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 2010  marzo 21 Domenica calendario

ORA NON ESAGERIAMO CON PASOLINI

Misteri d’Italia? Non esageriamo, perché si rischia di vanificare la realtà e l’importanza delle macchie scure che persistono nella storia della Repubblica. Parlo di Pasolini, al centro di strani maneggi che riguardano il suo libro postumo e incompiuto intitolato Petrolio. Il senatore Dell’Utri, più noto per le sue disavventure giudiziarie e l’impegno politico al fianco di Berlusconi che per la sua passione di raffinato bibliofilo, ha avuto tra le mani e ha appena sfogliato un presunto e sconosciuto capitolo del romanzo. Glielo avrebbe sottoposto uno sconosciuto, lasciando intendere che si tratterebbe di materiale scottante sulla morte, mai chiarita, di Enrico Mattei, il potente presidente dell’Eni. Il dattiloscritto avrebbe dovuto essere esposto a Milano, all’interno della Mostra del Libro antico. Ma il possessore, forse intimorito dal clamore dell’annuncio, si è defilato assieme al fantomatico estratto. Fin qui l’antefatto che ha suscitato varie illazioni e ha indotto Walter Veltroni a presentare una interrogazione al Parlamento, sollecitando dal governo una approfondita indagine sul caso. I carabinieri dovranno stabilire se si tratta di un falso o di un furto, che i parenti tuttavia smentiscono, eseguito nella casa di Pasolini dopo la sua morte. E questo darebbe forza a quelle che, stando alle risultanze processuali, sono pure fantasie: che lo scrittore sia cioè stato vittima di un assassinio politico e non di un infortunio nel corso di un convegno con un ragazzo di vita.
Vedremo come andrà a finire. Ma gli appigli a un possibile «mistero» risultano alquanto tenui. I pochi che hanno davvero letto il magmatico Petrolio sanno che sono molti, e non uno solo, i capitoli mancanti o inconclusi. Hanno già letto in certi appunti il nome di Cefis come ideatore di un complotto che avrebbe portato all’uccisione di Mattei. Senza che si alludesse peraltro a prove o indizi fattuali. E non è la sola, asserita scomparsa di un capitolo, a mostrare quanto sia lacunosa la parte riservata a una lotta senza scrupoli per il potere rispetto ai protratti, ossessivi indugi sul torbido erotismo del protagonista. Hai cioè l’impressione che il «giallo» sulla vita e morte di Mattei resti appeso al rauco e furente «profetismo» di Pasolini, che si dibatte in suggestioni e asserzioni che, oltre a non essere confortate da fonti documentali, non trovano posto in un coerente sviluppo narrativo. Non credo che l’eventuale ritrovamento di un inedito possa andare al di là di quanto già conosciamo dal Petrolio pubblicato. Una cosa è vaticinare e lamentare la «scomparsa delle lucciole», un’altra denunciare e chiarire romanzescamente la scomparsa per via criminosa del signore dell’Eni.