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 2014  gennaio 05 Domenica calendario

L’UOMO DEI TAGLI DICE CHE LUI NON VUOL TAGLIARE


No. L’ennesimo studio proprio non ci interessa, l’analisi storica neppure, il compendio e la relazione tecnica, per favore, no! Lo abbiamo trascinato via dal Fondo Monetario internazionale, gli abbiamo steso un tappeto rosso, e ora ci chiarisce che tagliare non è il suo obiettivo. Mister Cottarelli (I suppose), è un galantuomo con un curriculum alto una spanna, la formazione angloamericana e un fisico da maratoneta. Solo che adesso proprio Cottarelli scrive sul blog (inaugurato il 3 gennaio sul sito del Tesoro) che «revisione della spesa non vuol dire necessariamente riduzione ». Sorry, non abbiamo capito...
“Carlo l’Americano”(dal 1988 è negli Usa), produce tabelle e diagrammi sul percorso di revisione e il cronoprogramma di riorganizzazione che (forse) porterà alla revisione della Spesa pubblica, con la velocità di un ragazzino. E scrive (da venerdì anche sul blog), parla, si fa intervistare e gigioneggia con i giornalisti dei “giornaloni”. Però, per il momento, l’unica cosa che abbia tagliato è la disponibilità di un auto blu, che gli spetta (o spetterebbe) come alto Commissario straordinario (triennale).
Carlo (Cottarelli) mani di forbici, è l’uomo che 60 milioni di italiani attendevano (?), per cercare di demolire, aggredire... almeno grattare via qualcosa dal monolite della spesa pubblica. Nella legge di Stabilità - varata con non pochi patemi e ovviamente all’ultimo giorno utile - è stato lui, proprio lui, a chiedere la costituzione di un Fondo per ridurre la tassazione (che sul triennale dovrebbe valere 36 miliardi), su chi le imposte già le paga (lavoratori e imprese). Fondo che, in teoria, andrebbe alimentato con i proventi della lotta all’evasione, con gli incassi di partite straordinarie (condono capitali illeciti in Svizzera), e, appunto, con i fantomatici risparmi di spesa. Forse con i proventi delle privatizzazioni.
Piccolo problemino: i famosi proventi della lotta all’evasione sono annunciati in calo. Dai 12,7 miliardi incassati nel 2011 (record storico), si è passati a 12,5 nel 2012, si spera di sfioreranno i 12 nel 2013 (il dato a consuntivo ancora non c’è). E nel 2014 - complici le dilazioni rateali e gli interventi per limare le unghie a Equitalia - si rischia di incassarne ancora meno. Molto meno.
Del tesoretto svizzero si preferisce glissare. Un po’per la difficoltà a chiudere un accordo con Berna che non somigli troppo ad un condono, un po’ per posticipare l’incasso di una liquidità straordinaria (una tantum), che farebbe certo la gioia di governo e maggioranza, se la situazione politica in primavera precipitasse e si finisca per aprire le urne per l’election day, accorpando il voto delle europee con le elezioni anticipate.
Cottarelli, al Fmi, ha approfondito sì le dinamiche finanziarie internazionali, ma chi lo conosce bene giura e che di finanza pubblica (quella italiana poi è un esercizio creativo più che una scienza esatta), ricorda poco più di quanto studiato a Siena 40 anni fa.
La costituzione di 25 (venticinque), gruppi di lavoro per scandagliare il bilancio pubblico e il rivolo di capitoli di spesa, è l’unica vera iniziativa (a costo zero). Poi con calma (verso aprile 2014), giusto una manciata di giorni prima delle Europee arriverà (forse) «l’analisi dell’impatto macroeconomico e distributivo delle misure».
Di grazia: è vero che la spesa pubblica italiana è un corpaccione multiforme tipo Jabba de’Hutt, enorme lumacone della saga di Guerre stellari, un mutante di ciccia e bava che tiene al guinzaglio la principessa Leila (un po’ come lo Stato tiene alla briglia gli italiani). Però, dell’ennesima «valutazione della qualità della spesa» proprio non sentivamo l’esigenza. Correva l’anno Domini 1971: Giuseppe Saragat stava per cedere il Quirinale da Giovanni Leone. Mario Ferrari Agradi pensò bene di presentare il primo “Libro bianco” per la riforma di una spesa pubblica giudicata «fuori controllo ». Poi vennero le fatiche di Gilberto Muraro (2006), di Tommaso Padoa- Schioppa (2007). Si applicò anche Giulio Tremonti (2010), e l’ex commissario Parmalat Enrico Bondi, che preferì dedicarsi al pasticcio Ilva piuttosto. Cottarelli continui a scrivere il suo blog, ma ascolti una supplica: lo aggiorni solo per comunicare agli italiani che ha spento una luce, tagliato una consulenza (1,3 miliardi le uscite 2012), ridotto il costo standard di una siringa. Di papielli e studi analitici ne abbiamo fin troppi. Da 43 anni...