consigliere Giovanni Montresor - nel momento in cui rimette al committente la responsabilità di valutare se i lavori possano sottrarsi ai controlli della Dia collide con la recente entrata in vigore di norme e regolamenti in materia di sicurezza sismica, risparmio energetico e sicurezza sul lavoro, norme che diventerebbero facilmente eludibili». «Questa provvedimento - aggiunge Edoardo Zanchini, responsabile energia e urbanistica di Legambiente - avrà come unico effetto di incrementare il lavoro nero e aumentare i contenziosi condominiali. Ma non solo. Chi abita in un palazzo, infatti, non potrà sapere nulla dei lavori che si stanno facendo al piano di sotto o nell’ appartamento accanto, nè avere alcuna certezza che veramente non si stiano toccando parti strutturali dell’ edificio, visto che a garantire sarà semplicemente il proprietario di casa». Secondo il senatore del Pd, Roberto Della Seta, il rischio, quando il governo Berlusconi affronta il tema della casa, «è che ci sia l’ ennesimo maxi condono in agguato o un tentativo di deregulation edilizia, che sarebbe letale per il nostro Paese che ha subito abusi e colate di cemento anche nei luoghi più belli». Il riferimento è, tra l’ altro, alla possibilità che il decreto consenta a chi abbia eseguito già questi lavori di manutenzione senza la Dia di sanare l’ abuso presentando una tardiva comunicazione al Comune.
Antonella Baccaro