Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ma agli altoatesini converrebbe essere anche austriaci?
Nemmeno il tempo di giurare ufficialmente a Vienna e il nuovo governo austriaco è entrato a gamba tesa negli affari interni italiani. L’esecutivo, formato da conservatori ed estrema destra e guidato dal giovane e belloccio Sebastian Kurz, ha rilanciato un’antica questione, ovvero concedere la cittadinanza austriaca ai cittadini italiani altoatesini appartenenti al gruppo linguistico tedesco.
• Un doppio passaporto per gli altoatesini, ma si può fare? E come funzionerebbe?
«Già dal prossimo anno o al più tardi dal 2019, i sudtirolesi potranno chiedere la cittadinanza austriaca». Così ha annunciato il parlamentare Werner Neubaur, responsabile per i rapporti con l’Alto Adige della Fpoe, il partito di ultradestra al governo. La richiesta potrà essere avanzata da chi alla dichiarazione di appartenenza linguistica ha optato per quella tedesca. «Di conseguenza la potranno richiedere anche i figli, anche in caso di famiglie mistilingue», ha precisato Neubauer. Saranno invece esclusi i trentini, anche se in passato il loro territorio apparteneva all’impero austro-ungarico, «perché non indicati dallo Statuto d’autonomia come minoranza linguistica». In più, secondo Neubauer, in futuro atleti altoatesini potranno gareggiare per l’Aaustria.
• Mi sembra una provocazione bella e buona.
«Una mossa velleitaria, l’Europa ha chiuso la stagione dei nazionalismi», ha tagliato corto il presidente del parlamento Ue Antonio Tajani. «Sdoganare la cittadinanza su base etnica avrebbe effetti gravissimi, ad esempio, in tutti i Balcani», ha ammonito il sottosegretario agli Esteri Della Vedova. Di certo l’apertura di una questione del genere, oltre a risollevare tensioni politiche affrontate in passato con difficoltà, può creare un precedente pericoloso in un’Europa in cui l’avanzata del populismo e del nazionalismo è evidente. Ma la questione della doppia cittadinanza è in discussione da tempo. A fine novembre aveva fatto discutere la lettera-appello di 19 consiglieri della Provincia autonoma di Bolzano inviata all’allora cancelliere austriaco in pectore Kurz e al vicepremier Strache, i quali chiedevano che la concessione della doppia cittadinanza ai sudtirolesi fosse inserita nel programma di coalizione del nuovo governo (cosa poi avvenuta). La richiesta era stata firmata da rappresentanti dei partiti italiani di lingua tedesca come Südtiroler Volkspartei e Freiheitlichen e anche da consiglieri del M5S. Si affermava, tra l’altro, che i sudtirolesi avevano perso la cittadinanza austriaca «contro la loro volontà con l’annessione dell’Alto Adige all’Italia».
• Mi può ricordare la storia dell’Alto Adige?
La Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige è la più a nord d’Italia. Alla fine della prima guerra mondiale, con la sconfitta dell’impero austro-ungarico, il territorio venne annesso al Regno d’Italia. Poi, durante il fascismo, la regione fu segnata da una forte politica di italianizzazione, incapace però di spegnere le aspirazioni filo-austriache nella popolazione di lingua tedesca e ladina. Conclusa la seconda guerra mondiale, la giurisdizione restò all’Italia, che però concesse lo status di provincia autonoma al Trentino e all’Alto Adige e ristabilì il bilinguismo che il Duce aveva vietato. Dagli Anni 50 sono attivi movimenti che chiedono la secessione dall’Italia. Nel 1972 entrò in vigore il cosiddetto Secondo statuto che ampliò l’autonomia. Ancora oggi asili e scuole restano separati, lavoro e welfare impongono la dichiarazione di appartenenza a un gruppo etnico. Eppure, a parte la polemica sui cartelli stradali scritti solo in tedesco, negli ultimi decenni la convivenza tra le comunità era apparsa finalmente pacifica e pacificata. Evidentemente, sotto la cenere ardeva ancora il fuoco anti-italiano.
• Ma quanti sono gli altoatesini che parlano tedesco?
Stando all’ultimo censimento del 2011 il 69,64% si dichiara appartenente al gruppo linguistico tedesco, circa 330 mila persone.
• E che vantaggio avrebbero dall’ottenere la cittadinanza austriaca?
A livello pratico difficile da dire, non credo che otterrebbero benefici. Di fatto gli altoatesini di lingua tedesca hanno ottenuto dall’Italia più di ogni altra minoranza al mondo. Hanno «spremuto l’Italia come un limone, fino all’ultima goccia», per citare le parole di Siegfried Brugger, già segretario della Südtiroler Volkspartei, fino a raggiungere oggi un reddito pro capite di 42.400 euro, nettamente superiore a quello degli austriaci fermi a 39.300. Dieci milioni di cittadini a statuto speciale ricevono benefici impensabili nel resto del Paese e possono vantarsi di una qualità della vita ai vertici. Pochi numeri per darle l’idea: a Bolzano si spendono 100 milioni di euro l’anno per il personale, mentre a Milano 78 e a Roma 96 (Istat 2013). La provincia di Bolzano spende annualmente 9.656 euro per ogni cittadino quando in Lombardia, per dire, la spesa è di 2.239 (dati Sole 24 Ore 2015). «E se l’Italia facesse una legge che toglie la cittadinanza italiana a chi ottiene quella austriaca?», si è chiesto l’ex presidente del Parlamento di Vienna Andreas Khol.
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