la Repubblica, 19 dicembre 2017
In pensione Maria Cannata, la signora del debito pubblico
MILANO La signora del debito pubblico se ne va. In pensione, dopo 17 anni a svolgere uno dei lavori più delicati d’Italia: la direzione del debito pubblico del Tesoro, che sovrintende ai 2.300 miliardi di euro di esposizione di cui quasi 1.900 miliardi quotati. Un fardello pari al 132% del Pil, difficile da stabilizzare e che nel 2011 ha rischiato di portare il paese al default.
Cannata, 63 anni, avrebbe deciso di ritirarsi a febbraio, prima delle elezioni politiche che potrebbero vedere l’uscita di scena dal governo del ministro Pier Carlo Padoan, con cui da quattro anni lavora in buona sintonia. Al suo posto arriverà Davide Iacovini, suo vice di lunga data, che ha 48 anni e rappresenta la continuità interna e nel rapporto con gli investitori. Il Tesoro ha chiarito però che Iacovoni ha dovuto superare una pubblica selezione.
Grazie a una gestione del debito in asse con le banche d’affari internazionali (gli specialist, che smistano Btp e altri titoli alle aste di Stato), Cannata e il suo team hanno saputo onorare le scadenze durante le due più gravi crisi finanziarie del secolo. Tuttavia la mole del debito è intatta e minacciosa ( e tra Bruxelles e Francoforte i rigoristi chiedono regole per far “pesare” sui conti delle banche italiane i loro 400 miliardi di Btp). Inoltre la tattica di utilizzare strumenti derivati per gestire il debito pubblico per anticipare le entrate o per sfruttare la curva dei tassi – ha portato oneri aggiuntivi di quasi 24 miliardi nell’ultimo decennio: 3 dei quali per estinguere un contratto con Morgan Stanley nel 2011. Per la vicenda la Corte dei Conti ha chiesto 1,18 miliardi di danni a Cannata e tre ex dirigenti pubblici. I derivati rimasti al Tesoro hanno valori di mercato negativi per 31,8 miliardi.