Giovanni Santambrogio, Il Sole 24 Ore 5/1/2014, 5 gennaio 2014
CHE COSA LEGGE IL PAPA?
Otto mesi di pontificato sono bastati a Jorge Mario Bergoglio per conquistare la copertina di «Time» e il titolo L’uomo dell’anno. Sorprende il carisma di papa Francesco, capace di proporre ai fedeli gesti semplici e azioni straordinarie come la giornata di digiuno per la pace in Siria. Nella sua forza comunicativa gioca un aspetto apparentemente secondario: la passione per la letteratura che è sensibilità verso la narrazione. E Bergoglio quando predica racconta. Quali sono gli autori preferiti? Andrea Monda e Saverio Simonelli hanno indagato nei suoi gusti e in un godibile saggio segnalano scrittori e testi di riferimento. L’invito più volte ripetuto ai credenti di andare alle periferie e di non essere cristiani inamidati ha un risvolto nella lettura vissuta come apertura alla realtà. Leggere diventa un’esperienza di umanità perché lo scrittore offre spaccati esistenziali che i suoi occhi vedono e i nostri no. Grazie a lui li possiamo cogliere e scuoterci dal torpore. Bergoglio, docente di letteratura, a metà degli anni Sessanta incontra Borges e lo invita a tenere un corso di scrittura agli studenti di Buenos Aires. Lo colpivano «la serietà e la dignità con cui viveva la sua esistenza cieca e labirintica». Manzoni, Dostoevskij e Tolkien sono tre autori amati e frequentati: da essi Bergoglio ha detto di trarre riflessioni sul rapporto misericordia-libertà. I Promessi sposi sono stati letti almeno quattro volte. L’attenzione all’uomo comune e alla santità nascosta nel quotidiano trova fonti creative in Chesterton e in Joseph Malègue, scrittore francese che ha coniato l’espressione «classe media della santità» ricordata in un’omelia dal Papa. Gli studi fatti in Germania hanno sedimentato in Bergoglio la lettura di Holderlin e la riflessione sulla nostalgia che percorre l’animo umano, inquietandolo. A questi autori se ne aggiungono altri e per ciascuno non mancano aneddoti.