Corriere della Sera 21/03/2010, 21 marzo 2010
QUELLA MONTAGNA DI SALE (SPARITO)
Appena l’ anno prima la giunta Bassolino aveva restituito alla città Piazza del Plebiscito, ridotta precedentemente a un megaparcheggio. Così nel 1995 la Montagna di sale di Mimmo Paladino, realizzata in occasione di due mostre a lui dedicate, fu la prima installazione a restituire il ruolo di agorà al cuore di Napoli, inaugurando una tradizione natalizia mai più interrotta. Con quella «scultura» (sopra, nella foto Controluce) Paladino intendeva proporre il dramma dell’ imprevedibilità e della devastazione dei terremoti che avevano colpito la città: la forma conica (30 metri di diametro e 15 di altezza) rimandava al Vesuvio, il sale al mare, i cavalli semisepolti agli stessi napoletani. Napoletani che si appropriarono della montagna divertendosi a scalarla, ma anche prelevando in abbondanza il sale portafortuna. Tanto che Eduardo Cicelyn, curatore dell’ installazione e oggi direttore del Madre, fu costretto più volte a sollecitare alla salina di Trapani l’ invio urgente di altri carichi, imitando perfettamente la voce del sindaco Bassolino.