ALESSANDRO ALVIANI, La Stampa 21/3/2010, PAGINA 9, 21 marzo 2010
LA STAMPA TEDESCA: RATZINGER SAPEVA
Quando decise di accogliere padre Hullermann a Monaco, l’allora arcivescovo Joseph Ratzinger sapeva che quel sacerdote in arrivo da Essen era stato accusato di pedofilia. Eppure né lui né la sua arcidiocesi avvisarono la polizia o la magistratura. Così, proprio mentre a Roma veniva diffusa la sua lettera ai cattolici irlandesi, Benedetto XVI finiva nuovamente sotto accusa in Germania. Ratzinger, rivela il settimanale «Der Spiegel» domani in edicola, era più informato di quanto non si pensasse finora sul passato di Peter Hullermann, il prete che nel 1979 fu accusato di pedofilia a Essen e fu per questo spedito a Monaco per una terapia. In una lettera che la diocesi di Essen inviò all’arcidiocesi di Monaco si spiegava chiaramente che Hullermann aveva abusato di minorenni, riporta lo «Spiegel».
I vertici dell’arcidiocesi di Monaco si occuparono del caso il 15 gennaio 1980 in una riunione presieduta da Ratzinger. Stando al protocollo dell’incontro, Hullermann chiese «per un po’ di tempo un alloggio» in una parrocchia di Monaco e si impegnò a seguire «un trattamento psicoterapeutico». «La richiesta viene approvata», si legge nel protocollo.
Pochi giorni dopo il vicario generale Gerhard Gruber assegnò nuovi incarichi pastorali a Hullermann (cosa che Ratzinger non avrebbe saputo). E questo malgrado lo psicoterapeuta che aveva in cura il sacerdote avesse espressamente sconsigliato di farlo lavorare di nuovo a contatto con minorenni. Nel 1986 Hullermann fu condannato per aver abusato di altri bambini a Grafing, in Baviera.
In Germania, intanto, la diffusione della lettera sui preti pedofili non ha placato le critiche al Papa. Sebbene il testo fosse rivolto in primo luogo ai cattolici irlandesi, molti si aspettavano un riferimento esplicito ai casi tedeschi e una parola anche sulle responsabilità della Santa Sede. «Siamo delusi: così l’autorità del Papa in Germania diminuisce», spiega Christian Weisner, portavoce del movimento del dissenso «Wir sind Kirche». Ieri i siti dei maggiori quotidiani tedeschi aprivano con titoli come «Il Papa tace sui casi di abusi in Germania» (Faz) o «Vergogna, rimorso, ma neanche una parola sui casi tedeschi» (Die Welt). Una lettura respinta dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zollitsch. Quello che il Papa dice ai cattolici irlandesi, dice, «vale per tutta la Chiesa ed è chiaramente anche un messaggio a noi in Germania».
Lo stesso Zollitsch deve intanto difendersi dall’accusa di aver occultato un caso di pedofilia. Secondo la tv pubblica Ard, tra il 1968 e il 1991 un prete di Oberharmersbach, nella Foresta Nera, avrebbe abusato di almeno 17 ragazzini; nel 1991 Zollitsch, allora responsabile del personale presso l’arcidiocesi di Friburgo, spedì il sacerdote in prepensionamento, ma non avvertì la magistratura. Per l’arcidiocesi di Friburgo si tratta di «accuse infondate». Il prete si suicidò nel 1995, dopo che una procura aveva avviato delle indagini su di lui. Ieri sera Zollitsch ha chiesto scusa alle vittime di abusi a Oberharmersbach. «Non volevamo nascondere nulla», ha spiegato, precisando che oggi cercherebbe «con più energia testimoni e vittime».
La Chiesa tedesca prepara intanto le prime conseguenze. In futuro tutti i sospetti casi di abusi sessuali su minorenni compiuti da religiosi dovranno essere comunicati alla magistratura, hanno proposto i vescovi bavaresi. L’obbligo dovrebbe essere inserito nelle nuove linee guida nazionali in materia di abusi, attese per l’estate. Una svolta, almeno sulla carta: «In casi comprovati di abusi sessuali su minorenni viene consigliato al sospetto di autodenunciarsi ed eventualmente si cerca il dialogo con la procura», si legge nelle attuali linee guida, approvate nel 2002.
Stando allo «Spiegel», che cita i dati di 15 delle 24 procure tedesche, la magistratura ha avviato indagini contro almeno 14 preti e 11 insegnanti sospettati di abusi. In totale la Chiesa si starebbe occupando di oltre 250 casi sospetti.