Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 05 Domenica calendario

INTERVENTI

& REPLICHE – LINEE GUIDA PER LE PERSONE LGBT–

Linee guida per le persone Lgbt Per la seconda volta sulle pagine del Corriere compaiono commenti critici alle «Linee guida per una informazione rispettosa delle persone Lgbt» pubblicate dal Dipartimento Pari Opportunità presso la presidenza del Consiglio. Voglio quindi cogliere l’occasione per chiarire alcuni punti e fornire qualche ulteriore dettaglio, a beneficio dei lettori. Con la pubblicazione di queste Linee guida il Dipartimento per le Pari Opportunità – Unar ha voluto proporre uno strumento destinato al mondo dell’informazione per riflettere sulle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere che talvolta vengono, anche involontariamente, veicolate da giornali, web, radio e televisione. Si individuano, ad esempio, alcune espressioni comunemente usate la cui carica aggressiva risulta difficilmente percepibile all’esterno del mondo Lgbt. Le Linee guida — forse il nome è fuorviante — non vogliono né potrebbero imporre un rispetto nei confronti delle persone Lgbt, laddove questo rispetto non ci fosse. Vogliono invece fornire conoscenze di base per chi desidera essere rispettoso, ma, per sua estraneità alle tematiche trattate, rischi involontariamente di non esserlo.
Si tratta di una semplice proposta rivolta al mondo dei media affinché vi sia attenzione al linguaggio in chiave antidiscriminatoria. Si è detto che i problemi del linguaggio non sono veri problemi e che il Governo avrebbe altro di cui occuparsi: critiche non di merito a questo progetto e piuttosto ingenue. Inutile sottolineare quanta parte della nostra vita e del nostro rapporto con gli altri passi attraverso le parole, e quanto siano importanti le parole che ci definiscono davanti agli altri e quindi, per forza di cose, anche davanti a noi stessi. Credo che chiunque abbia diritto di scegliere le parole che lo riguardano, o almeno di suggerirle, per chi sia interessato ad ascoltarle. Non possiamo fingere di non sapere che le parole, se usate in modo improprio, possono avere conseguenze molto gravi: basti ricordare i suicidi di giovani, vittime di bullismo omofobico — insulti, nomignoli, prese in giro — sul web. Le Linee guida nascono all’interno di un progetto finanziato dal Consiglio d’Europa, in attuazione del Programma «Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere», in linea con una Raccomandazione del 2010. Per preparare queste Linee guida è stato organizzato un ciclo di seminari dal titolo «L’orgoglio e i pregiudizi», patrocinato dalla Federazione Nazionale della Stampa e dall’Ordine dei Giornalisti. Si è trattato di quattro affollatissimi incontri tenuti a Roma, Milano, Napoli e Palermo, a cui hanno partecipato anche redattori del Corriere. Ciò chiarisce ulteriormente quanto gli operatori di ogni settore dell’informazione ritengano che tali strumenti possano essere molto utili, e assolutamente non lesivi di alcuna libertà di opinione. Mi permetto infine di osservare come il percorso che ho descritto, e che ha condotto alla redazione delle Linee guida, è tutt’altro che burocratico. Al contrario è un metodo innovativo, partecipato, inclusivo e flessibile che, fatte salve alcune punte polemiche spesso basate su una scarsa o approssimativa conoscenza dei fatti, ha trovato grande apprezzamento. Possiamo quindi sperare che le nuove generazioni di operatori dell’informazione sapranno oltrepassare queste Linee Guida e proporne di ancora più avanzate e aperte. Auspicio che ha fatto suo anche il presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Giovanni Rossi, sostenendo, a proposito delle Linee Guida, che «saper trattare questo tema con la necessaria delicatezza e responsabilità, rifuggendo dai luoghi comuni, non è una limitazione al libero esercizio dell’attività giornalistica, ma l’espressione di una più alta qualità professionale».
Maria Cecilia Guerra
Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
con delega alle Pari Opportunità