Marco Missiroli, La Lettura - Corriere della Sera 5/1/2014, 5 gennaio 2014
L’EDITOR E’ UN’OSTETRICA AL CONTRARIO
[Le parole tra parentesi da testo sono sbarrate con una riga
sopra] –
Ho la stessa editor dal primo romanzo. Si chiama Chiara Belliti, e sono più le volte che le ho dato ragione di quelle che ho fatto di testa mia. A lei devo la mia avversione per gli aggettivi e per gli avverbi che finiscono in -mente, le sono debitore soprattutto per l’occhio narrativo. A me stesso devo la pazienza di averla ascoltata quando le discussioni si facevano aspre. Ricordo quando mi disse che il mio romanzo d’esordio andava riscritto (completamente sbarrato con una riga sopra) e che il mio ultimo libro valeva le undici versioni (maniacali sbarrato) che l’hanno definito. È una questione maieutica che ci vede parlare a lungo dopo la prima stesura. Iniziamo a chiacchierare sul movente che mi ha portato a concepire quella (determinata – sbarrato) storia e quei personaggi, sul possibile rischio-noia e sulla domanda delle domande: c’è davvero bisogno di questo libro? è un’ostetrica al contrario, fa in modo che mi riprenda in pancia un figlio già partorito e che ricominci la gestazione. Rimetterlo al mondo significherà fatiche indicibili e un’ulteriore percezione sulla scrittura. Ogni libro lavorato con lei equivale a un nuovo bagaglio di conoscenze su come si racconta. L’ho intuito (immediatamente sbarrato) quando mi disse che un romanzo non si scrive, si riscrive. È un ring che può durare anni, la giusta lotta per una storia che deve meritarsi di essere pubblicata. Per cui, sì: lo sono dalla parte dell’editor. Deve essere una persona che capisca il vostro senso della narrazione e che ha capito come siete fatti nella vita, rinunciando al suo ego. Il pericolo collusione è altissimo. E non bisogna mai perdere il coraggio del litigio: i libri migliori vengono dai cazzotti.