la Repubblica, 19 dicembre 2017
Parare di gamba, il calcio s’ispira alla pallamano
Roma Il diverso parare è ormai una realtà. Il portiere non è più quello di una volta. Ai bei tempi del calcio “bloccato”, attacco e difesa, il portiere scendeva in campo facendo dei movimenti tutti suoi, vagamente disarmonici. Sino agli anni Ottanta l’altezza media dei portieri non superava il metro e settantacinque. Nella “Rometta” i pochi centimetri di Quintini divennero una leggenda. Per le foto ufficiali delle sue squadre il pur bravo messicano Campos, che non arrivava a 1,70, saliva su un pallone per non dover passare poi dallo psicanalista. E l’ 1,91 di Fabio Cudicini rappresentava la più assoluta anomalia. Mentre adesso l’altezza media dei portieri di Premier è 1,92 e la maggior parte di questi ragazzi sono gatti di 1,92. C’erano vecchi portieri che indossavano addirittura una coppola per dimostrare di non essere come gli altri. Jongbloed parava senza guanti, come se l’avessero preso al parco per fare numero. I portieri moderni, mutate estetica e sostanza, mutato il gioco, sono calciatori come gli altri, hanno piedi raffinati, lanciano, fanno lo scavetto ( Ederson), effettuano colpi di tacco. L’anno scorso Ter Stegen è andato a controllare il pallone all’altezza della bandierina con due avversari (del Bate Borisov) addosso. Ed è uscito col pallone ai piedi. Nemmeno Piqué avrebbe potuto fare di meglio. Nel celebre 1- 7 del Bayern di Guardiola alla Roma, Neuer toccò più palloni con i piedi di quanto ne toccarono ben otto giocatori della Roma e la sua “heat-map” rivelò che aveva passato il 65% del tempo fuori dall’area di rigore con la palla fra i piedi. Ma soprattutto, i portieri moderni parano con le “nuove” parti del corpo, di spalla, di testa, in bagher. E infine parano di gambe. O con i piedi. «Lì è uscita fuori la pazzia che è dentro di me», ha detto Stefano Sorrentino dopo aver respinto con la gamba destra alzata un tiro di Schick deviato dalla sua difesa (Chievo-Roma). E domenica Strakosha. Ma non è follia. Ormai non c’è più niente di casuale nella partita di un portiere moderno. La parata di gamba arricchisce il repertorio. Ed emerge da un nuovo e più elastico modo di muoversi ( lo spostamento laterale ricorda il “t- push” dell’hockey). È un gesto che richiede massima reattività. Se Higuita inventò la parata dello scorpione, i portieri moderni eseguono scientificamente ciò che Garella esprimeva per puro istinto. Ci si allena ad uscire senza cadere e poi a muovere di scatto una delle due gambe, senza flettere il ginocchio, per coprire lo spazio. Né uscite né tuffi rispettano più i sacri testi. Due mesi fa Ter Stegen, sempre lui, ha salvato sulla linea con un movimento che richiamava tre sport: l’hockey, il calcio a 5 e la pallamano. Si sarebbe quasi potuta invocare una gamba tesa. Sì, ma ai danni del palo. In Germania il solco scavato da Neuer sta facendo evolvere la didattica dei preparatori. Dei primi dieci portieri che hanno più parato di piede/ gamba in stagione 9 giocano in Bundesliga: Horn (Colonia), Schwolow ( Friburgo) e Hradecky (Francoforte) ne hanno effettuate 10. I primi “non tedeschi” sono De Gea, Mignolet e Gomis della Spal. Curioso: parano di piede mentre Torreira decide, non visto, di parare con tutte e due le mani.