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 2017  dicembre 19 Martedì calendario

Consip, così si sono spartiti la gara più grande d’Europa

Accordi per spartirsi la gara più grande d’Europa. È l’accusa dei pm romani Paolo Ielo e Mario Palazzi che hanno chiuso (atto che di norma prelude a una richiesta di rinvio a giudizio) il filone di indagine sul Facility Managment 4, la gara bandita da Consip nel marzo del 2014: vale 2 miliardi e 692 milioni di euro per due anni e riguarda le pulizie e la gestione dei servizi integrati negli uffici pubblici, nelle università e negli istituti di ricerca di tutta Italia. Ventuno tra titolari, collaboratori e dirigenti di 11 società sono indagati per turbativa d’asta: tra questi c’è Ezio Bigotti, presidente del Cda di Sti e Exitone Spa, alcuni dipendenti della francese Cofely, altri delle coop “rosse” Cns e Manutencoop e pure Alfredo Romeo “titolare di fatto” della Romeo Gestioni, già a processo in primo grado con l’accusa di aver corrotto un dirigente della centrale acquisti pubblica.
La gara, divisa in 18 lotti e oggi sospesa, era stata aggiudicata provvisoriamente nel 2016. L’azienda di Romeo – che aveva denunciato l’esistenza di un “cartello” delle coop – si era classificata prima in tre lotti per 609 milioni. Manutencoop se ne era aggiudicati quattro per 532 milioni e altri quattro, per 582 milioni di euro, erano andati alla Cofely.
Accordi anche per altri appalti?
Per i magistrati alcune delle aziende si sarebbero accordate non solo per l’Fm4 ma anche per la ripartizione “di lavori di stazioni appaltanti in generale” e per il “mantenimento sostanziale delle quote di mercato preesistenti, in guisa tale da impedire l’ingresso di nuovi competitors nel settore”. Come facevano? Secondo l’accusa, tramite “offerte a scacchiera”, tali da non realizzare sovrapposizioni competitive sui singoli lotti; con “offerte di appoggio”, “finalizzate, per ogni lotto, ad alterare le medie dei punteggi di gara”, ma anche promettendo subappalti a gruppi concorrenti.
Marroni: “Il pranzo con Verdini e l’imprenditore”
Della gara Fm4 parla anche l’ex ad di Consip Luigi Marroni che ai pm napoletani ha raccontato: “Negli ultimi mesi ho incontrato Verdini tre volte a pranzo al ristorante ‘Al Moro’ a Roma e poi l’ho incontrato anche nel suo ufficio nei pressi di via del Tritone. Nel corso degli appuntamenti abbiamo spesso discusso della politica e due volte mi ha chiesto di incontrare Ezio Bigotti”. Il pranzo si tenne “Al Moro” tra la fine di settembre e ottobre del 2016. “Durante l’incontro – dice Marroni – Bigotti ha parlato della Consip, del modo di fare le gare e di come la Consip agisce con il contenzioso; (…) Dissi che io ero presente per cortesia nei confronti di un amico comune, ovvero Verdini, e che le considerazioni (…) erano inopportune”. Verdini (estraneo all’indagine) ha negato di aver fatto pressioni per Bigotti e la Cofely. Inoltre non è noto in che termini Marroni, in un secondo interrogatorio davanti ai pm romani, abbia raccontato questa circostanza.
È sempre l’ex ad di Consip che ai pm napoletani racconta anche che Carlo Russo (imprenditore di Scandicci, amico di tiziano Renzi) si sia interessato alla gara. In quel verbale dice di non ricordare quale azienda sponsorizzasse, ma – secondo quanto rivelato da L’Espresso – risentito a Roma avrebbe detto che anche Russo lavorava per favorire Cofely. In realtà però dalle intercettazioni ambientali in mano alla Procura, sembra che l’imprenditore di Scandicci volesse favorire Romeo. E così è stato indagato per traffico di influenze insieme a Tiziano Renzi. Insomma Russo sponsorizzava Cofely o Romeo? I pm stanno cercando di comprenderlo ma questo è un altro filone di indagine. Per ora la Procura ha chiuso il filone su Fm4. Tra gli indagati ci sono anche dipendenti di Cns e Manutencoop.
Le due coop “rosse” sono già finite nell’inchiesta per l’appalto “Scuole Belle” da 1,6 miliardi di euro. La Procura ha chiesto il processo per turbativa d’asta per sei persone. “Il governo – afferma Massimo Artini (Alternativa Libera) – ha prorogato l’affidamento alle società. L’ultima proroga è infilata con il comma 375 nella legge di Bilancio in discussione a Montecitorio”.
di Valeria Pacelli | 19 dicembre 2017