Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 05 Domenica calendario

INDRO, BIBLIOTECA «NERVOSA»


«Tu non sei ’omo da biblioteca. Sei un gattaccio da strada, è lì che devi stare». Le parole di Emilio Cecchi disegnano bene il profilo di Indro Montanelli, per definizione allergico alla polvere degli scaffali, a cui preferiva di gran lunga incontri dal vivo, che davano spunto tanto ai suoi articoli quanto ai celebri ritratti; d’altronde, diceva il giornalista, «la sola idea di svolgere ricerche in archivio mi dà i sudori freddi».
A prima vista, sembra quindi uno sforzo inutile quello dei bibliotecari di Fucecchio, dove oggi sono radunati i libri appartenuti a Montanelli, che per anni hanno frugato tra quegli scaffali alla ricerca di tracce utili a comprendere meglio l’uomo e il giornalista; tanto più che tra gli ottomila volumi, provenienti da fonti e lasciti diversi, le assenze paiono più significative delle presenze. Anima vagabonda e irrequieta, Montanelli tendeva infatti a non conservare i libri che transitavano per le sue mani. Così, dalla biblioteca ne mancano innumerevoli tra quelli che ha recensito o che si è trovato a citare; ed è inutile chiedersi dove diavolo siano finiti: regalati, persi, abbandonati, magari in Estonia durante la guerra o in Ungheria nel ’56...
Eppure quelle indagini non sono superflue, come ci mostra questo Tra i libri di Indro, curato con encomiabile attenzione da Federica Depaolis, autrice di una lunga prefazione e di quasi duemila schede, che riservano indicazioni preziose. Per esempio tracce rare dei due compagni di stanza del «Corriere»: un dattiloscritto di Un amore con correzioni autografe di Buzzati e la copia annotata della prima edizione del Viaggio in Italia di Piovene. Ecco la massa infinita dei libri di Spadolini – quasi 70, in gran parte dedicati – a suggello dell’amicizia di una vita; oppure un diario autografo inedito di Ugo Ojetti, regalato a Montanelli dalla figlia Paola. Alcuni testi rimandano all’esperienza fiorentina, come i volumi inviati da Romano Bilenchi negli anni Trenta o i tanti del grande amico Mario Luzi. Come in tutte le raccolte che si rispettino, non mancano sorprese; forse la più inattesa, quasi al termine della catalogazione, è una dedica di Andrea Zanzotto. Non da poeta a giornalista, come ci si aspetterebbe, ma tra colleghi di fragilità di nervi: «A Indro Montanelli, questi antichi versi nervosi, connessi a disturbi nervosi da lui sempre meravigliosamente superati, con il sentimento della mia alta stima». Il catalogo chiude ricordandoci quanto spesso il percorso dei protagonisti del secolo breve è passato attraverso le paurose difficoltà della mente.