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 2012  giugno 26 Martedì calendario

L’ECOLOGIA FIORISCE NELLE AZIENDE


Un giardino fotovoltaico sul tetto per produrre energia pulita, finestre speciali che ottimizzano il passaggio di luce e calore in ogni stagione, arredi con capacità di assorbimento acustico e postazioni di lavoro già predisposte in attesa dell’interconnessione con tecnologia radiomobile 4G. Sono queste alcune delle eccellenze applicate all’architettura dedicata al mondo business che rispondono alle esigenze di ecocompatibilità, risparmio energetico e benessere abitativo di uffici e aziende. L’espressione più innovativa di queste tecnologie è ben rappresentata dal Vodafone Village, il quartier generale di Vodafone Italia di 67 mila mq appena inaugurato a Milano. Il complesso ospita circa 3 mila dipendenti e ha richiesto un investimento di oltre 300 milioni di euro. Si tratta di un complesso costituito da tre edifici di 14, 12 e 10 piani destinati a uffici e un quarto adibito a spazi collettivi. I tre corpi principali, con facciate in vetro trasparente per una superficie di 27 mila mq, si affacciano sulla piazza rispecchiandosi l’uno nell’altro secondo il concetto di un moderno borgo.
Per garantire massimo comfort ambientale e ridurre il dispendio energetico è stato utilizzato un sistema di finestre a triplo vetro. «Ciascuna finestra è concepita come un’unità ma possiede tre componenti», ha spiegato l’architetto Roland Gantes della società P.R.P., che assieme all’architetto Roberto Morisi ha progettato il complesso. «Una prima parte interna in vetrocamera bassoemissivo ha la funzione di regolare il passaggio del calore, assicurando una protezione dal caldo o dal freddo a seconda della stagione. Sono poi presenti schermi a lamelle mobili motorizzati, il cui movimento è regolato attraverso un software che è in grado di modulare l’irraggiamento solare per ottimizzare l’ingresso del calore e della luce in base alla posizione specifica dell’edificio e alle esigenze dei suoi abitanti. Davanti agli schermi lamellari è infine posto un vetro neutro come protezione. Lo scopo è quello di valorizzare al meglio l’uso della luce naturale e limitare il fabbisogno energetico per riscaldare e rinfrescare i locali».
Nell’ottica dell’autonomia energetica e della minimizzazione dell’impatto ambientale è presente un impianto di trigenerazione da 3 Megawatt che produce energia elettrica con l’uso di gas metano attinto dalla rete urbana, ma non solo. «Nella fase di raffreddamento del motore si crea un fluido caldo che viene utilizzato per il riscaldamento invernale», ha proseguito Gantes, «inoltre lo stesso fluido è anche inserito negli assorbitori, speciali macchine che lo trasformano da caldo a freddo al fine del suo utilizzo per il raffrescamento estivo». Si prevede con questo impianto un risparmio annuo di un milione di metri cubi di gas, pari a 2 mila tonnellate di CO2.
Non mancano poi le aree verdi che si sviluppano sulle coperture degli edifici, all’interno dei parcheggi sotterranei e nel bosco della piazza centrale per un totale di 9 mila mq. Accanto a ciliegi, prunus, cornus e rose, l’architetto per le aree verdi Patrizia Pozzi ha pensato a bambù con varietà di altezze e colori, una pianta scenografica che richiede poca acqua. Fiore all’occhiello del complesso è il giardino fotovoltaico sul tetto della costruzione più alta, composto da 65 pannelli solari per 800 mq, in grado di produrre ogni anno oltre 87 mila kwh. «L’estetica ha un ruolo importante e volevo conciliare la presenza sul tetto di un giardino in cui intrattenersi con un’area energeticamente esemplare», ha affermato Emanuele Carminati del gruppo Carminati, che attraverso la Professional Center spa ha realizzato il complesso, ottenuto mediante la bonifica e riqualificazione di un’area industriale dismessa. «Gli architetti hanno così inserito i pannelli fotovoltaici su travi reticolari di legno, come un pergolato ombreggiante che si integra con il verde costituito da corbezzoli e altre piante decorative», ha proseguito Carminati.
I concetti di comfort e benessere hanno guidato la progettazione anche per gli interni, che si sviluppano in orizzontale come open space per lavorare in modo condiviso, interattivo e multifunzionale. L’impianto di climatizzazione prevede un sistema a travi fredde, ovvero elementi longitudinali disposti in continuo e integrati per la maggior parte al soffitto, per assicurare una distribuzione omogenea e capillare del raffrescamento o del riscaldamento negli open space e una riduzione dei consumi energetici. «In uno spazio concepito come aperto è poi importante trovare soluzioni efficaci per l’abbattimento acustico», ha precisato l’architetto Luca Gonzo dello studio Dante O. Benini & Partners, che ha arredato spazi e uffici comuni, «in questo caso abbiamo pensato non solo a pannelli fonoassorbenti ma anche ad arredi che oltre a creare un’articolazione dello spazio a intervalli, possedessero un alto potere di assorbimento acustico». Si va dagli arredi tessili come le cabine telefoniche dotate di intercapedini alle cassettiere e ai contenitori in legno stratificato con fori all’interno, che intrappolano il suono nel materiale fonoassorbente. Infine si è studiata un’illuminazione modulata sia in base alla funzione delle singole sale sia rispetto alla minore o maggiore presenza di luce naturale, sfruttata il più possibile. Oltre alla luce a led è stata utilizzata anche quella a fluorescenza, che presenta un buon rapporto fra resa e consumo. Per la entrance hall sono per esempio state impiegate lamelle trasversali a soffitto di policarbonato opalino che lasciano filtrare luce artificiale calda e fredda, miscelata con la luce diffusa.