Giuseppe Scaraffia, Il Sole 24 Ore 5/1/2014, 5 gennaio 2014
VI RICEVE PROUST
«Quant’è brutta la casa!» si lasciò sfuggire Wilde, contemplando i mobili Maple dei Proust che ancora oggi si possono vedere, irredimibili dopo più di un secolo, al Musée Carnavalet di Parigi. E Montesquiou, secondo il quale «l’arredamento è uno stato d’animo», aveva aspramente criticato la desolante bruttezza di quell’ambientazione borghese.
Insensibile alle loro critiche, Marcel Proust che, grazie alla sua ricchezza avrebbe potuto facilmente comporsi qualsiasi sfondo, aveva continuato a circondarsi dei reperti del suo passato. «Lascio che le persone raffinate facciano della loro stanza l’immagine stessa del proprio gusto riempiendola soltanto di cose che possono approvare».
Lo scrittore amava i miti celtici, secondo i quali le anime dei defunti restano imprigionate in un oggetto, una pianta o una bestia, finché un caso fortuito non le pone in contatto con noi. «Allora sussultano, ci chiamano, e non appena le abbiamo riconosciute, l’incantesimo si spezza. Liberate da noi, hanno vinto la morte, e ritornano a vivere con noi». Eppure, soggiungeva, non è detto che il miracolo si verifichi, anzi quest’ultima chance potrebbe sfuggirci per sempre.
Per questo, quando, dopo la morte della madre, si era trattato di dividere l’arredamento dei genitori si era dimostrato di un’imprevedibile avidità col risultato che il suo ultimo appartamento, stipato di mobili, aveva finito per sembrare un magazzino. Per questo è interessante che proprio un arredatore di professione come Roberto Peregalli si misuri con l’autore della Ricerca del tempo perduto in quest’anniversario in cui, dopo i fasti degli anni Novanta, la sua impegnativa gloria sembra scivolare lentamente nell’oblio.
E Peregalli, allievo di Renzo Mongiardino cerca di penetrare nell’universo proustiano grazie a una serie di immagini fotografiche che fronteggiano la pagina scritta. Una scelta coerente, per Proust infatti le foto, specie quelle di famiglia, soprattutto della sua infanzia, erano particolarmente importanti e restavano sempre a portata di mano su un mobiletto cinese, delizia di Céleste, in cui erano contenuti i contanti. Un omaggio atipico e appassionato al «testo più citato e meno conosciuto di tutta la letteratura occidentale».
Roberto Peregalli, Proust. Frammenti di immagini, Bompiani, pagg. 330, € 25