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 2014  gennaio 05 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Ieri sera Stefano Fassina si è dimesso dal governo e la mossa apre scenari talmente complicati che le reazioni, finora, sono molto prudenti.

Dimissioni irrevocabili?
Dimissioni irrevocabili. Il casus belli è stata una provocazione di Renzi. Riunita la segretaria a Firenze e discusso delle unioni civili, Renzi si è offerto ai cronisti. Ieri, su Repubblica, era uscita un’intervista a Fassina in cui Fassina sosteneva la necessità di procedere a un rimpasto di governo, e in primo luogo a un rimpasto della rappresentanza democratica dato che la squadra di ministri e sottosegretari del Pd che affianca Letta rappresenta l’epoca bersaniana. Si diceva pronto a rimettere il proprio mandato, nelle mani del presidente del Consiglio e del segretario. Questa uscita, non scontata, ha provocato la domanda di un cronista a Renzi. Il cronista voleva conoscere l’opinione del segretario su questo rismpasto auspicato da Fassina. Renzi gli ha risposto: «Fassina chi?».  

Anche Enzio Siciliano, quando divenne presidente della Rai, a chi gli faceva il nome di Michele Santoro, rispondeva, provocatoriamente, «Michele chi?».
Risposta che non portò da nessuna parte Siciliano quella volta e apre problemi piuttosto grossi nel Pd, nella maggioranza e nel governo adesso. Il presidente del Pd, Cuperlo, ha auspicato un maggior rispetto per le persone, così come ha fatto, sull’altro lato, Maurizio Sacconi. Per Renzi ha parlato Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria: «Oggi si è tenuta una segreteria sulle priorità per il Paese: legge elettorale, jobs act. Non c’è davvero motivo di fare polemiche, ma di lavorare, e molto. Dispiace che il viceministro Fassina esprima in questo modo il suo disagio riguardo alla sua presenza nel governo». Fassina non è uno qualunque: in questo governo era viceministro dell’Economia. Bersani, da segretariom, gli aveva affidato la responsabilità della politica economica. Fassina voleva già andarsene a metà ottobre quando Saccomanni aveva preparato la finanziaria appoggiandosi quasi solo a Vieri Ceriani (consulente, che era ststao sottosegretario al tempo di Monti). Letta e Napolitano lo convinsero a star buono. Stavolta però è diverso, e non si tratta di uno scatto di nervi. «Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’è nulla di personale. Questione politica. Un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione. Responsabilità di Renzi, che ha ricevuto un così largo mandato, è quella di proporre uomini e donne sulla sua linea. Io darò una mano al governo dai banchi della Camera».  

Sa che le dico? Non ha mica torto...
Fassina è un uomo intelligente. Laureato alla Bocconi, cinque anni di esperienza al Fondo Monetario, si fece le ossa tra i giovani comunisti quando il segretario della Fgci era proprio Cuperlo, l’attuale presidente del Pd e avversario di Renzi alle primarie, in quota D’Alema. È un dalemiano-dalemiano anche lui, quindi appartenente alla sinistra del partito, cioè agli ex Ds, il che non vuol dire che non abbia nemici a sinistra, nel variegato insieme delle tribù democratiche esistono pure i bersaniani antifassiniani. Il suo grande avversario è Ichino, non vuole discorsi intorno all’articolo 18, è chiaramente un avversario di Renzi sulle politiche economiche, anche se ha un curriculum che il responsabile economia scelto dal segretario - cioè Filippo Taddei -, bocciato agli esami di abilitazione a professore associato (dove passa l’80% dei candidati), si sogna.  

Può cadere il governo?
Letta potrebbe difendersi con una tipica mossa da cacciavite: e cioè lasciando la poltrona di viceministro dell’Economia vuota, come ha fatto con la Idem. Se passa la linea che bisogna equilibrare la rappresentanza in base alla consistenza dei partiti della maggioranza in Parlamento, i primi a dover essere rimpastati sarebbero infatti gli alfaniani. E Renzi, al tempo del caso Ligresti, non aveva sostenuto che la Cancellieri doveva dimettersi? A far rimescolìi, il governo rischia di evaporare.  

• C’eravamo preparati a discutere delle unioni civili.
Già. Renzi punta fortemente su questo tema e ha convocato i suoi a Firenze (la segreteria, d’ora in poi, sarà sempre itinerante) proprio per discuterne e misurarsi sulla rigida opposizione di Alfano. Ad Alfano, che aveva risposto alle aperture sulle unioni civili, con la frase: «Prima pensiamo alle famiglie», Renzi ha risposto: «Parli tu, che hai azzerato i fondi per la famiglia». Il tema è buono, perché intorno a noi le unioni civili sono state regolamentate un po’ da tutti. In nove paesi europei gay e lesbiche possono andare a nozze, esattamente come gli eterosessuali. In altri 11 paesi ci sono leggi a tutela delle coppie omosessuali. In nove stati le coppie gay possono adottare bambini, in 13 possono adottare come single. Anche il Papa sembra avere una posizione più flessibile e pure nel centro-destra, a parte Alfano, ci sono aperture, per esempio da parte di Sandro Bondi o anche di Cicchitto.  

Il caso Fassina non allontanerà la discussione di questi argomenti?
Tempo proprio di sì.   (leggi)

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