A. PIT, La Stampa 5/1/2014, 5 gennaio 2014
«PRONTI A DISCUTERE SULLE UNIONI CIVILI MA CI SONO LIMITI DA NON SUPERARE»
[Renato Brunetta]
«Prego, si legga il Mattinale, ultima voce…». Il capogruppo alla Camera di FI, Renato Brunetta, detta le coordinate: lettera «U», come unioni civili. E in effetti il testo riassume bene il concetto: «Viva la famiglia. Rispetto dei diritti di ciascuno e di qualsiasi affetto. Lontano da qualsiasi fondamentalismo o estremismo. Forza Italia come punto di convergenza e di sintesi propositiva di diverse tradizioni ideali: quella cattolica, quella laica, quella socialista. Nel rispetto della libertà delle coscienze».
Quindi, sebbene entro certi limiti, Forza Italia è disponibile ad affrontare il tema?
«Quando Renzi presenterà una sua proposta la analizzeremo».
Ma il Pd ha già presentato al Senato un ddl, insieme a Scelta civica, che ricalca il modello britannico della Civil Partnership…
«Ho detto che siamo disponibili a discutere una proposta che arrivi da Renzi non un ddl presentato da qualche anima del suo partito. Finora ha fatto campagna elettorale, ma adesso deve dire concretamente cosa vuole, unioni civili comprese. Iniziative non ascrivibili al Pd o al suo segretario lasciano il tempo che trovano».
E a quel punto vi confronterete senza preclusioni?
«Tanto per essere chiari, non credo che il tema sia una priorità a differenza di altre emergenze come la crisi, la crescita e il lavoro. Ma se Renzi sarà in grado di avanzare una proposta la analizzeremo partendo dalla Costituzione».
Il modello resta quello dei suoi «didoré», diritti e doveri di reciprocità?
«Esatto, anche se si tratta di una mia posizione personale. La famiglia è quella dell’art. 29 della Costituzione, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. E in quanto bene pubblico, resta l’unico destinatario del Welfare. Ciò non esclude l’esistenza di altri legami che, pur non rappresentando beni pubblici, sono meritevoli di attenzione e tutela ma senza costi aggiuntivi per lo Stato».
Ed entriamo nel campo delle unioni civili…
«Legami di affettività, di mutua assistenza a prescindere dal sesso, ai quali vanno riconosciuti diritti soggettivi come quello, in caso di malattia, di visitare il convivente e accudirlo. Di designarlo come rappresentante per le decisioni in materia di salute o donazione degli organi. Di succedergli nel contratto di locazione. Ma se l’idea è quella di estendere la reversibilità della pensione, che a nostro avviso deve rimanere riservata alla famiglia, allora la nostra posizione è di totale contrarietà».
[A. PIT.]