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 2017  dicembre 19 Martedì calendario

Tuban le vacche chiocciano

STAMATTINA 19-12-2017

 

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Clamoroso

Vanno forte le creme di bellezza che contengono metalli preziosi. Esempio: la Cellular Cream Platinum Rare da 983 euro a confezione, la Stemcell Paradise Cream con polvere di diamante a 680 euro, la Platinum Gold Elisir con platino e nanoparticelle d’oro a 24 carati, 500 euro, la Crema Suprema della Helena Rubinstein in cui alle perle micronizzate si unisce un estratto di thermus thermophilus, microrganismo che vive nelle profondità del mare, a 475 euro, ecc. [Gervasio, Sole 15/12].

 

Cose di cui parlano tutti

Padoan davanti alla commissione banche: «Non ho autorizzato nessuno a occuparsi del caso Etruria», stessa cosa per Delrio (quindi Boschi ha preso iniziative solo di testa sua); morte improvvisa di Altero Matteoli; Nature inserisce l’astrofisica italiana Marica Branchesi, 40 anni, di Urbino, sposata a un astrofisico tedesco e madre di due bambini, tra i dieci scienziati più influenti del Pianeta (nel laboratorio del Gran Sasso studia le onde gravitazionali); Di Maio voterebbe sì a un referendum sull’uscita dall’euro; la destra austriaca insiste con la cittadinanza agli altoatesini, al punto da immaginare di arruolarli nelle nazionali sportive (il nuovo governo di Vienna s’è insediato ieri, ha garantito che non si svolgeranno referendum sull’Europa); il treno caduto da un ponte a Seattle che ha ucciso almeno sei persone (era il viaggio inaugurale, Sarcina sul CdS: «Sound Transit, l’agenzia pubblica dello stato di Washington, aveva investito 181 milioni di dollari per ammodernare i binari, ma i locomotori sono rimasti gli stessi. Un progetto grottesco: guadagnare 10 minuti su un tragitto di 2 ore e 47»); il fallimento della celebre Borsalino e la situazione in bilico della Melegatti (guerra tra i soci Ronca e i soci Turco, non si pagano gli stipendi da settembre); Stefania Bariatti dello studio Chiomenti, 61 anni, presidentessa di Mps; il ricchissimo Sebastian Piñera è il nuovo presidente del Cile; in Sudafrica Cyril Ramaphosa, avendo battuto  l’ex moglie del presidente uscente Jacob Zuma Nkosazana Dlamini, è il nuovo leader dell’African National Congress (Anc); Maria Cannata, 63 anni, la signora che governava il nostro debito pubblico, va in pensione: al suo posto Davide Iacovini, 48 anni, che finora le ha fatto da vice; il Milan resta a Milanello in ritiro punitivo e senza cena di Natale in famiglia; Marchionne minaccia di lasciare il circo dell’attuale formula 1 («lo show è noioso e mancano i sorpassi, ma non voglio questo sport nobile ridotto a gare di Nascar e auto tutte uguali. Se mai dovesse accadere, la Ferrari in tre secondi sarebbe fuori») ecc.

 

Delitti

Si sospetta che Igor abbia ammazzato anche i giovani Paula Mas e Marc Hernandez: «Erano tal para qual, fatti l’uno per l’altra. I loro amici di Cabrils li chiamavano Piua y Putu, che non vuol dire niente, era solo un gioco, una assonanza fonetica per sottolineare quanto i due giovani fidanzati fossero uniti. All’alba del 24 agosto di quest’anno Paula Mas e Marc Hernandez caricano i bagagli e un kayak sulla Opel Zafira del padre di lei.  Il viaggio si annuncia lungo. La destinazione finale è la palude di Susqueda, una riserva naturale di acquitrini e stagni che si estende per cinquecento ettari intorno al corso del Rio Ter. Alle nove del mattino i due ragazzi, avevano 21 e 23 anni, vengono ripresi dalla telecamere di un Bancomat in un paesino ai bordi dell’oasi. Quel fermo immagine è anche l’ultimo segno della loro esistenza. I corpi di Paula e Marc riemergono lo scorso 26 settembre dal fondo della palude. Il ragazzo ha una pallottola nel cuore. Paula ha la mano destra trapassata, come se avesse cercato di proteggersi. A ucciderla è stato un colpo di pistola alla testa. Entrambi i corpi sono stati legati con delle funi alle quali erano appese delle pietre». Secondo il quotidiano on line El Español il luogo è «una zona poco raccomandabile, perché di difficile accesso, dove ci sono molte case abbandonate, spesso occupate da persone in fuga dalla giustizia che cercano un rifugio sicuro» [Imarisio, CdS].

 

Soldati

«“So di non essere stato mai più la stessa persona di prima”, ha scritto un soldato evocando il battesimo del fuoco a Cassino. Anche Raymond Frederick Rose era uno di quei ragazzi. Anzi, lui era quasi un bambino, aveva appena diciotto anni quando nel 1942 si era arruolato a Gloucester, Inghilterra, e probabilmente aveva mentito sulla sua vera età per indossare la divisa del terzo battaglione delle Coldstream Guards. Ma quella coraggiosa bugia la possiamo raccontare solo oggi, perché il 25 settembre del 1943 la sua breve vita si spezzò sprofondando nell’oblio e per i successivi settantacinque anni nessuno seppe più nulla di Raymond. I resti del soldato-bambino, insieme a quelli di un altro militare inglese, sono riemersi nel 2014 tra i rovi e la boscaglia di una collina a Capezzano, qualche chilometro a nord di Salerno.

Frammenti di ossa e divise trovati dai volontari dell’“Associazione Salerno 1943”, appassionati di storia che si dedicano al recupero, al restauro e alla conservazione del materiale bellico relativo ai combattimenti di quelle zone. Per identificare i due soldati si è proceduto con l’esame del Dna, ma mentre in un caso (quello del lance corporal Ronald George Blackman) si è risaliti all’identità nel giro di un paio d’anni, a Raymond il nome, il volto, la biografia sono stati restituiti solo adesso e grazie alle analisi dei medici legali che, dai frammenti ossei, hanno dedotto un’età intorno ai 18 anni. Da questo dettaglio si è risaliti all’unico adolescente della lista dei dispersi nei combattimenti di Capezzano: Raymond Frederick Rose, figlio unico di Frederick Henry e Florence Agnes Rose, studente alla Hatherleyroad School di Gloucester e corista nella chiesa di St. Michael. Le ultime ore della sua esistenza le ha trascorse a 2300 chilometri da casa nella disperata conquista della Hill 270 lungo la strada per Avellino. I corpi di Raymond e Ronald vennero sepolti provvisoriamente, poi i colpi dei mortai e gli incendi spazzarono via quel fazzoletto di terra. Ora due candide lapidi li ricordano nel cimitero militare del Commonwealth di Salerno. La cerimonia per Raymond si è svolta qualche giorno fa e i nipoti, che sapevano appena di un parente disperso in guerra, sono tornati in Inghilterra con un anello e una fibbia» [Patucchi, Rep].

 

Matteoli

Altero Matteoli, 77 anni, è morto sull’Aurelia, nei pressi di Capalbio: la sua Bmw ha invaso la corsia opposta, stava arrivando una Nissan, il frontale è costato la vita a lui, e dei due passeggeri dell’altra macchina - un uomo e una donna - è gravissima la donna. Tante coincidenze fatali: Matteoli, parlamentare dal 1983, è stato ministro dei Trasporti ed è andato a morire in automobile, avrebbe poi sempre voluto allargare quel punto dell’Aurelia, giudicato troppo pericoloso, voleva anche alzare il limite di velocità in autostrada da 130 a 150 chilometri all’ora. Vita politica: prima missino, poi finiano, poi berlusconiano, condannato per corruzione a quattro anni nel settembre 2014 (sentenza di primo grado sull’affare Mose), juventino sfegatato.

 

Matteoli

Gasparri: «Era stato a Roma, alla recita scolastica di un nipotino e mi ha detto: “Torno in macchina ma non sarò solo”. Poi, in realtà, non è andata così. Guidava lui ed è morto su quella strada che considerava maledetta e che gli era già costata tre fratture e la rianimazione per un incidente nel 1985. Non mi capacito che la nostra sia stata l’ultima telefonata» [Longo, Rep].

 

Di Maio

Di Maio «vuole portare il M5s al governo qualunque sia il partner. O quasi. Secondo una fonte molto accreditata vicina al leader grillino, gli unici veti sono nei confronti di Silvio Berlusconi e di Matteo Renzi. Ma Matteo Renzi non è tutto il Pd. E questo è il punto della svolta che non ti aspetti. “Se alle elezioni il Pd andrà male e Renzi verrà fatto fuori nella resa dei conti interna, noi saremmo pronti a sederci anche con il Pd e la sinistra”» [Lombardo, Sta].

 

Analogia

Analogia col 1982: «Nel novembre 1982, dopo la caduta del governo Spadolini a causa della famosa “lite delle comari” tra i ministri Formica e Andreatta, alle consultazioni che si aprirono per risolvere la crisi, il leader del Pci Berlinguer fu autore di una strana uscita. “Accetteremmo un governo diverso, che segnasse una discontinuità”, disse, rivolgendo a De Mita la proposta di varare un governo Dc-Pri, senza i socialisti, e con l’appoggio esterno dei comunisti. I democristiani non potevano accettare di rompere la già compromessa collaborazione con il Psi, così non se ne fece niente e si andò alle elezioni anticipate. Ma il passaggio segnò egualmente una fibrillazione dei cristallizzati rapporti politici del tempo, e nella nuova legislatura, complice un forte calo elettorale dello Scudocrociato, i socialisti alzarono il prezzo e ottennero la presidenza del consiglio per Craxi» (Sorgi, Sta].

 

Tremonti

Tremonti non vuole un altro governo Gentiloni, «la filosofia politica melliflua del premier non è appropriata ai tempi di ferro che stanno arrivando», «non si è mai vista in Europa una gara in cui il governo partecipa e perde (caso Ilva), Gentiloni in questo momento è il front man di una classe politica che ha abrogato l’articolo 47 della Costituzione secondo il quale “la Repubblica tutela il risparmio” (caso banche), mai s’è vista neppure ai tempi della prima repubblica una manovra così sgangherata (legge finanziaria), l’Italia cresciamo la metà del Portogallo, Gentiloni sta anche cedendo progressivamente la sovranità del Paese (caso dell’agenzia del farmaco)» [Senaldi, Libero].

 

Ladro

Walter Onichini, macellaio di Legnano (Padova), nel 2013 sparò a un ladro albanese che gli era entrato in giardino e gli stava rubando la macchina. Adesso è stato condannato a 4 anni e 11 mesi di prigione. Dovrà anche risarcire l’albanese con 24.500 euro [Bettin, Giornale]

 

Assenteisti

«Nella bozza di contratto di lavoro degli statali è stata introdotta una nuova clausola: se le assenze dal lavoro in un ufficio pubblico superano una certa media sono previste «significative riduzioni delle risorse» premiali per tutti i componenti dell’ufficio» [Marro, CdS].

 

Statali

«Per i premi agli statali arriva la “regola del 30%”. Sarà questa la nuova percentuale da tenere a mente nella griglia dei parametri che provano a differenziare in base alla produttività le buste paga negli uffici pubblici. Ennesimo tentativo, va detto subito, che per riuscire meglio dei suoi tanti predecessori inserisce però un altro parametro: negli uffici in cui la valutazione migliore riguarderà più di quattro dipendenti su dieci, il bonus sarà azzerato» [Trovati, Sole].

 

Pane

«L’ultimo disegno di legge depositato, il settemilanovecentoventiduesimo (7922°) di questa legislatura, è in materia di produzione e vendita del pane. In sedici articoli e 17.695 caratteri (più di dodici volte la lunghezza di questa rubrica) si stabiliscono le differenze fra pane, pane fresco, pane di giornata, pane di pasta madre, pane parzialmente cotto, pane surgelato e poi si definisce il lievito (“un organismo unicellulare, tassonomicamente appartenente, non limitatamente, alla specie Saccharomyces cerevisiae...”) e lo si distingue fra lievito fresco, compatto, liquido, secco e così via. È severamente vietato fare una cosa o quell’altra, non abbiamo ben capito. Ogni giorno - diceva un’inchiesta del Sole24Ore di un paio d’anni fa - vengono prodotte ventuno pagine di nuove leggi. Soltanto quelle del 2014 impegnavano 14.2 milioni di caratteri (oltre il quadruplo di Guerra e Pace). A oggi non sappiamo quante leggi regolino la nostra vita, 150 o 160 mila. Eppure mattina e sera c’è qualche illuminato che propone un’altra legge, un’altra aggravante, una variante, un’aggiunta, un regolamento più stringente, più capillare, immemore che un paio di millenni fa un uomo saggio disse che è caratteristico dello Stato molto corrotto produrre un eccesso di leggi. Ma se già state armandovi contro la casta maledetta, sappiate che parecchi secoli dopo un uomo altrettanto saggio disse che ogni legge nasce dalla disperazione per la natura umana. Noi ci siamo arresi allo Stato perché lo Stato si è arreso a noi» [Mattia Feltri, Stampa 16/11].

 

Domande

«L’ex ministro Stefania Giannini, che in abitini deliziosi gira per i corridoi della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario come fosse agli Internazionali di tennis: ogni tanto fa una domanda per sua curiosità personale, e poi soddisfatta torna a casa» [Merlo, Il Foglio 16/12].

 

Internet

«Sappiamo esattamente cosa accade in sessanta secondi sulla Rete. In un giro di lancette, si effettuano 900.000 login su Facebook, si inviano 452.000 «cinguettii» su Twitter, si vedono 4,1 milioni di video su YouTube, si effettuano 3,5 milioni di ricerche su Google, si postano 1,8 milioni di foto su Snapchat, si inviano 16 milioni di messaggi.

I calcoli del World Economic Forum non ci dicono però quanto di «noi» lasciamo nel momento in cui riversiamo nell’agorà digitale inclinazioni, paure, desideri. Una risposta l’ha fornita l’ex socio di Mark Zuckerberg, Sean Parker: Facebook cambierebbe letteralmente la relazione di un individuo con la società e con gli altri» [Sommella-Ammanniti, CdS].

 

Internet

Roger McNamee: «Ho investito e guadagnato molto con Google e Facebook nei primi anni, ma oggi mi rendo conto che, come nel caso del gioco d’azzardo, della nicotina, dell’alcol e dell’eroina, Facebook e Google (quest’ultima soprattutto attraverso YouTube) producono felicità di breve periodo con pesanti conseguenze negative nel lungo termine: gli utenti non si accorgono dei segnali di dipendenza fino a quando non è troppo tardi. La giornata ha solo 24 ore e queste compagnie competono per conquistarne la maggior parte possibile. Il capo di Netflix dichiara che il suo principale concorrente «non è Amazon ma il sonno dei suoi spettatori» [Gaggi, CdS: il pezzo elenca una lunga serie di «pentiti della Silicon Valley»)].

 

Cinema

Chiusura, a New York, del Lincoln Plaza Cinemas, multisala d’essai che dal 1981 propone il meglio del cinema mondiale. «Nel pubblico si poteva riconoscere Susan Sontag, che rimaneva a discutere nell’ingresso accanto alla rivendita di popcorn: come hanno continuato a fare fino all’ultimo Philip Roth, Donna Tartt, Nathan Englander e Don DeLillo. Il motivo della chiusura è prettamente economico. La Millstein Properties, società proprietaria dello stabile, non ha rinnovato il contratto di affitto... Ma c’è qualcosa che rende ancora più inquietante questa chiusura: la multisala si trova a pochi passi dal Lincoln Center, al centro di quello che era, sino a poco tempo fa, un polo culturale di tutta la città. A poco più di cento metri c’era la Tower Records, andata in bancarotta qualche anno fa, e di fronte la più bella e imponente delle librerie Barnes & Noble, sede privilegiata delle presentazioni dei libri più importanti. I tre piani della Tower Records ospitano ora una catena di rivendita di mobili... Al posto dei cinque piani di libri di Barnes & Noble c’è un outlet di abbigliamento... Sta per chiudere del resto anche il Landmark, un altro importante cinema d’essai nel Lower East Side: e nonostante l’apertura, in quella zona del magnifico Metrograph, è una ulteriore dimostrazione dell’impoverimento di proposta artistica in una città che ha visto scomparire istituzioni come il Thalia, il Bleecker Street Cinema, il Metro e il Manhattan Cinema Studio — per non parlare delle sale monumentali come il leggendario Zigfield» [Monda, Rep].

 

Natale

«A Natale, buona volontà magari sì, pace in terra certamente no. Almeno non all’Oriocenter, il centro commerciale affiancato all’aeroporto di Bergamo, forse il punto d’Italia che assomiglia di più agli States: nelle dimensioni, perché è il più grande di tutto il Paese, e nella deregulation, perché quest’anno ci si lavorerà anche a Natale. Non tutti, per la verità, perché i 280 negozi resteranno chiusi. Saranno invece aperti i bar e i ristoranti, una ventina, strategicamente collocati accanto al cinema inaugurato quest’anno e kolossal pure lui, con 14 sale e lo schermo più grande d’Europa.

La mossa è chiara. Il pubblico arriverà in massa per i cinepanettoni e, dopo i circenses, non si può certo lasciarlo senza panem. Così, il 25 gli esercizi della «Food Court» (all’Oriocenter la lingua ufficiale è l’itagliese) saranno aperti dalle 17 alle 23, e lo stesso il 1° gennaio. Per gli altri, non ci sono santi: tutto aperto, negozi compresi, a santo Stefano, dalle 9 alle 22, e a san Silvestro, dalle 9 alle 19. Del resto, quest’anno non si è tirata giù la serranda né a Pasquetta né a Ferragosto». Sindacati e cattolici sono sul piede di guerra e uno sciopero è stato proclamato dalla Cgil proprio per il 25 dicembre. Però «la petizione contro il Natale a bottega fatta circolare dai sindacati ha raccolto solo un migliaio di firme su circa tremila dipendenti» [Mattioli, Sta].

 

Dybala

Sulla crisi di Dybala: «Tutto è cominciato quando Dybala ha scaricato il suo procuratore storico, Triulzi, affidandosi ai fratelli maggiori Gustavo e Mariano, che su Paulo, rimasto orfano di padre a 15 anni, hanno un forte ascendente. Così forte, temono alla Juve, da condizionarlo pesantemente. I Dybala hanno preso come riferimento la gestione “familiare” di Neymar, giocatore grandissimo attorno al quale ruota un indotto ancora più grande, un mondo di followers e like in cui il calciatore di plastica è famoso e fa soldi più di quello in carne e ossa. Così, alle pose su social e riviste è stata data più importanza della posizione in campo. Sull’ultimo numero di Vanity Fair c’è la sua foto in copertina a petto nudo, addominali scolpiti: ecco, mai juventino era finito con i muscoli in vista su carta patinata. Al terzo piano della sede alla Continassa, hanno sfogliato il giornale e scosso la testa, preoccupati» [Gamba, Rep].

 

Monarchici

«Ragionando in astratto sarei volentieri monarchico, è bella l’idea di una signora o di un signore che incarni lo Stato a prescindere. Solo che in Italia non è più possibile esserlo, monarchici, dopo che i Savoia ressero la coda alla tragicommedia del fascismo e alle abominevoli leggi razziali, che scempiarono la vita di molti italiani innocenti. Un re dovrebbe proteggere i suoi sudditi, non consegnarli alle Esse Esse, e tanto basta (e avanza) per finirla di cianciare a sproposito di tumulazioni al Pantheon e consimili.

Volendo, per dare all’idea monarchica una residua ragione d’essere, sarebbe urgente individuare, in vece dei Savoia, una nuova famiglia regnante. Non importa se operai o marchesi, se contadini o professionisti, purché in regola con il fisco e le leggi e in grado di sedersi a tavola senza disgustare i commensali: questo per dirottare altrove quei mesti capannelli di ex dignitari disoccupati e anziane dame con la rendita al lumicino che non a Versailles o a Vienna o a Pietroburgo, ma a Cuneo, si accalcano attorno alle reliquie sabaude in attesa del rinfresco. Per dire quanto inutile sia il loro zelo, basti dire che tra gli assenti c’erano anche diversi Savoia. Un ramo minoritario: quello che, avendo un lavoro, non poteva assentarsi» [Serra, Rep].

 

Elena

«“Angelo di Messina” la regina Elena? Ci può stare. Ma senza dimenticare che a soccorrere i terremotati dello Stretto furono i russi, gli inglesi, i tedeschi, i francesi, gli statunitensi; i “fratelli d’Italia”, con tutto comodo, dopo giorni inviarono diecimila bersaglieri con un milione di proiettili e cominciarono a fucilare sul posto i superstiti per “sospetto sciacallaggio”» [Aprile, Giornale].

 

Maria Gabriella

«“Maria Gabriella è sempre stara misteriosa, molto segreta” racconta al Corriere la sorella Maria Pia, 83 anni, da Parigi dove è rimasta accanto al marito Michel di Borbone Parma (92) anche se ieri era attesa a Vicoforte per gli onori alle salme dei Savoia rimpatriati. “chissà forse perché da piccolissima quando aveva solo tre anni prese il tifo e rischiò di morire, probabilmente mia sorella ha sviluppato nella malattia questa sua indole molto solitaria, questo carattere così privato. La sua passione è sempre stata la pittura, ha studiato anche con il pittore Oskar Kokoschka».

Poteva essere regina di Spagna.

“Oh sì, era così bella che si parlò di un amore per Juan Carlos, ma erano solo ragazzi, chissà che vita avrebbe avuto come regina”» [Roddolo, CdS].

 

Altacomba

Ad Altacomba, in Portogallo, sono ancora sepolti Umberto II e Maria José [ibidem].

 

Madre

Cominciamo dalle donne. Quali sono state più decisive per lei?

«Ho un debito enorme verso mia mamma, Angela. Ha fortemente voluto la mia nascita contro il parere di tutta la famiglia, perché era malata di cuore e asmatica e già non aveva portato a termine una prima gravidanza. Mio padre mi disse tante volte: “Tra te e lei preferivo lei”».

Un’immagine di sua madre.

«Davanti a un crocicchio, quando mi portava dai nonni a Montabone: con le sue braccia magrissime fragili mi spingeva verso la croce e mi diceva “abbraccia il Signore”. Era il suo affido estremo, avevo tre o quattro anni. Poi la ricordo seduta ai fornelli mentre cucinava, faticava a stare in piedi per la malattia: ci preparava patate fritte quasi tutte le sere. È morta il 17 settembre 1951, a 32 anni, quando io ne avevo otto. L’anno dopo al Galliera di Genova cominciarono a operare la stenosi mitralica, di cui soffriva».

Altre donne?

«Elvira, la maestra, che chiamavo Etta. E Norma, la postina, detta Coco perché usava la coccoina, la colla: chiedevo di andare da lei per attaccare i pezzi colorati. Tutte e due molto credenti, molto diverse, mi hanno mantenuto agli studi e mi hanno permesso di viaggiare».

Fidanzate?

«Sui vent’anni ho avuto due ragazze con cui c’è stato un rapporto di giovani innamorati. Si sono sposate, ci vediamo ancora quando vengono a trovarmi a Bose».

Nessuna, dopo, l’ha mai fatta vacillare nella scelta monastica?

«No, dopo che ho preso la decisione non ho mai più avuto tentazioni di lasciare il celibato» [Enzo Bianchi, frate, a Elvira Serra, CdS].

 

Due

«Prendevo il 2. Era un piccolo viaggio avventuroso. In classe gli unici due figli di operai eravamo io e Massimo Villa.

Tuo padre lavorava alle rotative del Corriere della Sera.

Lo andai a trovare una volta sola nei sotterranei di via Solferino. Lo sorpresi a mezzanotte durante una pausa. Stava mangiando un panino e me ne offrì la metà» [Gerry Scotti a Vittorio Zincone, Sette 14/12].

 

Padre

Ha un legame forte con sua madre, ha sempre parlato poco di suo padre .

«L’ho vissuto di meno e per lungo tempo attraverso i racconti della mamma, che ovviamente non era una moglie felice. Mio papà era una persona molto silenziosa, ha avuto per un periodo problemi di alcolismo, poi l’ha superato. Faceva l’operaio, con i turni di notte, di giorno io andavo a scuola e all’oratorio: ho scoperto mio padre quando è andato in pensione».

Lei non vuole che si usi la parola gay, ma parla lo stesso di diversità...

«Sono cose che ci sono state inculcate dal mondo, dalla famiglia. Ma alle quali dobbiamo ribellarci. Quando ero piccolo mi ricordo che il nostro vicino di casa aveva un compagno: mio padre e mia madre, due persone perbene, mi dicevano di stare attento a quello lì, perché gli piacevano gli uomini. Io pensavo: se gli dico che sono come lui, mi cacciano di casa» [Stefano Gabbana a Michela Proietti, CdS 17/12].

 

Dickens

Il padre di Dickens, John, che esorta il figlio Charles, di anni 12, a restare impassibile mentre la polizia lo porta nella prigione di Marshalea, in quanto debitore fraudolento. Nel film L’uomo che inventò il Natale (nei cinema da giovedì), è interpretato da Jonathan Pryce, 65 anni, tre figli avuti dall’attrice Kate Fahy, l’Alto Passero de Il trono di Spade.

La parte di John Dickens l’ha fatta pensare a suo padre?
«Certamente. Mio padre Isaac è morto in seguito a una rapina. Prima faceva il minatore, poi aveva aperto una drogheria a Holywell, nel Galles. E’ lì che sono cresciuto, insieme alle mie due sorelle. Un giorno, un rapinatore entrò in negozio, dove qualche volta lo aiutavo, e gli dette una martellata in testa. Riuscì a sopravvivere e, quando andai a trovarlo in ospedale, sembrava stesse bene. A parte un enorme taglio sulla testa. Poi, per due anni ebbe un infarto dietro l’altro, non riusciva a parlare. Finché morì. Recitavo a New York, quando ricevetti un telegramma... non riuscii ad andare al suo funerale. Mio padre, però, era un buono».
Il padre di Dickens, nel film, sembra più un cialtrone che un perfido. Lei come lo vede?
«È il classico tipo che naviga tra due mari: da una parte è un gaudente, che trascura la famiglia per correre dietro al gioco e alle scommesse; dall’altra, è un genitore pentito, che sa perfettamente quanto sia mancato nella vita del figlio. Uno che arriva a rovistare nella spazzatura del figlio, ormai celebre, per scovare pezzetti di carta con la firma Charles Dickens, al fine di venderseli» [Romani, Giornale 18/12].

 

Padre

«Io credo che il padre sia, per definizione, un incompreso» (Mariolina Ceriotti Migliarese) [Moia, Avvenire 16/12].

 

 

Tempo

C’è il sole su buona parte dell’Italia ma il freddo è polare. Il ciclone scandinavo fa calare le temperature. Qualche pioggerella, nel pomeriggio, su Abruzzo, Molise e Puglia.

Elio

Oggi al forum d’Assago c’è quello che doveva essere il concerto d’addio di Elio e le Storie Tese. Ma «dopo l’intervista alle Iene – spiega Elio – è arrivata un’ondata d’affetto per cui ci si è affacciata l’ipotesi di un tour». Undici le date nei palazzetti, da Montichiari (il 20 aprile) fino a Rimini. Il gruppo parteciperà anche a San Remo e pubblicherà un ultimo disco entro giugno (leggi qui – La Stampa).

Funerali

Alle 14, a Golasecca (Varese) si celebrano i funerali di Giampiero Jelmini, imprenditore tessile nonché fratello di Rosita Missoni, moglie di Ottavio. Stava per compiere 80 anni: «Il ricordo del Natale 1937 quando ti trovai nella culla tra i doni di Gesù Bambino mi seguirà per il resto della mia già lunga vita. Ci preparavamo a festeggiarti per il tuo ottantesimo, ora certamente ci penseranno Tai e Vittorio e tutti i nostri cari. Con tutto il mio bene e la mia tenerezza di sorella maggiore. Rosita» (leggi qui).

• Alle tre del pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Bigolino (frazione di Valdobiaddene, Treviso) esequie di Bruno Cortesia, storico autista delle corriere che per anni ha accompagnato i ragazzi a scuola. Aveva 82 anni (leggi qui).

• Alle 14.30 nella chiesa prepositurale di San Zenone (Milano) si tengono i funerali dei coniugi castanesi che hanno perso la vita la scorsa settimana. La moglie si è suicidata poco dopo aver saputo che il marito, ospite in una casa di cura, era morto per un malore. Avevano 66 anni lei, 70 lui (leggi qui).

• Alle 15.30 nella chiesa di Livemmo (Pertica Alta, Brescia) si celebrano i funerali di Pierangelo Turri Zanoni, 57 anni, l’alpinista trovato senza vita la notte del 16 dicembre in un canalone a Collio. (leggi qui).

• Al cimitero di Montopoli, si celebrano i funerali con rito civile di Augusto Gottini, l’ex sindaco di 79 anni del paese della Val d’Arno (leggi qui).

• Le salme di Kim e Lorenzo, i due bambini uccisi dalla loro mamma tra Suzzara e Luzzara (Mantova), vengono portate oggi nella chiesa parrocchiale di San Pietro a Viadana per una veglia di preghiera che precede i funerali di domani (leggi qui).

Aja

Dopo 24 anni, 161 imputati e 90 condanne chiude il tribunale dell’Aja per l’ex Jugoslavia. Oggi la struttura che ha processato i criminali di guerra, dall’ex presidente serbo Slobodan Milosevic  fino al generale croato Slobodan Praljak, morto dopo aver bevuto una boccetta di veleno in aula, verrà smantellata (leggi qui Michelucci su Avvenire e Paolo Mieli sul Corriere)

Processi

• Oggi il tribunale di Milano verificherà se è stato raggiunto un accordo extragiudiziale per porre fine alla querelle sulla pay-tv Premium, tra Mediaset e Vivendi. Stando al Sole 24 Ore la pace potrebbe essere stipulata a gennaio (leggi qui – Il Messaggero)

• Fabrizio Corona di stare in carcere non ne può più: «Sono stato assolto, non devo stare in carcere, mi devono mandare a casa». Corona ha chiesto il dissequestro della parte del tesoretto necessaria per regolarizzare la sua posizione fiscale. Il suo legale: «Non è Fabrizio che deve pagare le tasse, ma – precisa la difesa – una delle sue società. Il tribunale sta valutando la cosa». Oggi a Milano i giudici avranno il compito di stabilire se confiscare o restituirgli casa e soldi sequestrati (leggi qui).

• Si apre a Torino il processo a Stephan Schmidheiny, unico imputato per il filone d’inchiesta Eternit Bis. L’imprenditore svizzero è accusato di omicidio colposo con colpa cosciente per i due morti di Cavagnolo (leggi qui - Agenpress).

• A Busto Arsizio c’è l’udienza preliminare del processo Angeli e Demoni che vede imputati l’ex viceprimario del Pronto soccorso di Saronno Leonardo Cazzaniga e la sua amante, l’infermiera Laura Taroni. Il medico, in carcere da oltre un anno, è accusato, in concorso con l’infermiera, di aver volontariamente ucciso almeno nove pazienti avvelenandoli con farmaci e anestetici. Tra questi anche Massimo Guerra, Maria Rita Clerici e Luciano Guerra, rispettivamente marito, madre e suocero della Taroni (leggi qui – la Prealpina).

• Attesa per oggi, al tribunale di Imperia, la sentenza del processo a carico di un padre accusato di aver abusato sessualmente delle due figlie, e della loro mamma che non avrebbe fatto nulla per impedirlo. Le due ragazze, oggi maggiorenni, vivono all’estero (leggi qui).

• Al tribunale di Pisa, l’udienza di convalida per l’italiano di 24 anni, fermato ieri dalla mobile per l’omicidio di Ayoub Jarmouni, il marocchino trovato morto la mattina dell’8 dicembre a Marina di Pisa, ucciso con un colpo di pistola al collo (leggi qui – La Nazione).

• A Genova, nuova udienza per l’omicidio di Davide Di Maria, il pusher ucciso il 17 settembre 2016 in una casa di salita San Giacomo, a Molassana, presumibilmente per un debito di droga contratto con Guido Morso, unico imputato per omicidio volontario.  Marco N’Diaye, trentaduenne amico di Di Maria, Christian Beron, ventiseienne colombiano e Vincenzo Morso, sessantenne padre di Guido, sono accusati di rissa aggravata dalla morte. Oggi, in aula, saranno sentiti gli imputati e, in caso di conflitto tra le testimonianze, il pubblico ministero è intenzionato a procedere a un faccia a faccia (leggi qui – Genova24).

• La Corte d’appello di Casablanca (Marocco) celebra oggi il processo per le violenze avvenute a inizio del 2017 nella città di Al Hoceima (leggi qui – Nova).

• In Paraguay, al tribunale di Asunción, i giudici rendono pubblica la pena che Vilmar “Neneco” Acosta, narcotrafficante, dovrà scontare per aver fatto uccidere il giornalista Pablo Medina e la sua assistente Antonia Almada. I due furono crivellati di colpi nel pomeriggio del 16 ottobre 2014 perché denunciavano i loschi affari della narcopolitica paraguayana (leggi qui - Antimafiaduemila).

Banche

• Oggi a palazzo San Macuto a Roma la commissione banche ascolterà il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Scrive il Fatto Quotidiano: «Con Visco si apre uno scenario di preoccupazioni che scala di livello e alza la temperatura perché, secondo ricostruzioni di stampa, chiamerebbe in causa Matteo Renzi e le ombre su un interventismo mai acclarato del governo che guidava quando i vertici della “amica Etruria” venivano destituiti» (leggi qui).

• A Roma continua il processo Veneto Banca. Oggi le parti presenteranno le proprie obiezioni e i giudici stabiliranno quanti ex azionisti potranno effettivamente presentarsi in tribunale (leggi qui – Corriere della Sera).

• Attesa per oggi al tribunale di Ferrara la sentenza sulla bancarotta Carife e l’aumento di capitale del 2011 (leggi qui - Estense).

Esteri

Usa, al Senato è atteso per oggi il voto sulla riforma fiscale. Trump è così convinto di vincere che ha rimandato a casa per le vacanmze di Natale il senatore John McCain, malato di cancro: «Verrà se avremo bisogno del suo voto, e spero che non ne avremo bisogno» (leggi qui  - Cbs in inglese).

• Il presidente palestinese Abu Mazen vola a Riad, in Arabia Saudita, per una visita ufficiale al re Salman bin Abdul Aziz e al principe ereditario Mohammed bin Salman. Secondo l’ambasciatore palestinese a Riad, Bassam al-Agha, anche «l’Arabia respinge fortemente la dichiarazione americana su Gerusalemme» (leggi qui la breve dell’Ansa).

• Il presidente di Gibuti, Ismail Omar Guelleh, arriva oggi ad Ankara per una visita di due giorni. Al centro del colloquio con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ci sono le relazioni commerciali, quelle politiche e la sicurezza.

• Dopo aver incontrato ieri i parenti delle vittime della strage del mercatino di Natale di Berlino, oggi la cancelliera Angela Merkel e il presidente Frank-Walter Steinmeier prendono parte alla commemorazione ufficiale dell’attentato del 9 dicembre 2016 (leggi qui gli ultimi sviluppi – Correre della Sera).

• Dopo aver giurato ieri fra le proteste dei viennesi, il neocancelliere austriaco Sebastian Kurz ha scelto Bruxelles come meta della sua prima missione. Fra gli altri colloqui, quello con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e, in serata, con il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker (leggi qui); oggi a Bruxelles il vice presidente della Commissione Frans Timmermans e il commissario Andrus Ansip ricevono Dieter Kempf, presidente della Federazione dell’Industria tedesca; il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker riceve Gérard Larcher, presidente del Senato francese. L’Alto rappresentante della politica estera Federica Mogherini è in visita a Beirut, per riaffermare il forte sostegno dell’Ue al Libano (leggi qui - Nova).

• Il presidente serbo Aleksandar Vucic è a Mosca per incontrare il leader del Cremlino Vladimir Putin. I due dovrebbero firmare diversi accordi, tra questi uno sui missili e uno sull’energia: «La Serbia – spiega Vucic – dipende quasi al 100% dal gas russo, e ogni anno il nostro Paese aumenta il consumo di gas nella misura di 300-400 milioni di metri cubi»; In vista delle presidenziali, oggi Putin prenderà anche parte al forum del Fronte popolare panrusso.

• Il procuratore di Roma Pignatone vola oggi in Egitto per incontrare il suo omologo e chiedergli di accelerare la consegna alla famiglia Regeni delle oltre mille pagine degli atti processuali della Procura generale del Cairo sull’inchiesta.

Rinvii

• Slitta a domani, su proposta della prefettura di Piacenza, l’incontro fra sindacati e Amazon inizialmente previsto per oggi e in cui si dovrà discutere delle richieste avanzate dai lavoratori anche con lo sciopero organizzato per il black friday. I sindacati hanno chiesto che l’incontro si svolga nella prima mattinata, in modo da riferire l’esito ai lavoratori nelle assemblee già programmate a partire dalle 11.30 di mercoledì (Ansa).

Agenda politica

• Slitta dalle 12 alle 15 la ripresa dei lavori della commissione Bilancio della Camera sulla legge di bilancio. La Commissione deve ancora votare sui numerosi emendamenti accantonati nel fine settimana, sul pacchetto sport e sulle norme relative al lavoro. L’approdo in aula di Montecitorio della legge di bilancio dovrebbe avvenire in serata, ma non si esclude che si possa andare fino a mercoledì mattina (leggi qui – Il Sole 24 Ore).

• La Commissione parlamentare antimafia esamina la proposta di relazione sulle infiltrazioni di Cosa nostra e della ‘ndrangheta nella massoneria in Sicilia e in Calabria. Relatrice Rosy Bindi. Poi la Commissione sarà impegnata nell’esame della proposta di relazione su tutta l’attività svolta.

A Roma, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni partecipa alla cerimonia di consegna dei Collari d’oro del Coni (alle 11, al Foro Italico)

• All’hotel Minerva di Roma nasce «Quarta gamba», una lista che riunisce Idea, Fare, Dit, Sc, popolari, liberali, centristi. Spiegano i fondatori: «È l’inizio di un percorso politico ambizioso e fondamentale per rafforzare la coalizione e dare maggiore rappresentanza alle istanze liberali, popolari, conservatrici e autonomiste». Restano fuori, per scelta, Energie per l’Italia, e anche Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi che sarà presente nella lista unitaria di Forza Italia (la presentazione è alle 11).

• Per sollecitare il governo sullo Ius soli il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani a Palazzo Madama, comincia da oggi un sciopero della fame. Spiega Manconi: «Domani (oggi per chi legge) si riunisce la conferenza dei capigruppo del Senato e questo mio digiuno vuole essere un atto di fiducia nei confronti di tale organismo. E un momento di dialogo attivo e concreto. Il tempo c’è: il Senato può lavorare l’intera settimana, sedute notturne comprese, fino al 24 dicembre, per approvare un provvedimento saggio e ragionevole che tanta parte della società italiana considera equo e necessario».

• A Roma, il Partito liberale italiano ha organizzato un libero confronto sul tema della Flat Tax. Intervengono Giuseppe Basini, presidente onorario del Pli, Nicola Rossi, dell’Istituto Bruno Leoni, e Matteo Salvini, segretario federale della Lega (alle 15 nella sala riunioni dell’hotel Donna Laura Palace).

• Alle 17 il segretario della Lega Matteo Salvini sarà al Quirinale per il tradizionale scambio di auguri con il presidente della Repubblica.

• Il governatore della Lombardia Roberto Maroni fa sapere che da oggi inizia a scrivere il programma della prossima legislatura «partendo dall’analisi e dalla verifica che abbiamo fatto in questi giorni sul Prs, programma regionale di sviluppo, presentato a inizio legislatura. Comunicheremo agli elettori tutto quello che abbiamo fatto i questi anni e da lì partiamo». Il programma verrà presentato a gennaio (AdnKronos).

• A Roma, la presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, la presidente della Rai, Monica Maggioni partecipano al convegno Le periferie: un grande progetto per il Paese, organizzato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Nel corso dell’evento sarà proiettato il docufilm Un mondo di lato, realizzato dalla Rai (alle 11, alla Camera).

• A Roma, la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, presentano il libro Fare scuola. Il volume illustra risorse e attività promosse dai governi Renzi e Gentiloni in materia di edilizia scolastica (alle 10.30, nella sala stampa di Palazzo Chigi). 

Città

• Dopo un anno di lavori e 1,2 milioni di investimenti riapre a Cagliari piazza Garibaldi. L’area a disposizione dei pedoni è passata dai 4.850 a 6.700 metri quadri, portando il vecchio marciapiede a livello della strada carrabile. Il nuovo pavimento in legno permette agli alberi monumentali di aver il giusto spazio per le loro radici (leggi qui - Ansa).

• Il Comune di Torino raccoglie i testamenti biologici presso l’Ufficio relazioni con il pubblico ogni martedì e mercoledì dalle 13.30 alle 15.30 previo appuntamento (leggi qui – La Stampa).

Beatificazione

• L’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, apre il processo diocesano per la beatificazione e la canonizzazione di fratel Ettore Boschini (alle 16 a Seveso, dove riposano le spoglie del frate).

Cultura

• Alle Gallerie d’Italia a Milano si inaugura la mostra L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri.

• In occasione dell’ultimo appuntamento della stagione culturale 2017 del Centro Studi Piemontesi a Torino viene presentato il   libro di Graziella Riviera, La strada del Fiammingo. Dal Brabante al Monferrato: i Tabachetti di Fiandra (alle 17, all’Auditorium Vivaldi, in piazza Carlo Alberto 3)

• L’attore Alessio Boni, interprete della fiction La strada di casa, sarà al teatro comunale di Nardò per parlare dei suoi progetti e ripercorrere la sua carriera (alle 20. Leggi qui); Enrico Lo Verso andrà in scena sul palco dell’Alfa Teatro di Torino con Uno Nessuno Centomila (alle 21); Elio Germano e Teho Teardo presentano Viaggio al termine della notte, lo spettacolo tratto dal capolavoro di Louis Ferdinand Céline (al Parco della Musica di Roma).

Biagio Antonacci è all’Rds Stadium di Genova; Peter Bence al Dal Verme di Milano; Tosca è all’officina delle Arti a Roma; Alessandra Mirabella presenta a Palermo il suo progetto discografico Remember in un concerto già sold out (alle 21.30 al Real Teatro Santa Cecilia)

 

Tv

• A DiMartedì Giovanni Floris parlerà di banche, delle polemiche sulla Boschi, delle strategie elettorali e di tasse, economia, consumi e costume. Lo farà con la giornalista e scrittrice canadese Naomi Klein e l’editorialista di Repubblica Massimo Giannini (alle 21.10, La7).

• Ultimo appuntamento stagionale per le Iene Show. In un servizio di Mary Sarnataro vedremo l’ex gieffina Cecilia Rodriguez confrontarsi faccia a faccia con un suo hater. Antonino Monteleone ci parlerà dei 500 parlamentari che hanno cambiato casacca. Ismaele La Vardera è in Sicilia con un’inchiesta sui voti di scambio alle ultime regionali e Matteo Viviani affronta il tema dell’asessualità con un ragazzo e una ragazza che raccontano di non provare attrazione verso alcun genere.

• Per la Coppa Italia si gioca Napoli-Udinese (alle 20.50, su Rai2)

 

Questa rubrica è curata da Jessica D’Ercole. Per segnalazioni scrivere a anteprima@bcd-srl.com.

Santi di oggi

Sant’Anastasio I, san Dario, santi Dario, Zosimo, Paolo e Secondo di Nicea, santa Fausta, santi Francesco Saverio Hà Trong Mau e compagni, san Gregorio di Auxerre, beato Guglielmo di Fenoglio

laico certosino, beate Maria Eva della Provvidenza Noiszewska e Maria Marta di Gesù Wolowska, beato Urbano V.

Vangelo di oggi

Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta.

Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore.

Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso.

Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso.

Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso.

Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore.

Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.

Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio.

Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

Zaccaria disse all’angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni».

L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio.

Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo».

Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio.

Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.

Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.

Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini» [Luca 1,5-25].

 

Compleanni (nati il 20 dicembre)

Il disegnatore Guido De Maria (85), lo psichiatra Luigi Cancrini (79), il giornalista Osvaldo Bevilacqua (77), l’ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet (75), il produttore televisivo Dick Wolf (71), la cantante Gigliola Cinquetti (70), il giornalista Paolo Rumiz (70), il musicista Alan Parsons (69), il giornalista Roberto Beccantini (67), il giornalista Osvaldo De Paolini (67), l’attore Sergio Vastano (65), il primo ministro turco Binali Yildrim (63), il politico Martin Schulz (62), il giornalista Fulvio Abbate (61), lo scrittore Roberto Alajmo (58), il regista Kim Ki-duk (57), il fumettista Corrado Mastantuono (55), l’infanta Elena di Borbone-Spagna (54), lo scrittore Alessandro Perissinotto (53), l’attrice Chiara Francini (38), il calciatore Jorginho (26), il calciatore Andrea Belotti (24).

Altro compleanno

Giuliana Sgrena, nata a Masera (Verbano-Cusio-Ossola) il 20 dicembre 1948. Giornalista. Al Manifesto dal 1988. Il 4 febbraio 2005 un gruppo islamista la rapì a Baghdad, nello stesso quartiere in cui poche settimane prima era stata rapita la giornalista francese Florence Aubernas. Dopo un mese di prigionia, e dopo la diffusione di un drammatico video in cui la giornalista implorava in lacrime il compagno Pier Scolari e gli italiani di aiutarla a salvarsi («Pier, aiutami tu. […] Fai vedere tutte le foto che ho fatto sugli iracheni, sui bambini colpiti dalle cluster bombs, sulle donne, ti prego aiutami, aiutami a chiedere il ritiro delle truppe, aiutami. […] Tutto il popolo italiano deve aiutarmi. […] La mia vita dipende da voi, fate pressioni sul governo, aiutatemi. Questo popolo non vuole occupazione, non vuole truppe, non vuole stranieri. Aiutatemi tutti voi a salvarmi, ho sempre lottato con voi»), il 4 marzo la Sgrena fu liberata in seguito all’intercessione dei servizi segreti militari italiani e – ufficiosamente – al pagamento di un ingente riscatto da parte del governo Berlusconi, dai più stimato intorno ai 6 milioni di euro. Sulla via del ritorno verso l’aeroporto di Baghdad, però, l’auto che la trasportava insieme a due funzionari del Sismi fu travolta da una tempesta di proiettili esplosi da un presidio militare statunitense, e la Sgrena si salvò solo grazie al sacrificio di uno dei due agenti, Nicola Calipari (51 anni), che le si gettò addosso per proteggerla, rimanendo mortalmente ferito al capo (dinamica e causa della sparatoria non sono mai state completamente chiarite). Tornata in Italia, la Sgrena riprese la sua attività di giornalista, scrivendo un libro sul suo sequestro e sulla sua liberazione (Fuoco amico, Feltrinelli, Milano 2005) e finendo più volte al centro di polemiche per alcune sue dichiarazioni (per esempio, quando derubricò il suo appello in video a «drammatizzazione» voluta dai rapitori, o quando definì «mercenario» e indegno della medaglia d’oro Fabrizio Quattrocchi, o ancora quando qualificò come assassini i due marò a lungo trattenuti in India). Tentò anche la carriera politica, candidandosi alle elezioni europee del 2009 e del 2014 nelle liste della sinistra radicale, senza però essere mai eletta • «Per i giornalisti coscienziosi che vogliano documentare la realtà guardandola con i propri occhi una visita a quell’accampamento di disperati è quasi un dovere professionale, e la Sgrena è una di loro. Ma è altrettanto professionale sostarvi non un minuto di più di quanto sia strettamente necessario per vedere, interrogare, prender nota e andarsene. Non più di mezz’ora al massimo, dicono gli esperti. […] Giuliana Sgrena è rimasta in quel caotico e rischiosissimo accampamento per oltre quattro ore. È entrata nella moschea, ha girato per l’attendamento, è passata e ripassata per quei sentieri. Molti l’hanno vista, alcuni ne hanno soppesato il valore di scambio e ne hanno informato i loro complici, i quali hanno avuto tutto il tempo di organizzare l’agguato. […] Forse la giornalista del Manifesto pensava che le sue idee di pacifista a oltranza le fornissero una sorta di salvacondotto; non sapeva quel che avrebbe dovuto invece sapere, e cioè che quelle sue caratteristiche “politiche” accrescevano se mai il suo valore di scambio. La vicenda che ne è seguita ha dunque purtroppo inizio con un deficit di professionalità» (Eugenio Scalfari).

Vent’anni fa

Sabato 20 dicembre 1997. «Il Consiglio superiore della Sanità risponde con un parere intransigente ai fautori del metodo Di Bella per la cura dei tumori. Le richieste al ministro, proposte dal presidente Mario Condorelli e approvate all’unanimità, sono durissime, e la prima (“Far sospendere con effetto immediato le cure”), se raccolta, avrebbe una ripercussione diretta sui malati. Ma la Bindi chiarisce subito: “Non ho il potere di impedire una terapia di cui non è stata provata l’efficacia ma neanche la pericolosità”. Di Bella si dice disposto ad accettare che una commissione scientifica esamini la sua terapia: “Ma a tre condizioni – spiega –. La buonafede, la competenza, e una discussione preventiva sui metodi di indagine”» [Margherita De Bac, Corriere della Sera 20/12/1997].

Trent’anni fa

Domenica 20 dicembre 1987. «Fino a ieri sera erano 1600 le persone affluite nella basilica di S. Maria in Trastevere. Ma i medici che dicono di avere scoperto la cura contro il cancro sono arrivati a mani vuote: sul farmaco grava una minaccia di sequestro, e hanno preferito evitare l’esecuzione dell’ordinanza. In compenso, l’equipe messinese ha distribuito speranze in abbondanza: una speranza come alternativa alle cure ufficiali dei centri medici accreditati, che molti malati hanno disertato, diretti verso la sacrestia. […] Il dottor Giuseppe Zora e i suoi collaboratori sembrano essere abituati alle disavventure giudiziarie e alle polemiche. Prima con la distribuzione (siamo agli inizi dell’Ottanta) del siero Bonifacio, poi con il prodotto che dicono “diverso” da quello, ma sul quale permane il mistero più fitto. L’Imb, che prima aveva una “c” al posto della terza lettera della sigla, fu sequestrato già tre anni fa, dopo una saltuaria distribuzione nella basilica di Santa Maria in Trastevere e sui gradini di piazza San Pietro, per sospetta tossicità. Quindi, assolto dalle analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, perché riconosciuto non dannoso, è stato immesso di nuovo nel circuito dei malati più o meno gravi. Con risultati apprezzabili, dice il dottor Zora: su circa un terzo dei 9000 pazienti finora in cura sarebbe stato registrato l’arresto della malattia, in qualche caso addirittura la regressione. Gli ambienti ufficiali continuano però ad essere scettici. I più ottimisti accennano alla possibilità di un effetto placebo (cioè un effetto psicologico). Tutti affermano che non è tollerabile che quattro medici improvvisino cure contro il cancro con un prodotto non sperimentato, alimentando speranze giudicate infondate» [Piero Bongini, Corriere della Sera 20/12/1987].

Il «siero Bonifacio» era un composto a base di escrementi di capra ideato e distribuito come cura anti-cancro, tra gli anni cinquanta e i primi anni ottanta, dal veterinario Liborio Bonifacio (1908-1983), di cui Zora era stato collaboratore.

Cent’anni fa

Giovedì 20 dicembre 1917. «Il Comune avverte: “Chiunque detenga lana (in fiocco, sucida, saltata, lavata, pettinata, di concia e di qualsiasi altra natura) è obbligato a far denuncia della quantità posseduta al 31 dicembre 1917: sono esenti dall’obbligo della denuncia le lane da materassi, le lane ed i filati di lana in possesso dei rivenditori al minuto. La denuncia va presentata entro il 15 gennaio 1918 alla Direzione della Sorveglianza pubblica (via Sala, 8, piano 2°), presso la quale gli interessati possono ritirare l’apposito modulo”» [Corriere della Sera 20/12/1917, sezione «Corriere Milanese»].

Centodieci anni fa

Venerdì 20 dicembre 1907. «Nel prossimo gennaio Giovanni Pascoli parlerà a Mantova di don Enrico Tazzoli. In attesa dell’avvenimento la Gazzetta di quella città pubblica un documento singolarissimo: le risposte date dal Pascoli ad un questionario intimo che gli fu presentato in apposita scheda. Vale la pena d’essere riferito: – La principale linea del mio carattere? La fedeltà, mi pare. – La mia passione dominante? Sarebbe l’amore: è… il fumo. – La dote che preferisco in un uomo? L’allegria. – In una donna? La tenerezza. – La mia migliore virtù? La pazienza… se è una virtù. – Il mio difetto principale? La pazienza… se è un difetto. – La mia occupazione favorita? Pensare. – Il mio sogno di felicità? Non faccio di cotesti sogni. – Quale sarebbe la più grande sventura? Premorire? – Cosa vorrei essere? Un grande benefattore, o anche piccolo. – Dove vorrei vivere? Sull’Aspromonte. – Il colore che preferisco? Il rosso. – Il fiore che preferisco? Impossibile decidersi: rosa di macchia? pervinca? violetta? giacinto? bucaneve?, ecc. – L’animale che preferisco? Gulì (un cane). – I miei autori preferiti in prosa? Platone e Manzoni. – I miei poeti? Omero, Virgilio, Dante e Leopardi. – I miei musicisti favoriti? Rossini e Verdi. – I miei eroi favoriti nella finzione? Achille. – E le eroine? Elissa. – Nella vita reale? Garibaldi e Anita. – Bevanda e cibo che preferisco? Vino e pane. – Ciò che detesto di più? Il tradimento. – Lo sport che preferisco? Ahimè… tutti. – Il genere di locomozione che prediligo? L’automobile dell’Alberani. – La riforma che credo più utile? L’abolizione della ricchezza pura. – Il dono di natura che vorrei avere? Suonare e cantare. – Come vorrei morire? Senza rimorsi. – Stato presente del mio spirito? Lietezza e confidenza. – Stato dominante al mio spirito? Preoccupazione. – Errori che ispirano indulgenza? Proprio tutti. – Il mio motto? Sub arbuto (bianco, rosso e verde)» [Corriere della Sera 20/12/1907].

L’Alberani è un signore bolognese che il 30 settembre 1907 offrì a Pascoli un passaggio in automobile, conducendolo a gran velocità dalla rocca di San Marino a Bologna (il poeta disse poi: «Ebbi, per tutto il tempo che si scendeva, le budelle in un catino, ma ridevo e non mostravo nessuna paura»).

 

Lettere

Caro Giorgio, ma non ti viene il dubbio di stare segando il ramo dell’albero su cui hai posto la tua dimora e dove svolgi con grande passione il tuo lavoro? La tua rassegna è fatta talmente bene che renderà inutile leggere i giornali. Ma se nessuno comprerà più i giornali come potranno sopravvivere e continuare a darti gli ingredienti per i tuoi manicaretti quotidiani?

Un paradosso per augurarti Buon Natale e un 2018 simpaticamente operoso. Nella speranza, da giornalista anziano, che iniziative come la tua possano invece far tornare la voglia di leggere i giornali.

Gianfranco Fabi

Caro Giorgio, Karl Popper, studente universitario a Vienna, per mantenersi agli studi, lavorò come ebanista da Archibald Poesch.

Il maestro, nel mentre, gli faceva domande alle quali il giovane non sapeva rispondere (mitica: "Chi ha inventato gli stivali col riporto?" alla quale si deve rispondere "Il Wallenstein"), per chiudere il discorso dicendogli "Mi chieda pure quello che vuole: io so tutto (ich weiss alles)". Ebbene, per rispondere al gentile signore che mi chiama "intramontabile" (e lo ringrazio) e che si chiede come faccio a sapere cosa dicono e scrivono i media non leggendoli o ascoltandoli: "Ich weiss alles".

Mauro della Porta Raffo

Caro Dell’Arti, ogni mattina la leggo con piacere, ed è un piacere che qualche volta mi porto fino a sera. Mi chiedo se, come e quando riuscirà questa newsletter a fare breccia in coloro che non la conoscono e che forse avrebbero / sentirebbero più il bisogno di averla. Credo che la nostra "ricompensa" più grande nei suoi confronti possa essere diffonderne l’esistenza e l’iscrizione. Mi occupo di teatro classico, le scrivo da Sarsina, terra natale di Tito Maccio Plauto, dove dal 1956 ogni estate si svolge un festival teatrale a lui dedicato, il Plautus Festival. Con la compagnia ufficiale del Festival ogni anno rappresentiamo Plauto in giro per l’Italia, per i ragazzi degli Istituti Superiori, grazie anche al patrocinio dell’Unesco. Questo per dirle, riprendendo una sua risposta, che il virus della "correzione estetica" non ha colpito solo il giornalismo, ma è arrivato anche nel teatro, dove per anni si è creduto che il rinnovamento dei classici per le nuove generazioni passasse solamente dal far fumare i personaggi sulla scena e vestirli in giacca e cravatta. Lei continui così!

P.s: uno degli ultimi libri letti: La spia che venne dal freddo, di John Le Carré. Un grande classico, appunto, di quando non si strizzava l’occhio al lettore ma si cavalcava dritti verso la meta (confesso che in più di un punto, prima di raggiungerla, sta meta, son dovuto tornare sui miei passi... !)

Riccardo Bartoletti,

(di anni trentatrè, nato a Piombino, figlio di Paola Bindi detta Paolina, giа impiegata all’USL poi ASL, e di Daniele Bartoletti detto Lupo, prima fornaio, poi meccanico ed operaio, infine barman, in una fuga dalla crisi dell’industria locale ben riuscita come un passaggio da Berlino Est a Berlino Ovest).

Un kirche-blitz per prendere le spoglie regali e portarle  nell’ ossario delle vittime delle sue desiderate  guerre. Anche il Pantheon dovrebbe ospitare solo i resti di Pinocchio fatti col  legno di bara regale. Saluti cari

Pampa 

(Gianfranco Pampaloni)

 

Piera De Tassis, maestra di cinema, mi fa sapere che legge Anteprima a letto («semplicemente meravigliosa»). E voi? Abbonatevi e regalate tre abbonamenti al prezzo di due. Ciao, ci vediamo domani

 

 

Anteprima di Giorgio Dell’Arti

Anno I numero 34

Martedì 19 dicembre 2017