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 2012  giugno 26 Martedì calendario

PERISCOPIO


Ho quarantanove anni. Me ne manca uno solo per cominciare a credere ai giovani e a sedurre le minorenni. Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli.
In attesa delle riforme che non verranno mai (skora budiet, «arriva, arriva», dicevano i russi dei prodotti introvabili sul mercato; fino a quando l’Urss si è dissolta) gli italiani pagano le tasse più alte d’Europa, vedono crollare il loro potere d’acquisto, evitano di porre domande al governo nel timore che cada.
Corsera.
Le future scosse politiche non saranno ancora per nulla di assestamento. Massimo Cacciari. L’Espresso.
Berlusconi vuol scendere di nuovo in campo. Ma non c’è nemmeno più il campo. L’ha distrutto lui. Pier Luigi Bersani. l’Unità.
Se si vota in autunno, non c’è gara: le primarie non si fanno, e il segretario del Pd, Bersani, si candida a palazzo Chigi. Ma se invece le primarie si faranno, il ritorno in campo di Berlusconi potrebbe dare a Renzi la spinta decisiva per vincerle. Di fronte «all’usato sicuro» di Berlusconi, «l’usato sicuro» di Bersani diventa inservibile. «Contro Berlusconi», sintetizza un parlamentare democratico, «il Pd deve giocare la carta del rinnovamento, fino in fondo, con coraggio. Oppure rischiamo di perdere anche questa volta».
Fabrizio Rondolino. Il Giornale.
Alla fine Mario Adinolfi ce l’ha fatta: ha conquistato di diritto il suo posto in Parlamento dopo le dimissioni di Pietro Tidei, eletto sindaco di Civitavecchia. E si è subito fatto riconoscere: ha perso i pantaloni in Transatlantico, restando in mutande, twitta compulsivamente le sue attività alla Camera, si è fatto sgridare dai commessi perché faceva foto alla Fornero come un turista scemo. Per chi non lo conoscesse, Mario Adinolfi è (da Wikipedia) un giornalista, politico, giocatore di poker e blogger italiano, un incrocio cioè fra Luca Giurato, Fanfani, Pupo e Beppe Grillo. Milita nel centro-sinistra ora Pd da quando non c’è più la Dc, dove iniziò la sua brillante carriera politica, e nella vita ha fatto pure la tv, sia da anchorman che da opinionista. Il suo spessore politico è tale che fino a ieri il suo titolo (di cui peraltro andava fierissimo) era di essere il primo dei non eletti nel collegio Lazio. Stante le sue dimensioni fisiche (pesa 20 chili più di Giuliano Ferrara) è circolata su di lui questa battuta. «Adinolfi è entrato in parlamento. Devono aver spinto parecchio». Saverio Raimondo. Il Fatto quotidiano.
Stefano Fassina, 46 anni, responsabile economico del Pd, ha un accento che non lo aiuta: nato a Roma, addentellati nei Castelli, concetti sofisticati da alto tecnocrate (al contrario del polli da batteria Pd della sua generazione che, all’università, ci capitavano solo per attaccare i manifesti) e una glottologia di riferimento alla Nino Manfredi in «Fusse che fusse la vorta bbona».
L’Espresso.
Boxe: i signori spettatori delle sedie di ring sono pregati di trattenere il fiato durante l’incontro dei pesi piuma. Gino Patroni, Crescete e moltiplicatevi. Rizzoli.
«Chi ci vorresti dietro Cassano e Balottelli?». «Cecchi Paone!». Panif. Libero.
Uno scrittore non legge i colleghi. Li sorveglia. Gesualdo Bufalino, Bluff di parole. Bompiani
A notte vegliano assiduamente le sentinelle. Le pattuglie stanno in agguato nei canaloni. In tenda non si dorme. Si attende di sentir fendere nel buio una fucilata. Fuochi rossastri tremulano sulle alture davanti, e sembrano sospesi nel buio. Il cannone li spegne. Odo il bisbiglio di un soldato e il fruscio di un fiammifero che si accende clandestinamente, al riparo di un casco. Oggi, mentre lavoravo al ridottino, un caporalmaggiore del 527° battaglione, si è preso una fucilata nella schiena. S’è udito il ta-pum venire dalla sterpaglia: è rimasto fulminato. Paolo Caccia Dominioni, Ascari K7 1935-36. Longanesi
L’ultimo lupo della pianura, spalancò gli occhi. Due cani randagi erano penetrati nella chiavica e subito gli si avventarono contro.Sapevano chi era: da migliaia di anni le due razze si erano separate, e si odiavano. Il lupo lottò con disperazione, sentì le zanne affondare nella carne, riuscì a liberarsi e fuggire. Aiutato da buio che per i cani era impenetrabile. Giuseppe Pederiali, Padania felix. Diabasis.
«Facciamo le primarie». «No! L’imbarazzo della scelta, no!». Altan. L’Espresso.