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 2010  marzo 20 Sabato calendario

DUE ANNI A ROMEO, ASSOLTI GLI ASSESSORI - L’

inchiesta «global service», quella sulla gestione degli appalti del Comune di Napoli, quella che portò alla decapitazione della giunta di Rosa Russo Iervolino con tre assessori e un ex assessore arrestati, quella che si intreccia con il suicidio di Giorgio Nugnes, che sarebbe finito in carcere se l’ angoscia e il terrore non lo avessero spinto a impiccarsi; l’ inchiesta che, secondo la procura, disegnò il sistema Romeo, dal nome dell’ imprenditore indicato come catalizzatore degli appalti pubblici partenopei, crolla davanti al verdetto del tribunale. La sentenza emessa ieri mattina dal giudice Enrico Campoli al termine del processo con rito abbreviato, è una sventagliata di assoluzioni. Assolti gli ex assessori comunali Giuseppe Gambale, Ferdinando Di Mezza, Enrico Cardillo e Felice Laudadio, assolto l’ ex vicepresidente della Provincia di Napoli Antonio Pugliese, assolta la collaboratrice di Romeo, Paola Grittani, assolto il docente universitario Guido Russo, assolti gli imputati minori, prosciolto il parlamentare del Pdl Amedeo Laboccetta, per il quale era stato chiesto il rinvio a giudizio. Solo due le condanne: per Alfredo Romeo, l’ imputato principale, e per Mario Mautone, ex provveditore alle Opere pubbliche. Ma Romeo era arrivato al processo con dodici imputazioni e alla fine i pm avevano chiesto per lui dieci anni di carcere, e invece è stato condannato a due anni e per una sola delle accuse. La stessa pena inflitta a Mautone, che condivide con l’ imprenditore anche il reato di cui sono stati riconosciuti colpevoli: corruzione, per assunzioni nel gruppo Romeo su segnalazione di Mautone. Il provveditore, però, è stato assolto dall’ accusa di turbativa d’ asta, mentre Romeo anche da quella di associazione per delinquere. Invece quei due anni non dovrà nemmeno scontarli, il giudice ha deciso - come per l’ altro condannato - la sospensione della pena, e ha anche disposto il dissequestro dei beni di Romeo. La procura andrà avanti, «dobbiamo rispettare la decisione del tribunale ma ricorreremo in appello: qui sembra che l’ impianto accusatorio sia stato smantellato», commenta Giovandomenico Lepore, il capo dei pm napoletani. Romeo invece dice che lui l’ assoluzione se l’ aspettava, «ma certo non diminuisce la mia gioia e la mia soddisfazione. Questa vicenda mi ha creato momenti di sofferenza indicibili, ho trovato la forza di reagire nel convincimento che prima o poi la mia innocenza sarebbe stata riconosciuta». Il commento di Alfredo Romeo, che è stato a lungo in carcere prima di ottenere gli arresti domiciliari, è forse quello di più basso profilo nella raffica di reazioni scatenate dalla sentenza. Se l’ avvocato Massimo Krogh, difensore di Paola Grittani, parla di «troppe persone» che «in Italia sono alla gogna prima della pronuncia liberatoria che arriva dopo anni», Amedeo Laboccetta dice: «Adesso pretendo le pubbliche scuse della procura, anche se so che la presunzione di alcuni magistrati è tale e tanta da non voler mai riconoscere i propri errori». Bassolino e Iervolino rivolgono invece un pensiero a Nugnes («sarebbe stato il quinto assolto»), ma il sindaco sceglie anche qualche tono polemico: «Sono soddisfatta, ma non dimentico le strumentalizzazioni, soprattutto non dimentico il fuoco amico», dice. E aggiunge: «Posso capire che certe cose le strumentalizzi l’ opposizione, ma non che lo faccia il mio partito. Invece ricordo tutti i nomi, uno a uno: Finocchiaro, Chiamparino, Renzi. C’ è stata una mancanza di fiducia assoluta e una sottovalutazione della giunta e del sindaco che, sicura di avere le mani pulite, è andata avanti, ma da sola». A stretto giro le arriva la risposta di Chiamparino: «Non so nemmeno di che cosa stia parlando».
Fulvio Bufi