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 2010  marzo 21 Domenica calendario

LA SFIDA DELL’INDIA UNA LEGGE SUL RISO PER SFAMARE I PI POVERI - BANGKOK

Prima la siccità che ha colpito più del 50 per cento delle campagne indiane. Poi è arrivato l’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, schizzati del 16,3 per cento dal marzo del 2009.

Sono stati gli ultimi campanelli d’allarme suonati nelle stanze del Congresso di Delhi, che aveva promesso misure a favore dei poveri in tutti i comizi elettorali, ma senza ancora mantenerle.

Ieri il ministro dell’Agricoltura Sharad Pawar ha confermato le anticipazioni della stampa indiana sul disegno di legge destinato a offrire 25 chili di riso o di grano al prezzo calmierato di 3 rupie (0,04 euro) per gli indiani al di sotto del livello di povertà. Lo ha preparato e sottoposto al governo un comitato di ministri tecnici che ha dovuto calcolare l’impatto sull’economia di un provvedimento destinato a sfamare oltre 300 milioni di persone. L’esecutivo di Manmohan Singh e Sonia Gandhi deciderà la settimana prossima se spedirlo in Parlamento o applicare delle modifiche. Si parla anche di un’ulteriore sconto alla fascia di popolazione che la burocrazia definisce AAY (i poveri tra i poveri), per la quale il prezzo potrebbe scendere fino a due rupie.

Era comunque un provvedimento molto atteso, anche perché la legge era una delle promesse principali dell’agenda elettorale del partito del Congresso. E dopo i ritardi legati alla siccità e all’aumento dei prezzi, la stessa presidente della Repubblica Pratibha Patil aveva richiamato l’attenzione del governo sulla necessità di mantenere fede alle promesse elettorali.

Le prime reazioni al provvedimento, anche da parte dei critici del Congresso, sono state dunque positive, considerando che per la prima volta la vecchia National Food Security Bill, la legge per la sicurezza alimentare, potrebbe davvero essere uniformata in tutto il Paese. Finora infatti in molte parti dell’India il prezzo era ben più alto di quello stabilito da Delhi, e ogni Stato adottava una politica diversa secondo l’influenza delle varie caste al momento del voto.

Inoltre il provvedimento riconosce decisamente che la sicurezza alimentare è una vera emergenza nazionale.

In India i costi delle politiche di sottovalutazione del fenomeno sono stati altissimi.

Dalle statistiche della malnutrizione, risulta che il 37 per cento della popolazione ha una massa muscolare al di sotto dello standard. Secondo gli ultimi rapporti delle Nazioni Unite 2,1 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono per malattie legate alla carenza di proteine e vitamine della crescita, quattro al minuto.

Un milione cede prima dei sei giorni di vita, mille al giorno soccombono alla diarrea. Sono cifre che il governo ha soppesato attentamente prima di delegare la Commissione nazionale per la sicurezza alimentare a occuparsi delle tre produzioni chiave per la sussistenza: il grano, il riso e i legumi. Decine di miliardi di rupie sono stati spesi per acquistare i semi di qualità da distribuire a prezzi politici, mentre le agenzie governative acquistavano grandi stock di prodotto e i responsabili del Commercio estero bloccavano l’export per destinarlo al mercato interno.

A fare da detonatore della crisi è stata la più bassa percentuale di piogge monsoniche degli ultimi 40 anni, possibile conseguenza del surriscaldamento atmosferico. Fin dall’ottobre scorso, gli acquisti di riso da parte dei contadini erano caduti del due e mezzo per cento, da 24,9 a 24,3 milioni di tonnellate in cinque mesi. Ora la nuova legge accelererà la drammatica corsa contro il tempo per tentare di evitare una crisi alimentare dalle conseguenze disastrose per uno dei paesi più popolosi del mondo, nonché la terza più grande economia dell’Asia.