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 2010  marzo 20 Sabato calendario

LA DOPPIA VITA DEL TESORO SCOMPARSO

Tutto comincia in un giorno indefinito del 211 avanti Cristo. Soldataglie spagnole al soldo di Roma prima assediano e infine conquistano Morgantina, città greco-sicula fondata 1800 anni prima. Massacrano gli abitanti, distruggono i simboli della città, a partire dai templi per finire con le case più illustri. La colpa di Morgantina, agli occhi di Roma, è essersi schierata con Cartagine durante la seconda guerra punica. Morgantina viene cancellata senza pietà e lentamente svuotata dei suoi abitanti. C’ è però chi ha il tempo di avvolgere in alcuni stracci, quasi sicuramente in una tela di sacco, i meravigliosi pezzi d’ argento di Eupolemos, probabilmente un ricco signore. E di interrarli per poi poterli un giorno dissotterrare. Chi compie questa operazione, con ogni probabilità, muore. Perché fino al 1980 dopo Cristo nessuno ha più notizia di quel tesoro. E nemmeno sospetta che esista. Alla metà degli anni Cinquanta l’ area viene sistematicamente esplorata da esperti di tre università americane, Princeton per prima. C’ è anche re Gustavo VI Adolfo di Svezia. Ma nessuno trova gli argenti. Che invece vengono individuati nel 1978, grazie al metal detector, dai tombaroli attivissimi in zona: trovano, in quei giorni, anche la meravigliosa Venere. Per gli argenti i tombaroli si fanno pagare dai trafficanti (primo passaggio verso il ricchissimo mercato internazionale) appena mille dollari. Poco meno o poco più, dato incerto, il prezzo per la Venere. La statua forse torna alla luce già a pezzi, o forse viene dissotterrata intera e poi divisa in tre tronconi per affrontare meglio e senza problemi i viaggi oltreoceano. Il capitolo Morgantina è solo uno dei tanti che compongono il tristissimo romanzo della sistematica spoliazione dei nostri beni archeologici a favore di alcuni (allora) spregiudicati musei americani, soprattutto il Getty Museum di Los Angeles e il Metropolitan Museum di New York. Dall’ Italia parte di tutto: statue, preziosi vasi etruschi, addirittura pezzi di affreschi. Il giornalista Fabio Isman ne ha tratto un libro-inchiesta uscito un anno fa per Skira, «I predatori dell’ arte perduta». Racconterà nel 2005 Maurizio Fiorilli, avvocato dello Stato incaricato di difendere le ragioni dell’ Italia nel processo contro Marion True, ex responsabile delle acquisizioni del Getty Museum, parlando delle foto trovate nel 1995 nel deposito ginevrino del trafficante Giacomo Medici (1.973 pezzi esportati clandestinamente e 4000 scatti fotografici): «Ho visto la foto di una ruspa di scavatori clandestini con le colonne di una villa romana appena distrutte. Accanto si scorgevano pezzi di affreschi romani, anche quelli ben individuabili. Angosciante». Vero: angosciante. Proprio intorno agli anni Ottanta si saldano due realtà: la colpevole disattenzione dello Stato italiano, che ancora non percepisce profondamente come reato tutto ciò che sta accadendo. E dall’ altra il desiderio spasmodico di quei grandi musei di dotarsi di pezzi di indubbio richiamo culturale ma anche turistico. Bisogna arrivare fino al 1981 per ritrovare le tracce degli argenti. Che vengono venduti in due lotti (il successivo nel 1982) al Metropolitan museum di New York che li paga 27.4 milioni di dollari. Il «Met» non li espone tutti, ma solo una parte, dal 1984 in poi, anno in cui annuncia l’ acquisizione. In Italia qualcosa comincia a muoversi, anche se molto lentamente. Soprattutto in Sicilia il movimento per tentare di riottenere sia gli argenti che la Venere si rafforza. Tra il 2000 e il 2002, in base a un accordo internazionale, un gruppo di studiosi italiani analizzano gli argenti per stabilirne la provenienza. Infatti al 2002 risale l’ articolo pubblicato sul numero 121 e firmato da Pier Giovanni Guzzo, archeologo insigne, per anni soprintendente di Pompei. Guzzo certifica e conferma la provenienza dall’ Italia. Nel mondo degli storici dell’ arte non solo italiani la notizia fa scalpore. E parte dal ministero per i Beni culturali la prima richiesta ufficiale di restituzione. Puntualmente ignorata dagli interlocutori. Ma l’ evidenza è sotto gli occhi di tutti. E il Metropolitan Museum capisce che la sua stessa immagine è in pericolo: può il massimo museo americano, autentico simbolo culturale di New York e degli Stati Uniti, continuare a esporre nelle proprie teche un tesoro chiaramente acquistato sul mercato clandestino? Può vendere biglietti per mostrare ciò che è, per lo Stato italiano, il corpo di un reato, un lotto definito sul sito dei carabinieri del nucleo del patrimonio artistico «pezzi trafugati»? Nel dicembre 2005 finalmente lo storico direttore del Metropolitan, Philippe de Montebello, accetta l’ accordo con la Repubblica italiana: sì alla restituzione del cratere di Eufronios. Sì alla restituzione degli argenti di Morgantina. L’ accordo viene sottoscritto nel febbraio 2006 con l’ allora ministro per i Beni culturali, Rocco Buttiglione. Ovviamente c’ è l’ assessorato alla Cultura della regione Sicilia, autonoma in questo comparto. Commenta, in quei giorni, Giuseppe Proietti, in quel momento direttore generale per la Ricerca e l’ innovazione del ministero. L’ intesa prevede, da parte dell’ Italia, l’ assicurazione di prestiti quadriennali al «Met» di altri, prestigiosi pezzi. Nel 2007 cede, sotto la pressione del processo, anche il Getty Museum che promette la restituzione della Venere (pagata ai trafficanti 18 milioni di dollari, in realtà senza prezzo). Infatti anche la Dea rientrerà, probabilmente nel gennaio 2011. E anche quel giorno sarà festa grande per il ritorno di una enigmatica divinità nella sua terra.
Paolo Conti

LA CRONOLOGIA
211 a. C.
Morgantina viene distrutta da mercenari spagnoli al soldo di Roma, che la puniscono per essersi schierata con Cartagine.
1955
Gli archeologi di tre università americane setacciano sistematicamente l’area alla ricerca di reperti
1978
Grazie al metal detector, i tombaroli trovano gli argenti del "tesoro di Morgantina" e li vendono al mercato nero insieme alla celebre Venere
1984
Il Metropolitan Museum di New York annuncia l’acquisizione degli "argenti"
2002
L’archeologo Guzzo certifica che gli argenti provengono dall’Italia. Parte la prima richiesta ufficiale italiana di restituzione
2005
Il Metropolitan accetta di restituire gli "argenti" e il cratere di Eufronios
2007
Anche il Getty Museum capitola: la Venere di Morgantina tornerà in Italia, forse a gennaio 2011