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 2012  giugno 26 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Giornata disastrosa per le Borse di tutto il mondo, con Milano precipitata addirittura del 4,03 per cento e i bancari massacrati (Bpm -8,6 Unicredit -8,2 Monte dei Paschi -7 ecc.). Siccome ha cominciato l’Asia, alla nostra alba, e ha finito Wall Street, alla nostra mezzanotte, non può essere solo colpa dell’ennesima dichiarazione della Merkel contro gli eurobond. È il vertice dell’altro giorno a Roma – con i soliti 130 miliardi di investimenti promessi e l’insistita propaganda alla improbabile Tobin Tax – che ha tolto parecchie speranze ai mercati: gli europei – è l’impressione generale - sono lontanissimi da una qualunque intesa, unificare le regole bancarie, coordinare le politiche fiscali e di bilancio e tutto il resto che viene annunciato in vista del Consiglio europeo di dopodomani è sempre meno credibile. Ovverossia: gli hedge fund e gli altri che hanno scommesso contro l’Europa non ci credono, e quindi vendono. Situazione quanto mai imbarazzante per noi che oggi abbiamo un’asta di Btp e in tre anni dobbiamo raccogliere sul mercato più di mille miliardi di euro.

 

Che cosa ha detto la Merkel?

Parole pesanti. «Sento parlare troppo di condivisione del debito e troppo poco di riforme strutturali: è avventuroso parlare di crescita sostenibile senza pensare al rigore di bilancio. Lo dico apertamente: quando penso al Consiglio di giovedì prossimo a Bruxelles mi preoccupa che si parlerà assolutamente troppo di tutti i possibili modi per condividere il debito, e troppo poco di migliorare i controlli e delle misure strutturali». Anche se è odioso ammetterlo, non ha torto. Prendo il caso nostro, per esempio l’abolizione delle province: la sensazione generale è che non si proceda. Anche sulla spending review: Bondi ha preparato tagli per 8 miliardi e la Camusso ha subito strillato: «Non se ne parla» (Bonanni vuole che siano concordati con lui).

È sotto accusa anche Monti?

No, anzi. Il loro ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, intervistato dallo Spiegel, ha detto che «con il governo di Mario Monti, l’Italia può risolvere bene i problemi». I tedeschi sanno che c’è un movimento in Italia deciso a far cadere il governo se il premier tornerà da Bruxelles a mani vuote. Non lo faranno tornare proprio a mani vuote, ma intanto questi attestati di stima servono a far capire ai partiti italiani che la comunità internazionale vedrebbe male l’abbandono dell’esperienza tecnica. Certo, il governo deve forse cominciare a trattare meno con le forze politiche e con i sindacati, deve forse tenere meno conto dei loro interessi particolari. Lo ha scritto ieri anche il Financial Times, il quale vorrebbe che Monti parlasse chiaro anche alla «Merkel e ai poteri forti».

Se non è stata solo la dichiarazione della Merkel a buttar giù i mercati, che altro potrebbe essere successo? A parte l’atmosfera generale, dico…

Westerwelle, il loro ministro degli Esteri, ha detto che alla Grecia «non verrà fatta nessuna concessione». Cipro è in bancarotta e ha chiesto un miliardo e mezzo per le sue banche. Gli spagnoli hanno fatto arrivare la loro richiesta ufficiale di aiuti, senza dire la cifra, ma con un ragionamento dal quale si capisce che avranno bisogno dei 90-100 miliardi preventivati (62 per ricapitalizzare le banche e un altro gruzzolo «per sicurezza»). Berlino ha voluto però che questi 90-100 miliardi passassero per il bilancio statale, aggravando così il debito spagnolo: altra mossa che ai mercati non è piaciuta. C’è poi il problema generale delle banche, lei sa che per Soros la crisi non è degli stati, ma delle banche. Ebbene, un nuovo studio ha rivelato che le banche sono nuovamente impestate di derivati, la maggior parte dei loro profitti dipende dalle speculazioni finanziaria, sono cioè guadagni di carta prodotti dalla creazione e dalla compravendita di carta.

Non è questa la ragione per cui tutto è cominciato? I subprime…

Le banche hanno continuato. Lo dice in un suo rapporto la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), che possiamo considerare una specie di Banca centrale delle Banche centrali. Si parla di «enormi posizioni in derivati», si dice che rischiano anche gli istituti apparentemente ben capitalizzati. I due miliardi persi da JP Morgan in operazioni di questo tipo rappresentano un «monito dei pericoli». Sa qual è l’unica nota consolante in tutto questo?

Quale?

Che i tedeschi cominciano ad ammettere che l’implosione dell’euro costerebbe carissima anche a loro. Lo scrive sempre lo Spiegel, rivelando un rapporto segreto del ministero delle Finanze (ma è possibile che i politici tedeschi, forse decisi a far ingoiare ai loro elettori qualche medicina amara, abbiano cominciato a render pubblici i dettagli relativi al fallimento della moneta unica). Il settimanale dice chiaro e tondo che l’aborrito salvataggio di qualche cattivo paese spendaccione costerebbe molto di meno. Invece, se saltasse l’euro, il Pil tedesco precipiterebbe di quasi dieci punti, i disoccupati salirebbero al 9,3% eccetera.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 26 giugno 2012]

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