FRANCESCO MANACORDA, La Stampa 21/3/2010, PAGINA 25, 21 marzo 2010
GENERALI, ORA GERONZI E’ IN CAMPO
L’alta tensione esplosa venerdì in Mediobanca sul rinnovo della presidenza delle Generali illumina le intenzioni di Cesare Geronzi. Il presidente di piazzetta Cuccia, che ha sempre sostenuto ufficialmente di non essere interessato a ricoprire la stessa carica a Trieste, da venerdì appare invece come un candidato, ancorché «ufficioso», a tutti gli effetti per quella poltrona. A dimostrarlo la sua netta opposizione alla proposta alternativa lanciata proprio venerdì dai manager della stessa Mediobanca: quella di trovare per la compagnia triestina una soluzione interna, promuovendo alla presidenza l’amministratore delegato Giovanni Perissinotto e lasciando in carica l’altro ad Sergio Balbinot.
Paradossalmente, dunque, il momento in cui diventano più chiare le intenzioni di Geronzi è proprio quello in cui i manager di Mediobanca - l’amministratore delegato Alberto Nagel, probabilmente in accordo con il direttore generale Renato Pagliaro - lanciano un altro candidato. Lo fanno, in tutta evidenza, con la convinzione di avere l’appoggio di una maggioranza dei soci della stessa banca d’affari; in testa quell’Unicredit che con il 9% è il primo azionista e che ha già fatto sapere che sul dossier triestino appoggerà le scelte del management.
Dopo mesi di scaramucce combattute nelle retrovie, dunque, lo scontro per la guida delle Generali entra adesso nel vivo. E dovrà anche concludersi in tempi rapidi. Il comitato nomine di piazzetta Cuccia, che decide la lista di maggioranza per le Generali e indica dunque in quell’elenco il presidente, dovrà decidere entro il 6 aprile, data limite per la presentazione delle liste. L’obiettivo, finora, era di tenere il comitato entro la settimana che si apre domani, ma già per riunirsi venerdì 27 il comitato dovrebbe essere convocato mercoledì. Forse un po’ presto per trovare un accordo. Possibile dunque che la riunione decisiva slitti, sebbene l’orientamento comune sarebbe comunque quello di tenerla entro fine mese e di non «sforare» per le festività di Pasqua. In quel comitato, comunque, spetta proprio all’amministratore delegato «sentito il presidente» fare i nomi per il vertice delle Generali. Un potere che, a giudicare dagli ultimi segnali, Nagel appare intenzionato ad esercitare in pieno. Se i sette membri del comitato - Geronzi è uno di loro, ma non potrebbe votare in caso di sua candidatura - finissero alla pari la questione approderebbe al consiglio.
Ma che cosa succederà se Geronzi deciderà adesso di avanzare ufficialmente la sua candidatura, esplicitando l’intenzione di spostarsi alle Generali? Secondo gli esegeti del presidente sarebbe impossibile per i soci e il management di Mediobanca non prenderne atto e quindi il passaggio di Geronzi da Milano a Trieste si tradurrebbe in una sorta di atto dovuto, da sbrigare senza troppe formalità. Ma proprio il dato nuovo emerso venerdì fa capire che qualcosa forse è cambiato e che lo stesso Nagel, assai determinato nella sua posizione, ritiene che i soci di Mediobanca possano in fondo scegliere una soluzione alternativa che favorisca la stabilità sia in piazzetta Cuccia - con il mantenimento dei vertici - sia a Trieste con la promozione di Perissinotto.
In effetti proprio il tema dell’eventuale sostituzione di un Geronzi che dovesse andare a Trieste preoccupa i soci di Mediobanca. Anche gli azionisti francesi guidati da Vincent Bolloré, che secondo una visione schematica dovrebbero appoggiare i desiderata di Geronzi, avrebbero espresso i loro dubbi su una soluzione che lascerebbe piazzetta Cuccia senza la sua figura apicale, solo eventualmente sostituibile con Pagliaro.
Il fatto che il conflitto in Mediobanca adesso sia chiaro e dichiarato non aiuta a sciogliere le incognite su quella che sarà la decisione finale. C’è anche chi ipotizza, nel caso di uno stallo tra le due candidature in campo, l’arrivo di un terzo candidato come il capo di Allianz Italia Enrico Cucchiani. Ma sarebbe difficile spiegare ai soci delle Generali perchè andare a cercare in casa di un concorrente il loro numero uno.