Giampaolo Visetti, D di Repubblica, 20/3/2010, 20 marzo 2010
ASSASSINI
Zhang Xuping, 19 anni, condannato alla fucilazione per aver ucciso Li Shiming, funzionario di contea del partito comunista, piccolo tiranno che, con le sue bande di picchiatori, estorceva soldi e cibo ai contadini da oltre vent’anni. Questi, stanchi dei soprusi, si erano pure messi in testa di chiedere giustizia e, armati di rami di melo, si erano diretti alla sede provinciale del partito, guidati dal contadino Zhang Huping, ma erano stati fermati da cinquanta uomini pagati da Shiming. Fallito il tentativo, Huping, deciso a far fuori il nemico ma non trovando il coraggio di ucciderlo con le proprie mani, si rivolse al minatore diciannovenne Xuping il quale, per mille yuan, raggiunse Shiming presso presso la sede del partito e gli infilò il coltello tra due costole. Il funzionario, gravemente ferito, uscì allora dall’edificio zoppicando e sanguinante, salì sul suo fuoristrada nero, s’andò a infilare in un canale secco ed ebbe ancora il tempo di scrivere su un fogliettino di carta il nome del suo assassino prima di esalare l’ultimo respiro. Per tre volte, però, i giudici dovettero rinviare il processo a causa della folla che fuori dal tribunale chiedeva la grazia per il minatore giustiziere gridando «Avremmo ucciso noi, ma siamo troppo deboli».