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 2014  gennaio 05 Domenica calendario

I PETTEGOLEZZI AL CIRCOLO DEI VIP «LEI SI PERSE ANCHE A NEW YORK»


GLI AMICI
ROMA «Giornalista? Venga venga, qui è pieno di giornalisti...». Se il Due Ponti è un circolo esclusivo, sicuramente non lo si nota dalla disponibilità di chi sorveglia gli ingressi. Neppure in giorni come questi che, volendo, potrebbero invece risultare molto più blindati. I giorni in cui Emanuele Tornaboni - che di questa cittadella è il proprietario, insieme al fratello Pietro - sta cercando di riguadagnare un po’ di serenità per se stesso e per i suoi due figli, di dimenticare per quello che sarà possibile la tremenda notte di Monte Livata.
«LI ASPETTIAMO»
Emanuele e Pietro al circolo non sono ancora tornati. Lo conferma Giuliano al bar, reduce da una seduta di kick boxing: «No, non li abbiamo visti in questo inizio d’anno. Ma li aspettiamo...». Intorno a lui tavoli di trenta-quarantenni, sportivissimi e salutisti - almeno a giudicare dal buffet - e con pochissima voglia di parlare. Se fossero qui, comunque, Emanuele e Pietro si farebbero ben vedere, due presenze che fanno un tutt’uno con queste piscine, con questi campi da tennis, con le saune e i negozi, loro che vent’anni fa ebbero quest’intuizione e che oggi guidano una corazzata da quattromila soci. S’è scritto in questi giorni dei nomi famosi, di Samantha de Grenet, di Sebastiano Somma, di Rosario Fiorello, e anche di Fausto Brizzi e di un bel gruppetto di ex calciatori, da Angelo Di Livio a Vincent Candela, fino a Vincenzo D’Amico. Ma in un piovoso sabato pomeriggio, con lo sterminato piazzale del parcheggio quasi pieno, di vip non se ne vedono. Neanche nella sala per le carte, dove sta per iniziare il torneo di Burraco della Befana.
All’ingresso di una palestra, finalmente qualcuno disposto a parlare davvero. Riccardo, una sessantina d’anni, con la passione della bicicletta: «Com’è la situazione? La vedo tesa. Siamo tutti un po’ tesi noi soci, per questo martellamento continuo attorno alla storia di Monte Livata. Non c’è tg ormai da giorni che non ne parli, e giù ricostruzioni, giù interviste. Aspettiamo che passi».
DUE MONDI DIVERSI
Ma quando sarà davvero passata, si farà una grande festa qui, nella sala con il grande pianoforte bianco? Viene in soccorso un inserviente: «Debbo essere sincero, penso che non si farà nessuna festa...». Proprio Emanuele Tornaboni, raggiunto al telefono, offre la conferma: «Vi chiedo solo di separare il circolo, la vita del circolo, dalle mie vicende familiari. Sono due mondi che non possono, non debbono incontrarsi».
IL PADEL TENNIS
La visita guidata prosegue. Le facce che si incontrano sono più o meno sempre le stesse: il ceto medio alto di Roma Nord, alcuni fisici scolpiti e altri meno, ma tutti comunque ben decisi a esserci, a farsi vedere. Soprattutto al campo di padel tennis, l’ultima moda, una specie di tennis al chiuso che richiede energie bestiali.
E poi ci sono le malelingue, che raccontano una storia buona da leggere solamente con il senno del poi. Raccontano di due mesi fa, quando Alexia Canestrari, l’attuale compagna di Emanuele, la giovane mamma finita nel panico sulla neve di Livata, atterrò a New York al seguito di una delegazione del Due Ponti, un gruppo di maratoneti. Giorni di vacanza invece per lei, di shopping spensierato, fino a quando un pomeriggio prese da sola un taxi ed ebbe un sacco di difficoltà a tornare: aveva dimenticato il nome dell’albergo, un black out che per certi versi riporta a Livata. Ma ammesso che sia andata così, chi poteva interpretarlo come un segno premonitore?
Nino Cirillo