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 2014  gennaio 05 Domenica calendario

IL PAPA RILANCIA IL DIALOGO SUI GAY “DA LORO NUOVE SFIDE EDUCATIVE”


Le unioni gay, in particolare quelle in cui sono presenti dei figli, pongono alla Chiesa «sfide nuove» sul piano educativo ancora «difficili da comprendere. E a quei ragazzi e ragazze «bisogna stare attenti a non amministrare un vaccino contro la fede». Francesco affronta il delicato argomento nell’incontro con i superiori generali degli ordini religiosi di cui riferisce Civiltà Cattolica. È ancora una volta spiazzante l’approccio del Pontefice al tema delle unioni di persone dello stesso sesso. Bergoglio vede innanzitutto il problema di come la Chiesa debba «annunciare Cristo a una generazione che cambia».
E quindi la necessità, più che i diktat e gli anatemi, è come riuscire a svolgere la propria missione in una società in continua evoluzione. Nel suo dialogo di tre ore con i responsabili degli ordini religiosi il Papa si soffermato sul tema dell’educazione, sottolineando che i suoi pilastri sono «trasmettere conoscenza, trasmettere modi di fare, trasmettere valori», e attraverso questi «trasmettere la fede». Infatti, «l’educatore deve essere all’altezza delle persone che educa, deve interrogarsi su come annunciare Cristo a una generazione che cambia». Perciò: «Il compito educativo oggi è una missione chiave, chiave, chiave». E cita alcune sue esperienze nelle parrocchie di Buenos Aires con minori che vivono situazioni complesse, in famiglia, citando proprio il caso di una bambina che vive con una coppia dello stesso sesso. «Ricordo il caso di una bambina molto triste che alla fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d’animo: “la fidanzata di mia madre non mi vuol bene”», spiega Bergoglio. «La percentuale di ragazzi che studiano nelle scuole e che hanno i genitori separati è elevatissima». Molto favorevole la reazione delle associazioni omosessuali. «La sua e un’attenzione inedita per un pontefice a cui bisogna guardare con fiducia- riconosce il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo-. Sarebbe un fatto storico se il Papa incontrasse le famiglie di coppie gay. Da Bergoglio viene ancora una volta una riflessione che contrasta la cultura figlia dell’omofobia». L’atteggiamento di Francesco verso la questione gay è uno dei temi più innovativi del suo pontificato.
Grande clamore aveva suscitato la sua affermazione, sul volo di ritorno da Rio, «se un gay cerca Dio, chi sono io per giudicare?». E alla domanda sul perché in Brasile non avesse parlato delle legge che approva i matrimoni gay, aveva risposto che «non era necessario tornarci, come non ho parlato neppure della frode, della menzogna o di altre cose sulle quali la Chiesa ha una dottrina chiara!». In altre occasioni ha anche detto che la Chiesa «non dev’essere ossessionata da questi temi». Ieri Avvenire ha ricordato a governo e Parlamento che le priorità sono il lavoro e la famiglia e, nel «quadro emergenziale che tuttora ci troviamo a fronteggiare», aggiunge il quotidiano della Cei, mettere il riconoscimento delle unioni di fatto sullo stesso piano delle «urgenze» di lavoro e famiglia «somiglia, nelle migliore delle ipotesi, a una stravagante divagazione».
Intanto con una nuova mossa per riformare il clero ed eliminare il carrierismo nella Chiesa, Francesco ha abolito il conferimento dell’onorificenza pontifica di «monsignore» per i sacerdoti con un’età inferiore ai 65 anni. D’ora in poi l’unica onorificenza pontificia che verrà concessa ai preti di una diocesi che non sono monaci o frati sarà quella di Cappellano di Sua Santità. La Segreteria di Stato lo ha comunicato ai nunzi apostolici e ha chiesto loro di informare i vescovi dei rispettivi paesi. Molti vescovi, però, hanno avuto la tendenza ad utilizzare questo titolo come un modo per premiare i preti fedeli alla loro persona. Con la decisone di Francesco le cose cambiano.